Non vi nascondo che a me stona un pochinino (anche se nel Battaglia qualche esempio di di là di e di al di là da si trova) e mi domando se era giudizioso scegliere una forma cosí ricercata e minoritaria in un manuale di linguistica. Lo so, son cianciafruscole...Di là di differenze individuali, le persone di una stessa comunità linguistica usano in ciò che dicono o scrivono e riconoscono, leggono e odono nei discorsi e testi altrui molte parole comuni e molti modi comuni di connettere le parole in frasi. (p. 14)
Comunque, di là dei contrasti e a volte perfino attraverso i contrasti, si è venuto precisando e arricchendo un nucleo comune di nozioni basilari... (p. 25)
«Di là da» e «Al di là di»
Moderatore: Cruscanti
«Di là da» e «Al di là di»
Non apro questo filone per dire che, come ognun sa, al di là di è un francesismo (au-delà de) e che va preferita la locuzione tradizionale di là da, anche perché ormai è ben radicata e non ha nulla di nocivo in sé; lo apro invece per una mera curiosità: Tullio De Mauro, nel suo Linguistica elementare (Roma-Bari, Laterza, 2002), scrive costantemente di là di, mentre nel suo dizionario registra solo di là da (com’è preferibile) e al di là di. Eccone due esempi:
Anche a me piace di là da, e cerco di evitare al di là di (Ad esempio il titolo del libro che ho tradotto dal francese Au delà de l'espace et du temps, e che ho reso con Oltre lo spazio e il tempo). Nel tradurre pero` un brano del discorso di accettazione del Nobel pronunciato da Feynman davanti all'accademia svedese nel 1965, ho inserito un "di là da quelli" con consapevole eco leopardiano, e la cosa mi e` stata corretta dal revisore. In effetti, rileggendola, sa troppo di citazione affettata che, in un discorso di un fisico americano in svezia, suona un pochino fuori luogo.Marco1971 ha scritto:E in tutti gl’italici orecchi risuona il leopardiano Ma sedendo e mirando, interminati / spazi di là da quella, e sovrumani / silenzi, e profondissima quiete / io nel pensier mi fingo...
Mi sembra che al di là di si usi soprattutto quando si tratta di un "oltre" astratto, che non si riferisce a uno spazio reale. I due di là di citati da De Mauro rientrano in questa categoria, perciò si potrebbero considerare una versione amputata di al di là di, o potrebbero essere dovuti a una diversa percezione del valore delle due preposizioni di e da...
Sono forme legittime, ma oggi inusitate (come ho detto, neanche l’autore registra questa locuzione nel suo dizionario, nemmeno nell’editio maior, ossia il GRADIT).Federico ha scritto:Mi sembra che al di là di si usi soprattutto quando si tratta di un "oltre" astratto, che non si riferisce a uno spazio reale. I due di là di citati da De Mauro rientrano in questa categoria, perciò si potrebbero considerare una versione amputata di al di là di, o potrebbero essere dovuti a una diversa percezione del valore delle due preposizioni di e da...
Per me di là di è proprio antiquato, o ricercato, se non si vuol dire proprio arcaico. In poesia non stonerebbe, e neanche in una prosa come quella di Landolfi, ad esempio; ma in un manuale, mi par poco acconcio (confesso di non condividere molte scelte stilistiche di Tullio De Mauro, anche nella Storia linguistica dell’Italia unita).
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Bing [Bot], Google [Bot] e 2 ospiti