«Ella», «egli»
Moderatore: Cruscanti
«Ella», «egli»
Seppur raramente, è ancora possibile incontrare il pronome soggetto egli in alcuni articoli di giornale, in particolare quando ci si riferisce a personaggi storici o a figure eminenti. Lo stesso può dirsi per i saggi e i manuali scolastici. Mi pare invece che il pronome ella sia divenuto rarissimo, se non addirittura inesistente. Da qui nasce la mia domanda: il pronome ella può considerarsi scomparso nella lingua scritta contemporanea, anche molto formale? L'uso di ella, anche in un testo letterario, è da considerarsi antiquato e desueto, insomma da evitare?
Grazie.
Grazie.
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
Re: «Ella», «egli»
Direi di no. In un registro assai formale lo userei.olaszinho ha scritto:L'uso di ella, anche in un testo letterario, è da considerarsi antiquato e desueto, insomma da evitare?
Concordo. Ecco un esempio, riferito al papa, tratto dal Corriere della Sera (2003):
Santità, la ricorrenza del XXV anniversario del suo pontificato è un evento straordinario: esso tocca da vicino l'Italia che convive, felicemente e costruttivamente, con la Chiesa Cattolica.
In questi venticinque anni, Ella ha compiuto uno sforzo, al limite della possibilità umane, per indirizzare i popoli e gli Stati ad una piena assunzione di responsabilità nel superare le divisioni del XX secolo e nell'affrontare le sfide del XXI secolo.
Ma, come ha detto Carnby, è estremamente formale o letterario.
Santità, la ricorrenza del XXV anniversario del suo pontificato è un evento straordinario: esso tocca da vicino l'Italia che convive, felicemente e costruttivamente, con la Chiesa Cattolica.
In questi venticinque anni, Ella ha compiuto uno sforzo, al limite della possibilità umane, per indirizzare i popoli e gli Stati ad una piena assunzione di responsabilità nel superare le divisioni del XX secolo e nell'affrontare le sfide del XXI secolo.
Ma, come ha detto Carnby, è estremamente formale o letterario.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Sì, ma qui siamo al cospetto di una cintura nera della formalità: addirittura l'ella di cortesia al posto del lei.Marco1971 ha scritto:Concordo. Ecco un esempio, riferito al papa, tratto dal Corriere della Sera (2003):
Santità, la ricorrenza del XXV anniversario del suo pontificato è un evento straordinario: esso tocca da vicino l'Italia che convive, felicemente e costruttivamente, con la Chiesa Cattolica.
In questi venticinque anni, Ella ha compiuto uno sforzo, al limite della possibilità umane, per indirizzare i popoli e gli Stati ad una piena assunzione di responsabilità nel superare le divisioni del XX secolo e nell'affrontare le sfide del XXI secolo.
Ma, come ha detto Carnby, è estremamente formale o letterario.

«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Ecco allora un piú pertinente esempio, sempre tratto dal Corriere della Sera (2011):
Se qualcuno le si avvicina, ella lancia occhiate «perfide come di gatta selvatica». (Fonte)
Se qualcuno le si avvicina, ella lancia occhiate «perfide come di gatta selvatica». (Fonte)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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