Esistono già non pochi filoni riguardo alla legittimità di costrutti come «A me ha colpito», «A me non convince», «A me diverte».
Tuttavia credo ancora nessuno abbia avanzato il quesito: sono corrette le frasi a me [ciò] fa ridere/piangere/insospettire/commuovere ecc.? Poiché, invertendo i termini, è chiaro che siamo in presenza di un complemento diretto («questa cosa fa insospettire me»), è lecita la costruzione con la preposizione nella dislocazione a sinistra di quest'ultimo?
«A me fa ridere»
Moderatore: Cruscanti
«A me fa ridere»
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Francamente, non comprendo bene in che cosa consisterebbe la differenza tra i casi precedentemente discussi e il presente. Senza un mi fra a me e il verbo (che le rende tecnicamente ridondanti, ma pragmaticamente accettabili e quindi sostanzialmente corrette), le frasi in oggetto risultano tutte scorrette (ancorché grammaticali per molti locutori settentrionali)
Mi chiedevo se la presenza di una polirematica (far ridere, lasciare di sasso ecc.), anziché di un semplice verbo, cambiasse le carte in tavola.Infarinato ha scritto:Francamente, non comprendo bene in che cosa consisterebbe la differenza tra i casi precedentemente discussi e il presente.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Ah, ora è piú chiaro, e la risposta è: direi proprio di no. Tralasciando [l’appena menzionato] lasciare di sasso, in cui la polirematica non introduce alcuna differenza sintattica di rilievo coi casi precedentemente discussi, le costruzioni causative da Lei elencate nell’intervento d’apertura sono un po’ piú interessanti…
Tuttavia, poiché si tratta di verbi intransitivi inergativi o pronominali, la situazione non cambia. Diverso sarebbe il caso dei verbi transitivi (con oggetto espresso), dove —com’è noto— il soggetto del verbo retto da fare diventa l’oggetto indiretto dell’intero complesso verbale. In questo caso, una frase come a me [Luigi] fa mangiare una mela, ancorché pragmaticamente marcata, è ovviamente del tutto corretta.
Tuttavia, poiché si tratta di verbi intransitivi inergativi o pronominali, la situazione non cambia. Diverso sarebbe il caso dei verbi transitivi (con oggetto espresso), dove —com’è noto— il soggetto del verbo retto da fare diventa l’oggetto indiretto dell’intero complesso verbale. In questo caso, una frase come a me [Luigi] fa mangiare una mela, ancorché pragmaticamente marcata, è ovviamente del tutto corretta.
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