«Ricattabilità»
Moderatore: Cruscanti
«Ricattabilità»
Gentili signori, il correttore ortografico mi ha segnato la parola ricattabilità come errata; allora ho controllato su tutti i miei dizionari cartacei e poi su quelli digitali e poi su quelli in linea e non ho trovato traccia di questa parola. Mi sembra una parola perfettamente italiana con il significato di condizione di chi può essere suscettibile di ricatto per motivi ovvi. In rete si trovano naturalmente occorrenze ma ho rinunciato, seppure a malincuore, ad usarla nella locuzione stato di perenne ricattabilità e ho usato un giro di parole. Questa parola esprimerebbe la maggiore possibilità di subire un ricatto perché è più facile o meno facile essere ricattati a seconda che si sia o non si sia ricattabili. In particolare nella frase incriminata, ricattabilità non può essere sostituita con ricatto perché stato di perenne ricatto significherebbe ricatto già in corso mentre volevo esprimere solo la possibilità di essere ricattati. Che ne pensate?
- Animo Grato
- Interventi: 1384
- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
Anche se la parola non è registrata nei dizionari, è formata a regola d'arte e perfettamente comprensibile. Io la userei senza problemi.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Il mio intervento voleva esprimere lo sbigottimento di fronte al fatto che una parola che mi sembrava abbastanza comune e di certo di immediata comprensibilità non comparisse in nessuno dei dizionari da me consultati. È noto che i dizionari, nell’era digitale, vengono aggiornati con cadenza pressoché annuale e sono pieni di neologismi a volte di dubbio gusto ed è un po’ strano che non sia registrata una parola che ho trovato su Google libri https://books.google.it/books?id=78BDf0 ... attabilità in un articolo del 2004 e sempre su Google libri https://books.google.it/books?isbn=8834319869 sul libro di Giacomo Samek Lodovici L'utilità del bene: Jeremy Bentham, l'utilitarismo e il consequenzialismo sempre del 2004 e su quotidiani nazionali datati almeno 2011. Quello che è stato scritto sopra e cioè che ricattabilità è una parola perfettamente formata e quindi sarebbe lecito usarla mi conforta abbastanza ma a questo punto mi domando: se non si è scrittori, linguisti o scienziati, prima di usare una parola che non compare sui dizionari chi dovrebbe dare per così dire l’avallo? è sufficiente che sia stata usata da uno scrittore o da un giornalista su un quotidiano nazionale? Dubito.
Ultima modifica di Lato in data mer, 18 lug 2018 13:34, modificato 1 volta in totale.
- Ferdinand Bardamu
- Moderatore
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- Località: Legnago (Verona)
Concordo anch’io con Animo Grato. Le liste su cui si basano i correttori, ma anche gli stessi dizionari, non comprendono tutti i derivati di tutte le parole, specialmente se il loro significato non differisce da quello della parola di partenza. Ciò non significa, però, che una parola assente dai dizionari o dai correttori non si possa usare.
In questo caso, ricattabilità, benché non sia messo a lemma nei dizionari (almeno in quelli che io sono in grado di consultare), non solo è una parola ben formata, come ha detto Animo Grato, ma è usato diffusamente nel linguaggio giornalistico (e no).
Diverso sarebbe se avessimo una parola ben formata ma con attestazioni nulle o minime, come il famigerato petaloso. In questo caso la correttezza grammaticale dovrebbe fare i conti con l’assenza della parola dall’uso comune: in altre parole, chi volesse usarla dovrebbe esser consapevole che quello è un neologismo, con tutte le conseguenze riguardanti la percezione del testo da parte di chi legge.
In questo caso, ricattabilità, benché non sia messo a lemma nei dizionari (almeno in quelli che io sono in grado di consultare), non solo è una parola ben formata, come ha detto Animo Grato, ma è usato diffusamente nel linguaggio giornalistico (e no).
Diverso sarebbe se avessimo una parola ben formata ma con attestazioni nulle o minime, come il famigerato petaloso. In questo caso la correttezza grammaticale dovrebbe fare i conti con l’assenza della parola dall’uso comune: in altre parole, chi volesse usarla dovrebbe esser consapevole che quello è un neologismo, con tutte le conseguenze riguardanti la percezione del testo da parte di chi legge.
- Animo Grato
- Interventi: 1384
- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
Che domande! Il Gran Giurì di Cruscate.Lato ha scritto:[A] questo punto mi domando: se non si è scrittori, linguisti o scienziati, prima di usare una parola che non compare sui dizionari chi dovrebbe dare per così dire l’avallo?

«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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«Prima l'italiano!»
Finalmente! Si deve essere capito che avevo proprio bisogno di certezze.Animo Grato ha scritto:Lato ha scritto:
[A] questo punto mi domando: se non si è scrittori, linguisti o scienziati, prima di usare una parola che non compare sui dizionari chi dovrebbe dare per così dire l’avallo?
Che domande! Il Gran Giurì di Cruscate.

- marcocurreli
- Interventi: 625
- Iscritto in data: ven, 25 set 2009 22:36
- Località: Cagliari
Non è necessario inserire nei dizionari tutte le parole derivate. Chiunque è in grado di comprendere e formare parole derivate seguendo le regole della propria lingua (qualunque essa sia).
Anche nei dizionari inglesi, per esempio non sono messe a lemma molte parole terminanti col suffisso -ware.
Questo s'impara fin dalla più tenera età; per esempio, all'età di tre anni mio figlio (non avendolo ancora sentito nominare) aveva chiamato il volante "guidante"; mio fratellino più o meno alla stessa età aveva chiamato lo spazzolino da denti "lavadenti".
Anche nei dizionari inglesi, per esempio non sono messe a lemma molte parole terminanti col suffisso -ware.
Questo s'impara fin dalla più tenera età; per esempio, all'età di tre anni mio figlio (non avendolo ancora sentito nominare) aveva chiamato il volante "guidante"; mio fratellino più o meno alla stessa età aveva chiamato lo spazzolino da denti "lavadenti".
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