Ho inviato alla consulenza linguistica della Crusca il seguente quesito:
"Perché dopocena o doposcuola (e tutti i nomi composti con dopo e un sostantivo femminile) sono di genere maschile? Non dovrebbero essere femminili essendo composti con l'avverbio (o preposizione impropria) "dopo" e un sostantivo femminile? Grazie"
Se avrò una risposta sarà mia cura, ovviamente, comunicarla ai gentili "cruscanti".
Perché «il dopocena»?
Moderatore: Cruscanti
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Perché «il dopocena»?
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Concordo con Freelancer. Piú che supporre un ipotetico sostantivo sottinteso, direi semplicemente che il composto cosí costruito assume il genere neutro, cioè il maschile.
Peraltro, occorre notare che il doposcuola non è un tipo di scuola, il via libera non è una via libera, né il dopocena un tipo di cena, ecc. sicché i sostantivi che vi compaiono non possono fungere da testa del composto.
Peraltro, occorre notare che il doposcuola non è un tipo di scuola, il via libera non è una via libera, né il dopocena un tipo di cena, ecc. sicché i sostantivi che vi compaiono non possono fungere da testa del composto.
Re: Perché «il dopocena»?
Ci sarebbero anche la due giorni, il fine vita, il fine corsa... Mentre in il via libera ci sento un sottinteso il [segnale di] via libera, ovviamente usato in senso figurato (metafora di presumibile origine ferroviaria).
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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