Sì, so che c'è il traducente. Ma, appunto, è un "traducente", cioè alla lettera, come il dizionario in linea. Ora, posso accettarlo perché fa direttamente riferimento all'uccellino del marchio, che lo rende comprensibile, però non mi soddisfa pienamente dal punto di vista linguistico. Un "cinguettio" in italiano è un'altra cosa, molto diversa. In generale, a parte questo specifico caso, mi piacerebbe se la lingua riuscisse ancora a trovare parole nuove per oggetti nuovi, partendo dall'interno di sé stessa e dell'esperienza dei madrelingua, senza appiattirsi sempre su un mero traducente.
Una volta i nostri autori sapevano "creare" le parole, oggi non più...
Sí, su questo concordo con lei. Oggi mi pare che non si vada molto oltre il calco scrio scrio (e «deograzia», come si dice dalle mie parti, che qualche raro giornalista o conduttore usi la parola italiana cosí coniata); ci manca gente come Migliorini o D’Annunzio…