«Partire in vacanza»
Moderatore: Cruscanti
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«Partire in vacanza»
Gentili utenti,
vorrei il vostro parere sull'espressione "partire in vacanza" al posto del corrente "partire per le vacanze".
Alcuni esempi:
Sono partito in vacanza con mia moglie.
Prima di partire in vacanza ricordatevi di…
Parti in vacanza da solo?
L'espressione potrebbe essere considerato un francesismo. Tuttavia mi chiedo se sia un regionalismo, poiché in area centrale e in area meridionale la percezione di questa struttura non pare porre problemi (almeno alle persone da me interrogate in merito). Nel Nord Italia invece non sembra invece essere accolta come sequenza accettabile.
Da una ricerca compiuta nel sito web della Repubblica, emergono circa 80 occorrenze. Google ne restituisce circa 45.000.
L'esempio più vicino che viene riportato dai dizionari è "partire in missione" (Treccani mi sembra).
Al di là della correttezza della forma, che personalmente non reputo errata, vorrei sapere se l'origine secondo voi sia effettivamente frutto di interferenza oppure sia regionale.
Grazie.
Scalpellino
vorrei il vostro parere sull'espressione "partire in vacanza" al posto del corrente "partire per le vacanze".
Alcuni esempi:
Sono partito in vacanza con mia moglie.
Prima di partire in vacanza ricordatevi di…
Parti in vacanza da solo?
L'espressione potrebbe essere considerato un francesismo. Tuttavia mi chiedo se sia un regionalismo, poiché in area centrale e in area meridionale la percezione di questa struttura non pare porre problemi (almeno alle persone da me interrogate in merito). Nel Nord Italia invece non sembra invece essere accolta come sequenza accettabile.
Da una ricerca compiuta nel sito web della Repubblica, emergono circa 80 occorrenze. Google ne restituisce circa 45.000.
L'esempio più vicino che viene riportato dai dizionari è "partire in missione" (Treccani mi sembra).
Al di là della correttezza della forma, che personalmente non reputo errata, vorrei sapere se l'origine secondo voi sia effettivamente frutto di interferenza oppure sia regionale.
Grazie.
Scalpellino
- Animo Grato
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Re: «Partire in vacanza»
Benvenuto Scalpellino!
A me partire in vacanza suona come un infelice connubio tra partire per le vacanze e andare in vacanza. Personalmente lo avverto come un regionalismo, ma non saprei dirLe di più.
A me partire in vacanza suona come un infelice connubio tra partire per le vacanze e andare in vacanza. Personalmente lo avverto come un regionalismo, ma non saprei dirLe di più.

«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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- Millermann
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Re: «Partire in vacanza»
Devo dedurre, caro Marco, che a lei l'espressione «partire in vacanza» non suona poco idiomatica come ad altri parlanti (tra cui devo includermi anch'io, se è vero che l'ho notatoMarco1971 ha scritto: ven, 28 giu 2019 14:00Dopo che avrò sostenuto tutti gli esami, partirò in vacanza.

Sono consapevole che è un uso che ha una certa diffusione; lei lo ritiene corretto (in un registro neutro)? Non potrebbe essere stato influenzato, nella sua scelta, dalla familiarità con la lingua francese?

In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Re: «Partire in vacanza»
Se fosse un influsso del francese partir en vacances, avremmo probabilmente partire in vacanze al plurale. La locuzione partire in vacanza, parallela a andare in vacanza, ha anche l’appoggio di partire in missione, e ne trovo già un’attestazione nel 1891:
Nel momento in cui termina l’anno scolastico, vogliamo, prima di partire in vacanza, farvi conoscere, sig. Direttore, l’umile risultato dei nostri sforzi… (Annali dell’Opera della S. Infanzia)
Poi risalendo via via:
Le fanciulle furono contente di fare la prima Communione prima di partire in vacanza, e i loro genitori contentissimi. (La civiltà cattolica, 1897)
Cocco-Ortu, prima di partire in vacanza, ha annullata l’Asta di 400.000 lire per forniture di stampati pel Ministero delle Poste. (Giornale della libreria, 1907)
Ma aspettando questo tempo felice, eccoci di nuovo pronti per partire in vacanza. (Pro familia, rivista settimanale illustrata, 1909)
Molti inglesi – riferisce il Daily Mail – prima di partire in vacanza si assicurano contro la pioggia… (La meteorologia pratica, 1923)
Se dovessi aspettare un altro giorno per partire in vacanza... – Parte?! Per tutta risposta egli trasse di tasca un portafogli e dal portafogli lunghe strisce di biglietti rosa e verdi che tese alla piccola Jean Jenny. (Le grandi firme, quindicinale di novelle dei massimi scrittori, 1935)
Inutile riportare le centinaia di esempi posteriori al 2000. Direi che una locuzione che non presenta anomalia alcuna di forma (né ambiguità semantica) e che è nell’uso da oltre un secolo non dovrebbe essere guardata con sospetto.
Nel momento in cui termina l’anno scolastico, vogliamo, prima di partire in vacanza, farvi conoscere, sig. Direttore, l’umile risultato dei nostri sforzi… (Annali dell’Opera della S. Infanzia)
Poi risalendo via via:
Le fanciulle furono contente di fare la prima Communione prima di partire in vacanza, e i loro genitori contentissimi. (La civiltà cattolica, 1897)
Cocco-Ortu, prima di partire in vacanza, ha annullata l’Asta di 400.000 lire per forniture di stampati pel Ministero delle Poste. (Giornale della libreria, 1907)
Ma aspettando questo tempo felice, eccoci di nuovo pronti per partire in vacanza. (Pro familia, rivista settimanale illustrata, 1909)
Molti inglesi – riferisce il Daily Mail – prima di partire in vacanza si assicurano contro la pioggia… (La meteorologia pratica, 1923)
Se dovessi aspettare un altro giorno per partire in vacanza... – Parte?! Per tutta risposta egli trasse di tasca un portafogli e dal portafogli lunghe strisce di biglietti rosa e verdi che tese alla piccola Jean Jenny. (Le grandi firme, quindicinale di novelle dei massimi scrittori, 1935)
Inutile riportare le centinaia di esempi posteriori al 2000. Direi che una locuzione che non presenta anomalia alcuna di forma (né ambiguità semantica) e che è nell’uso da oltre un secolo non dovrebbe essere guardata con sospetto.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Re: «Partire in vacanza»
Scusate se, in assenza di reazioni, proseguo. Riflettendoci bene, la locuzione di base è in vacanza, che si può accoppiare con tutta una serie di verbi: essere in vacanza, trovarsi in vacanza, riposarsi in vacanza, sognare in vacanza, viaggiare in vacanza, ecc. E una differenza tra partire in vacanza e partire per le vacanze, senza arrampicarsi sugli specchi, si può avvertire: Parti per le vacanze? O resti qui? – Parto in vacanza tutte le volte che posso.
D’altro canto, espressioni non proprio dissimili si usano sovente sia con essere sia con partire:
Essere in guerra (contro), partire in guerra (contro); essere in viaggio, partire in viaggio; essere in gita, partire in gita; essere in ricognizione, partire in ricognizione; essere in trasferta, partire in trasferta…
O sono rimasto acciocchito dal sole?
D’altro canto, espressioni non proprio dissimili si usano sovente sia con essere sia con partire:
Essere in guerra (contro), partire in guerra (contro); essere in viaggio, partire in viaggio; essere in gita, partire in gita; essere in ricognizione, partire in ricognizione; essere in trasferta, partire in trasferta…
O sono rimasto acciocchito dal sole?

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Millermann
- Interventi: 1720
- Iscritto in data: ven, 26 giu 2015 19:21
- Località: Riviera dei Cedri
Re: «Partire in vacanza»
Mi scuso se non ho replicato al suo primo intervento: non era mia intenzione aprire un dibattito, mi bastava conoscere il suo pensiero su tale espressione. 
Riguardo ai suoi esempi, concordo sul fatto che partire per le vacanze abbia un significato diverso da partire in vacanza. Gli è che, in questo secondo caso (come pure in altri degli esempi citati), il verbo mi suona come «poco adatto», e preferisco dire andare in vacanza (o in missione/ricognizione/gita, ecc.).
Si tratta, forse, d'una questione d'orecchio; è un po' come partire per l'America e andare in America (non ??partire in America, che mi sembra [quasi] agrammaticale, qualunque significato gli si voglia dare).
In ogni caso, tenendo conto delle sue osservazioni, non nego di sentirmi ora meno prevenuto e piú bendisposto anche nei confronti di quest'espressione.

Riguardo ai suoi esempi, concordo sul fatto che partire per le vacanze abbia un significato diverso da partire in vacanza. Gli è che, in questo secondo caso (come pure in altri degli esempi citati), il verbo mi suona come «poco adatto», e preferisco dire andare in vacanza (o in missione/ricognizione/gita, ecc.).
Si tratta, forse, d'una questione d'orecchio; è un po' come partire per l'America e andare in America (non ??partire in America, che mi sembra [quasi] agrammaticale, qualunque significato gli si voglia dare).
In ogni caso, tenendo conto delle sue osservazioni, non nego di sentirmi ora meno prevenuto e piú bendisposto anche nei confronti di quest'espressione.

In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Re: «Partire in vacanza»
Ecco, forse in questo consiste il problema d’orecchio: si dice partire per + nome geografico, a indicare la destinazione (partire per l’America, partire per la Francia, partire per le Canarie, partire per Londra, ecc.) ed è forse questo costrutto a creare un ostacolo mentale nel ricevere come perfettamente corretto partire in vacanza. Ma la vacanza (o le vacanze) non si riferisce alla destinazione del viaggio, indica un periodo di tempo (come anche essere/andare/partire in pensione).
E, in ultimo, si direbbe ??Domani parto per le vacanze per l’America? Qui suona decisamente meglio Domani parto in vacanza per l’America.
E, in ultimo, si direbbe ??Domani parto per le vacanze per l’America? Qui suona decisamente meglio Domani parto in vacanza per l’America.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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