Approccio «top-down»
Moderatore: Cruscanti
Approccio «top-down»
Una di quelle espressioni quasi intraducibili, che difatti non abbiamo nemmeno messo nella lista: ma oggi ho scoperto, con mia grande sorpresa, che si può dire divide et impera!
Chissà se è usato davvero.
Chissà se è usato davvero.
Ultima modifica di Federico in data sab, 22 lug 2006 2:04, modificato 1 volta in totale.
Ed ecco che arriva il rompitore di uova nel paniere
Il divide et impera è un metodo basato sull'approccio top down, ma non è una traduzione di top down (è la traduzione di divide and rule (conquer), o, piuttosto, il contrario).
Purtroppo l'articolo di Wikipedia è molto poco chiaro al riguardo, e sembra, appunto, suggerire che divide et impera e top down siano sinonimi (diciamo la verità: la qualità di quell'articolo è scandalosa).
Così non è.
Top-down e Bottom-up sono due diverse "filosofie" (o "approcci") progettuali utilizzate nell'informatica (ma non solo).
Top-down vuol dire considerare inizialmente il sistema nella sua globalità, senza curarsi dei dettagli, per raffinare via via le singole parti fino ad arrivare al risultato finale.
Bottom-up, al contrario, significa definire con precisione i singoli componenti del sistema e curarsi dopo delle loro relazioni, connettendo via via le varie parti realizzate fino a giungere al risultato finale.
Al giorno d'oggi all'interno di uno stesso progetto convivono solitamente metodologie top-down e bottom-up.
Credo che, effettivamente, discendente e ascendente siano due traducenti plausibili di questi termini.
P.S.: se vi può essere di conforto, sappiate che la locuzione divide et impera è molto diffusa e comunemente usata, sicuramente molto più di "divide and rule/conquer".

Il divide et impera è un metodo basato sull'approccio top down, ma non è una traduzione di top down (è la traduzione di divide and rule (conquer), o, piuttosto, il contrario).
Purtroppo l'articolo di Wikipedia è molto poco chiaro al riguardo, e sembra, appunto, suggerire che divide et impera e top down siano sinonimi (diciamo la verità: la qualità di quell'articolo è scandalosa).
Così non è.
Top-down e Bottom-up sono due diverse "filosofie" (o "approcci") progettuali utilizzate nell'informatica (ma non solo).
Top-down vuol dire considerare inizialmente il sistema nella sua globalità, senza curarsi dei dettagli, per raffinare via via le singole parti fino ad arrivare al risultato finale.
Bottom-up, al contrario, significa definire con precisione i singoli componenti del sistema e curarsi dopo delle loro relazioni, connettendo via via le varie parti realizzate fino a giungere al risultato finale.
Al giorno d'oggi all'interno di uno stesso progetto convivono solitamente metodologie top-down e bottom-up.
Credo che, effettivamente, discendente e ascendente siano due traducenti plausibili di questi termini.
P.S.: se vi può essere di conforto, sappiate che la locuzione divide et impera è molto diffusa e comunemente usata, sicuramente molto più di "divide and rule/conquer".
Ultima modifica di FedericoC in data sab, 22 lug 2006 4:14, modificato 2 volte in totale.
Probabilmente il significato dei due termini è più chiaro se si prende in considerazione il modello d'astrazione classico considerato nell'informatica.
Questo modello, che potremmo immaginare visualmente come un grattacielo, pone in basso le parti di un sistema più vicine alla macchina: nella posizione infima troviamo il livello dei componenti elettronici. Poco più in alto sta il "linguaggio macchina", fatto di zero e uno, ancora sopra i linguaggi di programmazione detti -appunto- "ad alto livello" (C, Cobol, Pascal...), al piano successivo i linguaggi di ultima generazione, ad "altissimo livello" (Python, Delphi), poi le applicazioni, e così via fino ad arrivare al clicco del mouse che è la cosa più vicina all'uomo ma più lontana dalla macchina (ovvero è l'operazione con maggior livello di astrazione).
Quindi: in basso i dettagli, la macchina, il particolare; in alto la visione complessiva, il sistema, l'uomo.
Questo modello, che potremmo immaginare visualmente come un grattacielo, pone in basso le parti di un sistema più vicine alla macchina: nella posizione infima troviamo il livello dei componenti elettronici. Poco più in alto sta il "linguaggio macchina", fatto di zero e uno, ancora sopra i linguaggi di programmazione detti -appunto- "ad alto livello" (C, Cobol, Pascal...), al piano successivo i linguaggi di ultima generazione, ad "altissimo livello" (Python, Delphi), poi le applicazioni, e così via fino ad arrivare al clicco del mouse che è la cosa più vicina all'uomo ma più lontana dalla macchina (ovvero è l'operazione con maggior livello di astrazione).
Quindi: in basso i dettagli, la macchina, il particolare; in alto la visione complessiva, il sistema, l'uomo.
Diciamo che in genere un appiglio deve pur esserci; e comunque non si può semplicemente liquidare chi usa certi anglicismi rinunciando a capire perché si comporta cosí e anzi convincendosi che non c'è nulla da capire, come si farebbe con una bestia.FedericoC ha scritto:Aveva qualche dubbio al riguardo?Dalla sua definizione è anche piú chiaro l'uso politico, che comunque mi sembra decisamente pretestuoso.
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Google [Bot] e 5 ospiti