«Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
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«Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
[Continua da qui].
E comunque, sempre nella forma affermativa, prevedere seleziona l’indicativo. Frasi tratte dal libro di Luciano Satta Ma che modo. Uso e abusi del congiuntivo: Prevedo che lo scontro sarà duro. Prevedeva che in due settimane il peggio sarebbe passato.
E comunque, sempre nella forma affermativa, prevedere seleziona l’indicativo. Frasi tratte dal libro di Luciano Satta Ma che modo. Uso e abusi del congiuntivo: Prevedo che lo scontro sarà duro. Prevedeva che in due settimane il peggio sarebbe passato.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Re: «Mettere in conto che» + congiuntivo o condizionale?
E: «Devi/dovresti anche prevedere che qualcuno potrà / potrebbe... possa»?
Grazie.
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Re: «Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
Nell’archivio della Biblioteca Italiana ho trovato due esempi illustri col congiuntivo:
Non voler comprare in grande una merce, quando si prevede che sia per rinviliare, l'avrebbe il Bentham chiamato un nobile sentimento? (Manzoni, Osservazioni sulla morale cattolica)
È pazza, è pazza la poverina. Prevedo che fra suocera e nuora vi voglia essere il solito divertimento. (Goldoni, La famiglia dell’antiquario)
Si debbono considerare eccezioni?
Non voler comprare in grande una merce, quando si prevede che sia per rinviliare, l'avrebbe il Bentham chiamato un nobile sentimento? (Manzoni, Osservazioni sulla morale cattolica)
È pazza, è pazza la poverina. Prevedo che fra suocera e nuora vi voglia essere il solito divertimento. (Goldoni, La famiglia dell’antiquario)
Si debbono considerare eccezioni?
Re: «Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
Probabilmente entra in gioco la sfumatura semantica attribuita al verbo, che qui si avvicina a supporre.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Re: «Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
Luciano Satta prevedeva che dopo sei mesi la situazione potesse invece peggiorare?Marco1971 ha scritto: ven, 20 nov 2020 20:26 E comunque, sempre nella forma affermativa, prevedere seleziona l’indicativo. Frasi tratte dal libro di Luciano Satta Ma che modo. Uso e abusi del congiuntivo: Prevedo che lo scontro sarà duro. Prevedeva che in due settimane il peggio sarebbe passato.

Ma questa è un'interrogativa; ecco allora un'affermativa:
- Il contratto prevedeva che l'edificio venisse terminato entro due anni.
Non so davvero se l'alternativa
- Il contratto prevedeva che l'edificio avrebbe dovuto essere terminato entro due anni.
sia più corretta, sicuramente mi sembra più contorta. Sbaglio?
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Re: «Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
Anche qua la sfumatura semantica del verbo reggente ha il suo peso.
Nel primo esempio prevedere si avvicina a contemplare, prescrivere, stabilire, quindi all'accezione di un verbum voluntatis simil-iussivo: congiuntivo imperfetto canonico per contemporaneità e immediata posteriorità, anche perché etimologicamente è un verbo che guarda al futuro.
Nel secondo il senso è molto simile, anche perché un contratto non è che possa alla lettera prevedere... l'arrivo di una perturbazione: il senso non può essere questo e neppure quello di altri verba putandi come supporre, credere, ritenere, immaginare...
Lo percepisco come un ibrido tra un verbum putandi e un verbum voluntatis. Condizionale composto come classico futuro nel passato.
In sintesi, li vedo ammissibili entrambi.
Un filo meno stoppaccioso, forse, si sarebbe dovuto terminare.
Da disambiguare, poi, avrebbe dovuto: deontico o epistemico?
Nel primo esempio prevedere si avvicina a contemplare, prescrivere, stabilire, quindi all'accezione di un verbum voluntatis simil-iussivo: congiuntivo imperfetto canonico per contemporaneità e immediata posteriorità, anche perché etimologicamente è un verbo che guarda al futuro.
Nel secondo il senso è molto simile, anche perché un contratto non è che possa alla lettera prevedere... l'arrivo di una perturbazione: il senso non può essere questo e neppure quello di altri verba putandi come supporre, credere, ritenere, immaginare...
Lo percepisco come un ibrido tra un verbum putandi e un verbum voluntatis. Condizionale composto come classico futuro nel passato.
In sintesi, li vedo ammissibili entrambi.
Un filo meno stoppaccioso, forse, si sarebbe dovuto terminare.
Da disambiguare, poi, avrebbe dovuto: deontico o epistemico?
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Re: «Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
Cosa sarebbe un «verbum voluntatis simil-iussivo»?DON FERRANTE ha scritto: lun, 23 nov 2020 1:30Nel primo esempio prevedere si avvicina a contemplare, prescrivere, stabilire, quindi all'accezione di un verbum voluntatis simil-iussivo […].

E la semantica del verbo della subordinata che cosa c’entra ai fini di stabilire la reggenza di prevedere, che è quello che qui c’interessa?DON FERRANTE ha scritto: lun, 23 nov 2020 1:30Da disambiguare, poi, avrebbe dovuto: deontico o epistemico?
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Re: «Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
Con un po' di elasticità credo si possa capire da tutti. Ho dato tre sinonimi/analoghi per come interpreto quel prevedere, che non è desiderare, volere e non è comandare, ordinare.
Ho aggiunto mezza riga in chiusa: è così destabilizzante? Oltre al fatto che un'interpretazione o l'altra può incidere: come deontico, di rimbalzo trascina quel prevedere verso il senso prescrittivo:
il protocollo prevede che il paziente debba/dovrà fare un pasto al giorno.
Diverso da:
l'allenatore prevede che la sua punta di diamante debba/dovrebbe/dovrà essere pronta entro Gennaio
Ho aggiunto mezza riga in chiusa: è così destabilizzante? Oltre al fatto che un'interpretazione o l'altra può incidere: come deontico, di rimbalzo trascina quel prevedere verso il senso prescrittivo:
il protocollo prevede che il paziente debba/dovrà fare un pasto al giorno.
Diverso da:
l'allenatore prevede che la sua punta di diamante debba/dovrebbe/dovrà essere pronta entro Gennaio
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Re: «Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
Se lei introduce una sua personale, e contorta, interpretazione, ha il dovere di essere piú chiaro che può. Definire il verbo prevedere col guazzabuglio «verbum voluntatis simil-iussivo», senz’altra spiegazione, non aiuta in questo senso, altro che «elasticità».
Non capisco, poi, perché l’interpretazione del verbo della subordinata dovrebbe incidere sull’interpretazione del verbo della reggente, e soprattutto cosa c’entri tutto ciò col modo richiesto dalle oggettive rette da prevedere. Peraltro, le faccio notare che lei sta facendo esempi ad hoc: per suffragare la sua lettura, dovrebbe sforzarsi di cercare esempi possibilmente dell’uso cólto e tradizionale.
Noto, infine, che i suoi esempi, che lei pretende essere «diversi», mostrano entrambi sia il congiuntivo sia l’indicativo: quindi che dovrebbe spiegare, ai fini dell’argomento di cui qui discutiamo?
Non capisco, poi, perché l’interpretazione del verbo della subordinata dovrebbe incidere sull’interpretazione del verbo della reggente, e soprattutto cosa c’entri tutto ciò col modo richiesto dalle oggettive rette da prevedere. Peraltro, le faccio notare che lei sta facendo esempi ad hoc: per suffragare la sua lettura, dovrebbe sforzarsi di cercare esempi possibilmente dell’uso cólto e tradizionale.
Noto, infine, che i suoi esempi, che lei pretende essere «diversi», mostrano entrambi sia il congiuntivo sia l’indicativo: quindi che dovrebbe spiegare, ai fini dell’argomento di cui qui discutiamo?
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Re: «Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
Il guazzabuglio lo vede solo lei, Ferdinand. Se non basta scrivere che nella frase additata da Lorenzos il verbo si avvicina a contemplare, prescrivere, stabilire, non saprei come esser più chiaro.
Da una postilla in calce, e lecita domanda, lei ha tirato fuori una bacchetta di palissandro e una digressione.
Se non si può avvertire una sfumatura in un verbo reggente un'oggettiva che, come sappiamo, può selezionare, in base ai tipi, o indicativo o congiuntivo o anche entrambi i modi...
E se non basta mettere sotto gli occhi degli esempi grammaticali in cui prevedere ha sfumature diverse... Però se Marco le fa notare che qua si avvicina a supporre, tutto a posto. Se fo notare, anzi, provo a far notare, una sfumatura io, vengo lapidato sistematicamente.
È palese che mi ha preso di punta.
Da una postilla in calce, e lecita domanda, lei ha tirato fuori una bacchetta di palissandro e una digressione.
Se non si può avvertire una sfumatura in un verbo reggente un'oggettiva che, come sappiamo, può selezionare, in base ai tipi, o indicativo o congiuntivo o anche entrambi i modi...
E se non basta mettere sotto gli occhi degli esempi grammaticali in cui prevedere ha sfumature diverse... Però se Marco le fa notare che qua si avvicina a supporre, tutto a posto. Se fo notare, anzi, provo a far notare, una sfumatura io, vengo lapidato sistematicamente.
È palese che mi ha preso di punta.
Re: «Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
- Giusto! Lo sarebbe anche "prevedeva che doveva", se non fosse per la rima.DON FERRANTE ha scritto: lun, 23 nov 2020 1:30 Un filo meno stoppaccioso, forse, si sarebbe dovuto terminare.
Da disambiguare, poi, avrebbe dovuto: deontico o epistemico?
- Credo che i contratti siano tutti... deontici (ma non credo si possa dire), salvo cause di forza maggiore.
- Oggi è previsto che cada un metro di neve.Ferdinand Bardamu ha scritto: lun, 23 nov 2020 13:00 Non capisco, poi, perché l’interpretazione del verbo della subordinata dovrebbe incidere sull’interpretazione del verbo della reggente
- Nelle istruzioni è previsto che si possa sostituire una bombola senza chiudere l'altra.
Per quel che capisco, le due previsioni dovrebbero avere significato diverso.
Fuori tema
Ultima modifica di lorenzos in data lun, 23 nov 2020 16:09, modificato 1 volta in totale.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
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Re: «Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
I due esempi che ho portato sopra servivano appunto per mettere sotto gli occhi la sfumatura semantica del verbo della frase matrice (o reggente).
il protocollo prevede che... è ben diverso da il meteorologo prevede che....
E, in base a questo, può cambiare la scelta del modo nella subordinata o, pure, si può ammettere entrambi in casi al limite.
il protocollo prevede che... è ben diverso da il meteorologo prevede che....
E, in base a questo, può cambiare la scelta del modo nella subordinata o, pure, si può ammettere entrambi in casi al limite.
Ultima modifica di DON FERRANTE in data lun, 23 nov 2020 16:09, modificato 3 volte in totale.
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Re: «Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
La bacchettata e la «presa di punta» la vede solo lei, che evidentemente si aspetta soltanto elogi. E «verbum voluntatis simil-iussivo» È un guazzabuglio che si è inventato lei, senza porsi nemmeno il problema di spiegarlo.
La sfumatura semantica che «probabilmente» —la cautela non è messa lí a caso— porta a selezionare il congiuntivo l’aveva già supposta Marco piú sopra. Dunque, lei non ha aggiunto nulla. Ma la sfumatura in questione riguarda il verbo reggente, non certo quello della subordinata, come ha detto lei su riguardo alla natura del verbo dovere. (E a quest’ultimo proposito, la digressione —del tutto inutile rispetto al tema del filone— l’ha inaugurata lei).
Gli esempi che lei ha portato sono inventati. Per poter capir meglio se la sua ipotesi regge, sarebbe meglio trovare frasi vere dell’uso cólto o della tradizione letteraria.
D’accordo. Ma in entrambi i casi lei ha usato il congiuntivo. Dunque a che serve sapere che il verbo prevedere qui avrebbe due sfumature diverse?lorenzos ha scritto: lun, 23 nov 2020 15:56 - Oggi è previsto che cada un metro di neve.
- Nelle istruzioni è previsto che si possa sostituire una bombola senza chiudere l'altra.
Per quel che capisco, le due previsioni dovrebbero avere significato diverso.
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Re: «Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
Io mi aspetterei elogi? Io non mi aspetto nulla. Solo la cordialità che non vedo.
Si sta arrampicando sugli specchi perché, dopo aver esposto con una chiara parafrasi e analogia, ho usato simil-iussivo per far intendere un senso che sta a cavallo tra un opinativo e uno iussivo.
E non era lo stesso esempio additato più in alto dal signor Marco,
a proposito di sfumature. Se la lingua è flessibile e l'interpretazione pure, volevo solo far riflettere sulla malleabilità della stessa, senza incasellamenti troppo rigidi.
Poi continua ad imputarmi una digressione per una domanda in chiosa, che poi tanto irrilevante non mi pare.
Il protocollo prevede(+voluntatis) che si debba...(deontico)
Il meteorologo prevede (+opinativo/giudizio +dichiarativo) che pioverà/dovrà piovere(epistemico)/secondo lui andrà a piovere (più forzato il congiuntivo).
Quindi, come inizialmente provavo a far notare, quel contratto prevedeva che l'edificio [terminare], in cui avverto una sfumatura verso lo iussivo, può ammettere la concordanza con un congiuntivo imperfetto sia per la contemporaneità che per la posteriorità: ... che venisse terminato come ordinò che andassero via.
Userei invece il condizionale composto se tale sfumatura iussiva venisse meno:
il capomastro prevedeva che il lavoro sarebbe stato terminato la settimana seguente
Si sta arrampicando sugli specchi perché, dopo aver esposto con una chiara parafrasi e analogia, ho usato simil-iussivo per far intendere un senso che sta a cavallo tra un opinativo e uno iussivo.
E non era lo stesso esempio additato più in alto dal signor Marco,
a proposito di sfumature. Se la lingua è flessibile e l'interpretazione pure, volevo solo far riflettere sulla malleabilità della stessa, senza incasellamenti troppo rigidi.
Poi continua ad imputarmi una digressione per una domanda in chiosa, che poi tanto irrilevante non mi pare.
Il protocollo prevede(+voluntatis) che si debba...(deontico)
Il meteorologo prevede (+opinativo/giudizio +dichiarativo) che pioverà/dovrà piovere(epistemico)/secondo lui andrà a piovere (più forzato il congiuntivo).
Quindi, come inizialmente provavo a far notare, quel contratto prevedeva che l'edificio [terminare], in cui avverto una sfumatura verso lo iussivo, può ammettere la concordanza con un congiuntivo imperfetto sia per la contemporaneità che per la posteriorità: ... che venisse terminato come ordinò che andassero via.
Userei invece il condizionale composto se tale sfumatura iussiva venisse meno:
il capomastro prevedeva che il lavoro sarebbe stato terminato la settimana seguente
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Re: «Prevedere che» + indicativo o congiuntivo?
Quello che le contesto —e l’arrampicata sugli specchi e l’assenza di cordialità le vede (ancora) solo lei— è l’uso di un guazzabuglio terminologico come «verbum voluntatis simil-iussivo» che non spiega nulla e ingenera solo confusione in chi legge.
Il fatto che io abbia dovuto scrivere tre interventi per riuscire a farle scrivere qualcosa di piú chiaro su ciò che lei stesso intendeva dovrebbe invitarla a riflettere, no?

E ad ogni modo rimane valido l’invito a portare esempi concreti di lingua d’uso cólto, senza i quali rimaniamo qui a parlare di nulla.
Chi c’è in linea
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