Domando: se un termine straniero (adattato, in questo caso) «circola poco» e manca nella stampa italiana, ciò suggerisce che sia «prestito di lusso»?Luisa di Valvasone, in «Possiamo ‹startare›?», ha scritto: La circolazione limitata e l’assenza di attestazioni sulla stampa consolidano l’impressione che il verbo startare sia un cosiddetto prestito di lusso, cioè “un termine straniero di cui sarebbe possibile fare a meno, che viene adottato non perché non abbiamo altro modo di esprimere il suo denotato, ma per i suoi elementi connotativi” (così Edoardo Lombardi Vallauri a proposito di brand).
Prestito «di lusso» oppure «di necessità»?
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Prestito «di lusso» oppure «di necessità»?
G.B.
Re: Prestito «di lusso» oppure «di necessità»?
L'articolo è chiaramente parodistico. Cito testualmente, enfatizzando la carica parodistica:
(Modifica) Scusate, mi sono or ora riletto l'articolo con più calma e vorrei sapere se è possibile contattare l'Accademia della Crusca in qualche modo. L'articolo presenta errori madornali accompagnati da una profusione di imprecisioni, che gettano discredito su quella che dovrebbe essere una istituzione di questo paese. Non che le istituzioni godano ora di un momento felice in Italia, né che la Crusca si sia fatta onore in tempi recenti, ma qui siamo al ridicolo.
---Le prime attestazioni di startare rintracciabili in rete risalgono agli anni a cavallo tra la fine e l’inizio del nuovo millennio, quando il verbo ha cominciato a essere impiegato in ambito informatico ed elettronico:
I vecchi, i puri, i real netsurfers, o meglio qualcuno di loro, ha startato subito una sanguinosissima flame war contro gli utenti di AOL […] (Helèna Velena, Dal cybersex al transgender. Tecnologie, identità e politiche di liberazione, II ed., Roma, Castelvecchi, 1998 [prima ed. 1995], p. 121).
(Modifica) Scusate, mi sono or ora riletto l'articolo con più calma e vorrei sapere se è possibile contattare l'Accademia della Crusca in qualche modo. L'articolo presenta errori madornali accompagnati da una profusione di imprecisioni, che gettano discredito su quella che dovrebbe essere una istituzione di questo paese. Non che le istituzioni godano ora di un momento felice in Italia, né che la Crusca si sia fatta onore in tempi recenti, ma qui siamo al ridicolo.
Re: Prestito «di lusso» oppure «di necessità»?
Potrebbe esemplificare?brg ha scritto: lun, 07 feb 2022 14:21 L'articolo presenta errori madornali accompagnati da una profusione di imprecisioni, che gettano discredito su quella che dovrebbe essere una istituzione di questo paese.
G.B.
Re: Prestito «di lusso» oppure «di necessità»?
Direi di no, o meglio non necessariamente. In effetti non è chiarissimo il collegamento logico fra le due cose. Potrei usare un forestierismo «di lusso» che uso solo io in un unico testo, e circolerebbe poco e mancherebbe nella stampa italiana; ma allo stesso modo potrei usare un forestierismo «di necessità» per riferirmi a un qualche concetto poco comune senza che il forestierismo sia ripreso da altri, e parimenti circolerebbe poco, senza per questo essere «di lusso».G.B. ha scritto: lun, 07 feb 2022 13:45 Domando: se un termine straniero (adattato, in questo caso) «circola poco» e manca nella stampa italiana, ciò suggerisce che sia «prestito di lusso»?
Forse l'autrice intende dire banalmente che, se un termine fosse "davvero" necessario, allora circolerebbe di più, come certi forestierismi più comuni, che si "impongono" con forza maggiore?
Re: Prestito «di lusso» oppure «di necessità»?
Certamente.
L'articolo inizia con tre citazioni da "ambito informatico ed elettronico".
Lasciamo perdere la prima citazione. La terza viene da un sito a caso della rete, mai sentito. La seconda fa riferimento al manuale dell'apparecchio G110 della Siemens. Ora, l'autore del manuale già nella edizione 4/2005 ha corretto quelle diciture, tanto che io non l'avevo mai viste:Le prime attestazioni di startare rintracciabili in rete risalgono agli anni a cavallo tra la fine e l’inizio del nuovo millennio, quando il verbo ha cominciato a essere impiegato in ambito informatico ed elettronico:
- I vecchi, i puri, i real netsurfers, o meglio qualcuno di loro, ha startato subito una sanguinosissima flame war contro gli utenti di AOL […] (Helèna Velena, Dal cybersex al transgender. Tecnologie, identità e politiche di liberazione, II ed., Roma, Castelvecchi, 1998 [prima ed. 1995], p. 121).
- Impostare il parametro P0802 a 1 per startare l’upload dall’inverter al BOP. […]
Impostare il parametro P0803 a 1 per startare il download dal OP all’inverter (Manuale operativo del SINAMICS G110, Siemens, edizione 4/2003).- Se si desidera startare il server in fase di boot, bisogna aggiungere la “chiamata” ad httpd o ad apachectl nei file di startup del sistema […] (Gestione del servizio httpd, dal sito openskill.info, 3/2/2003).
Mi pare evidente che qui non siamo di fronte ad un prestito di lusso, ma ad una svista o errore di sciatteria che pure chi ha compilato il manuale si è sentito in dovere di correggere.Impostare il parametro P0802 a 1 per avviare l'upload dall'inverter al BOP
Fuori tema
Poi l'articolo prosegue.
Insomma, tra tutte le scelte lessicali che si potevano fare, qui l'autrice dell'articolo della Crusca ha effettuato a mio avviso quelle peggiori. L'articolo diffonde un inesatto gergalismo anglosassone, cioè inverter per indicare il convertitore di frequenza che comanda un motore, ed al contempo ignora la definizione comune degli inverter in italiano, cioè convertitori CC-CA. La traduzione riportata, invertitore, è poco diffusa fuori dell'ambito accademico, ma, soprattutto, qui è errata in quanto non traduce il termine inverter nel senso di convertitore di corrente continua in corrente alternata, ma bensì inverter nel senso di circuito elettronico di potenza che comanda un motore. Per riferimento:
Ora, l'apparecchio elettronico di potenza in questione si chiama ufficialmente "convertitore di frequenza SINAMICS G110", invece che inverter o invertitore. Questo per due buone ragioni. La prima è che gli inverter in italiano non sono altro che convertitori di corrente. La seconda è che l'apparecchio in questione non è stricto sensu un inverter.Come possiamo notare dagli ultimi due esempi – il primo tratto da un manuale operativo di un apparato elettronico chiamato invertitore (o inverter), il secondo tratto da un sito di informatica – l’impiego di startare è legato a un ambito specialistico e a un uso gergale, e il suo significato è quello di ‘avviare un’operazione, un programma, un software, un server, un’applicazione, ecc.’.
Insomma, tra tutte le scelte lessicali che si potevano fare, qui l'autrice dell'articolo della Crusca ha effettuato a mio avviso quelle peggiori. L'articolo diffonde un inesatto gergalismo anglosassone, cioè inverter per indicare il convertitore di frequenza che comanda un motore, ed al contempo ignora la definizione comune degli inverter in italiano, cioè convertitori CC-CA. La traduzione riportata, invertitore, è poco diffusa fuori dell'ambito accademico, ma, soprattutto, qui è errata in quanto non traduce il termine inverter nel senso di convertitore di corrente continua in corrente alternata, ma bensì inverter nel senso di circuito elettronico di potenza che comanda un motore. Per riferimento:
- la voce elettronica di potenza dal sito della Treccani
- dispense dell'università di Bologna, che non è quella che ho frequentato io, ma posso testimoniare che la trattazione non cambia di molto da regione a regione
- il manuale dei parametri del G110, all'inizio del quale si trova una nota informativa con il nome dell'apparecchio tradotta in cinque differenti lingue europee
Ultima modifica di brg in data mar, 08 feb 2022 20:45, modificato 1 volta in totale.
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Re: Prestito «di lusso» oppure «di necessità»?
E un forestierismo può essere totalmente inutile eppure trovarsi dovunque, come spesso accade. Saranno nostre pignolaggini.G. M. ha scritto: mar, 08 feb 2022 0:04 Potrei usare un forestierismo «di lusso» che uso solo io in un unico testo, e circolerebbe poco e mancherebbe nella stampa italiana; ma allo stesso modo potrei usare un forestierismo «di necessità» per riferirmi a un qualche concetto poco comune senza che il forestierismo sia ripreso da altri, e parimenti circolerebbe poco, senza per questo essere «di lusso».

Fuori tema
Forse sono in parte responsabile: ho scelto un titolo troppo ambizioso (o troppo specifico); se crede, può sostituirvi il nome dell'articolo della Crusca e inserirlo nella sezione generale. Non mi cambia nulla.Ferdinand Bardamu ha scritto: mar, 08 feb 2022 17:24 Mi perdoni: sarebbe meglio limitare allo stretto necessario considerazioni che non c’entrano nulla {né} col tema del filone[.]

G.B.
Re: Prestito «di lusso» oppure «di necessità»?
Fuori tema
Ho accorciato ed indicato il fuori tema, spero che ora sia più accettabile.
Perdipiù, anche fra gli anonimi commentatori della rete non escluderei un uso scherzoso o compiaciuto del termine, come qui:
Solo se startiamo su server Polandese in ally con il sig. Brokendreams.
Re: Prestito «di lusso» oppure «di necessità»?
Un momento: dal suo intervento mi sembra che non stiamo usando lo stesso concetto di «forestierismo di lusso». Io chiamo così i termini per i quali esiste un corrispondente semplice e diretto nella lingua d'arrivo, per cui sono immediatamente sostituibili, con differenze rilevabili in pratica solo nella connotazione, come dice il Vallauri (per esempio: star = divo, stella; red carpet = tappeto rosso; record = primato; eccetera); chiamo «forestierismi di necessità», simmetricamente, quelli per cui al momento non è diffuso un corrispondente diretto o semplice, e dunque per parlarne in modo preciso con parole italiane bisognerebbe ricorrere a locuzioni più o meno lunghe o complesse (per esempio byte, jazz, tweed, steampunk, eccetera).brg ha scritto: mar, 08 feb 2022 20:56 Per sintetizzare, non mi pare che l'articolo riporti citazioni autorevoli a favore della tesi del prestito di lusso. [...]
Fermo restando che le due categorie sono inevitabilmente sfumate, startare mi sembra ricadere decisamente nella prima categoria. Mi sembra invece che lei intenda le due locuzioni con un significato diverso: sbaglio?
Re: Prestito «di lusso» oppure «di necessità»?
Non saprei, ma sospettavo un disguido. Nell'articolo si dice a proposito di prestito di lusso:G. M. ha scritto: mer, 09 feb 2022 0:25 Mi sembra invece che lei intenda le due locuzioni con un significato diverso: sbaglio?
Negli esempi citati non mi pare che gli scriventi lo abbiano adoperato espressamente per i suoi elementi connotativi. Le citazioni che ritengo, per così dire, autorevoli le ho classificate in termini di sciatteria, uso critico e gioco linguistico.termine straniero di cui sarebbe possibile fare a meno, che viene adottato non perché non abbiamo altro modo di esprimere il suo denotato, ma per i suoi elementi connotativi
Le altre mi pare che siano perlopiù inconsapevoli, tranne forse quella ironica del "Polandese", e quindi pure non classificabili come forestierismo di lusso: gli scriventi non hanno soppesato il termine italiano e quello straniero, scegliendo poi lo straniero per la sua connotazione, ma hanno naturalmente coniato un termine per esprimere un concetto che lì per lì non gli veniva in mente. Avrebbero potuto dire "cosare lo start", ma "startare" era più breve.
Mi rendo conto ora che non avrei dovuto dire "perdipiù" nel presentare la citazione ironica.
- Ferdinand Bardamu
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Re: Prestito «di lusso» oppure «di necessità»?
Molto piú semplicemente, riportando la definizione dell’Enciclopedia dell’Italiano, un prestito di lusso è, nella distinzione tradizionale che lo contrappone al prestito «di necessità», una parola straniera «superflu[a], per [la] qual[e] già esisterebbero nella lingua termini corrispondenti». Dunque startare è certamente un prestito di lusso, stante questa definizione.
È poi indubbio che una parola come startare non sia del tutto «di lusso», se con questa definizione vogliamo intendere anche «gratuita», dal momento che soddisfà, di volta in volta, a bisogni come la necessità di aderire a un gergo o di risparmiar «fatica mentale» importando pari pari un termine dalla lingua veicolare impiegata in un certo settore (in questo caso l’elettronica e l’informatica). (È inutile dire che non intendo con ciò giustificare l’uso di questo o di altri anglicismi).
Ciò detto, mi è molto difficile capire perché la Crusca si ostini a diffondere anglicismi o derivati di anglicismi, come questo, il piú delle volte ignoti al grande pubblico, dalla «circolazione limitata». Quale utilità può avere quest’informazione, soprattutto alla luce del fatto che sono quasi sempre parole usate in primo luogo sporadicamente, e in secondo luogo da una cerchia ristrettissima di persone?
È poi indubbio che una parola come startare non sia del tutto «di lusso», se con questa definizione vogliamo intendere anche «gratuita», dal momento che soddisfà, di volta in volta, a bisogni come la necessità di aderire a un gergo o di risparmiar «fatica mentale» importando pari pari un termine dalla lingua veicolare impiegata in un certo settore (in questo caso l’elettronica e l’informatica). (È inutile dire che non intendo con ciò giustificare l’uso di questo o di altri anglicismi).
Ciò detto, mi è molto difficile capire perché la Crusca si ostini a diffondere anglicismi o derivati di anglicismi, come questo, il piú delle volte ignoti al grande pubblico, dalla «circolazione limitata». Quale utilità può avere quest’informazione, soprattutto alla luce del fatto che sono quasi sempre parole usate in primo luogo sporadicamente, e in secondo luogo da una cerchia ristrettissima di persone?

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