
«Accettazione»
Moderatore: Cruscanti
«Accettazione»
Ho visto per televisione, in un aeroporto italiano, la scritta ACCETTAZIONE / CHECK-IN (non ricordo se l’inglese preceda o segua). Nei dizionari da me consultati, anche recenti, non è registrato il termine accettazione col preciso significato di check-in (né ci sono rimandi). O come? Che vuol dire? I dizionari non fotografano piú l’uso cosí com’è? O sono proprio essi a favorire l’espandersi della corrotta italianità, suggellando d’una fantomatica autorità inani anglicismi? 

L'Hazon Garzanti riporta registrarsi alla voce check-in come "registrarsi all'aeroporto" e allato "registrarsi in un albergo" ma nessuna delle due compare nel De Mauro in linea o nel Dizionario d'italiano che posseggo (Zanichelli). Accettazione compare solo nel significato ordinario.
In effetti è un termine (italiano o inglese che sia) che [dovrebbe] è[ssere] ormai entrato a far parte del linguaggio quotidiano e che neologismo comincia a non essere più.
Io personalmente preferisco accettazione a registrazione.
In effetti è un termine (italiano o inglese che sia) che [dovrebbe] è[ssere] ormai entrato a far parte del linguaggio quotidiano e che neologismo comincia a non essere più.
Io personalmente preferisco accettazione a registrazione.
Ma Marco, mi stupisce che non capisca: i vocabolari servono per apprendere il significato di parole che non si conoscono: chi li comprerebbe se contenessero solo parole comprensibili e note a tutti? A che serve aggiungere il cristallino accettazione, di cui tutti possono facilmente comprendere il significato senza bisogno del vocabolario? Invece registrare check-in ha un senso, proprio perché in quanto non italiano e meno comprensibile è necessario che sia spiegato.
Ultima modifica di Federico in data mer, 06 set 2006 17:32, modificato 1 volta in totale.
Non so cosa abbia bevuto stasera Federico (che scrive anche in maniera meno sorvegliata del solito, del che mi dispiaccio)...
Quindi, seguendo il suo crèdo, il dizionario dovrebbe registrare solo le parole (e accezioni di parole) ignote alla massa? E allora, togliamo essere, avere, fare, mano, piede, occhio, tanto tutti ne conoscono tutti i significati... Ma, ovviamente, io non capisco...
Quindi, seguendo il suo crèdo, il dizionario dovrebbe registrare solo le parole (e accezioni di parole) ignote alla massa? E allora, togliamo essere, avere, fare, mano, piede, occhio, tanto tutti ne conoscono tutti i significati... Ma, ovviamente, io non capisco...
Ho ricevuto una risposta dalla Redazione del De Mauro (sorry: dall’editorial office) in cui mi si dice che l’italiano, rispetto alle altre lingue neolatine, è piú anglofilo e che accettazione, in questo senso, è occasionale, sicché non appare necessario registrarlo in quest’accezione.
Ho replicato cosí (ometto la frase d’apertura e di chiusura):

Il lessicografo, stando all’introduzione al Grande Dizionario Italiano dell’Uso (GRADIT) scritta da Tullio De Mauro, ha il compito di registrare l’uso, e questo è lapalissiano. Ma l’uso è vario e spazia dal comunissimo al tecnicissimo e al rarissimo. Se un’opera, appunto, come il GRADIT accoglie of course (si veda il supplemento, Nuove Parole Italiane dell’Uso), syndet e worldering, a tacer di molti altri, che sono d’uso occasionalissimo, è lecito domandarsi perché non accolga la tecnicizzazione d’un termine italiano che potrebbe, in futuro, sostituire l’anglicismo (o, almeno, convivere con esso). Il termine accettazione nel senso di check-in campeggia a grandi lettere sui cartelli aeroportuali e Google ne fornisce molti esempi (“banco di accettazione”, per esempio, dà 2190 occorrenze). Non so se questi due fatti coincidano con la definizione di “uso occasionale”, né se sia l’italiano a essere anglofilo o non piuttosto i lessicografi italiani.
Bene, sono curioso di vedere la risposta.
Se anche fosse solo occasionale, non vedo perché mai non dovrebbe essere registrato: è evidente che si tratta di un giudizio di valore, non di merito; ma che non si scarichi questo giudizio su questa (presunta) maggiore anglofilia dell'italiano.
E poi non capisco perché questo uso non possa essere considerato una sotto-accezione della 1 (o 3):
Se anche fosse solo occasionale, non vedo perché mai non dovrebbe essere registrato: è evidente che si tratta di un giudizio di valore, non di merito; ma che non si scarichi questo giudizio su questa (presunta) maggiore anglofilia dell'italiano.
E poi non capisco perché questo uso non possa essere considerato una sotto-accezione della 1 (o 3):
De Mauro ha scritto:1 ricevimento, accoglimento: ufficio di a. delle domande; a. di un incarico | ammissione di una persona in un ordine religioso, associazione o gruppo | approvazione, consenso
2 sopportazione, rassegnazione
3 locale, ufficio in cui vengono accettate pratiche, ricevuti visitatori, clienti, malati, ecc.
4 TS dir., atto con cui si accetta un rapporto obbligazionario: a. di una donazione, di una cambiale
5 TS dir.intern., atto con cui un governo riconosce un ambasciatore o un diplomatico di un altro stato
Cioè pensa che piuttosto che rischiare di farsi convincere preferiranno ignorarla? Sono tanto prevenuti?Marco1971 ha scritto:Infatti. Concordo. Quanto a una risposta da parte della Redazione, non ci spero neanche.
Eppure è un'accezione tanto naturale e semplice...
Non so se serva appellarsi alla concorrenza, ma ad esempio nel Treccani leggo, sotto l'accezione 1,
non vedo perché non si potrebbe sostituire alla sala un banco o uno sportello per poi giungere a una forma ellittica, né perché non si possa sottintendere che nell'accoglimento dei bagagli questi vengano controllati, ad esempio.sala di accettazione (dei malati all'ospedale, dei bagagli alla stazione):
In ogni caso ne consegue che esiste in questa accezione, che quindi andrebbe (o comunque può) essere registrata.Marco1971 ha scritto:In sostanza, mi si replica, accettazione sarebbe un iperonimo di check-in...
Comunque la classificazione come iperonimo non è tanto assurda, se si considera che il check-in è solo quello dell'aeroporto; sta di fatto che non c'è possibilità di confusione una volta determinato il contesto, perciò piú che di iperonimo parlerei di termine che può riferirsi a vari oggetti (senza differenze sostanziali) in diversi contesti.
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Mi sembra che non sia tanto sbagliata questa considerazione sull'iperonimo. Il Devoto-Oli 2017 dice per accettazione:Marco1971 ha scritto:Inusitata maraviglia: la risposta giunse!In sostanza, mi si replica, accettazione sarebbe un iperonimo di check-in... A me sembra un’arrampicata sugli specchi.
…e se si accettano i bagagli, si possono anche accettare le persone, giusto?Presa in consegna (per lo più nel linguaggio giuridico e amministrativo): a. di bagagli; a. di merci; sala di a. dei telegrammi; estens., l’ufficio dove si accolgono domande per comunicazioni telefoniche o telegrafiche, ricoveri ospedalieri e simili
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