- alloglotto ~ alloglotta; gr. ἀλλόγλωττος allóglōttos;
- analfabeto ~ analfabeta; lat. analphabetus, gr. ἀναλϕάβητος analphábētos;
- auledo ~ auleda; lat. auloedus, gr. αὐλῳδός aulōidós;
- -blasto ~ -blasta (simpatoblasto ~ simpatoblasta, ecc.); gr. βλαστός blastós ′germe′;
- borborigmo ~ borborigma; gr. βορβορυγμός borborygmós;
- cardiopalmo ~ cardiopalma; gr. καρδία kardía ′cuore′ + παλμός palmós ′palpito, battito′;
- chiasmo ~ chiasma; lat. chiasmus, gr. χιασμός khiasmós;
- eparco ~ eparca; gr. ἔπαρχος éparkhos;
- esarco ~ esarca; lat. exarchus, gr. ἔξαρχος éksarkhos;
- -fito ~ -fita (osteofito ~ osteofita, planctofito ~ planctofita, ecc.); gr. ϕυτόν phytón ′pianta; escrescenza′;
- pachidermo ~ pachiderma; gr. παχύδερμος pakhýdermos;
- parallelogrammo ~ parallelogramma; lat. parallelogrammum, gr. παραλληλόγραμμον parallēlógrammon;
- parassito ~ parassita; lat. parasitus, gr. παράσιτος parásitos;
- pleonasmo ~ pleonasma; lat. pleonasmus, gr. πλεονασμός pleonasmós;
- poliglotto ~ poliglotta; gr. πολύγλωττος polýglōttos;
- proselito ~ proselita ~ proselite; lat. proselytus, gr. προσήλυτος prosḗlytos;
- tetradrammo ~ tetradramma; lat. tetradrachmum, gr. τετράδραχμον tetrádrakhmon;
- tragedo ~ trageda; lat. tragoedus, gr. τραγῳδός tragōidós;
- trismo ~ trisma; gr. τρισμός trismós.
Poi anticamente, con terminazione in -
o:
- argonauto per argonauta; lat. Argonauta, gr. ᾿Αργοναύτης Argonáutēs;
- artisto per artista; lat. artista;
- aurigo per auriga; lat. auriga;
- eremito per eremita; lat. eremita, gr. ἐρημίτης erēmítēs;
- idioto per idiota; lat. idiota, gr. ἰδιώτης idiṓtēs;
- iloto per ilota; lat. (H)ilota, gr. Εἱλώτης Heilṓtēs;
- ipocrito per ipocrita; lat. hypocrita, gr. ὑποκριτής hypokritḗs;
- legisto per legista; lat. legista;
- patrioto per patriota; lat. patriota, gr. πατριώτης patriṓtēs;
- pianeto per pianeta; lat. planeta, dal gr. πλανήτης planḗtēs;
- pirato per pirata; lat. pirata, gr. πειρατής peiratḗs;
- sodomito per sodomita; lat. sodomita;
- sofisto per sofista; lat. sophista, gr. σοϕιστής sophistḗs;
- spermo per sperma; lat. sperma, gr. σπέρμα spérma; ecc.
Riccardo Tesi, in «Dal greco all’italiano. Studi sugli europeismi lessicali d’origine greca dal Rinascimento ad oggi», Le Lettere, 1994, pp. 249-255, ha scritto:Il nodo della questione è costituito molto verosimilmente dalla presenza in italiano antico e popolare di alcuni sostantivi maschili di origine greca o latina che avevano sviluppato una desinenza in -o, tipica del genere maschile e valida sia per le terminazioni discendenti da un -ος greco originario (come cataclismo, autodidatto, neofito e sim.), sia per quelle dalle parole greche in -α, -ας, -ης (entrate in latino con la terminazione in -a), come asmo, poeto, atleto, idioto, idolatro, ecc. 17. La confluenza dei due tipi, quello con la -o etimologica e quello con la -o ricostruita sul genere maschile, ha creato nella coscienza linguistica degli scriventi colti un unico morfema ‘sbagliato’ da cui si doveva prendere le distanze. Così la preoccupazione della lingua colta di evitare i tipi autenticamente demotici poeto, idioto, scismo e sim. ha, per reazione, favorito inconsapevolmente anche il passaggio dei tipi etimologici in -o ad -a (cataclismo > cataclisma, neofito > neofita, sismo > sisma, ecc.), creando una specie di movimento ipercorrettorio, allorché le forme genuinamente etimologiche iniziarono ad essere avvertite come ‘popolari’ e allineate (indebitamente da un punto di vista etimologico) agli altri maschili greci (e latini) in -a del tipo crisma, collega, problema e simili.
Siamo dinanzi, insomma, ad un conguaglio morfologico autoctono, riguardante in modo speciale l’italiano, e parzialmente anche lo spagnolo, che conserva peraltro numerosi sostantivi in -o (aforismo, prosélito, cataclismo, ecc.) 18. Sul fenomeno mi pare sia improbabile ipotizzare un’influenza, anche indiretta, del francese: la desinenza in -a, cioè quella preferita nel conguaglio, funge, per così dire, da simbolo e marca di riconoscimento della ‘grecità’ della parola. Pertanto, andando in senso contrario alla communis opinio dei linguisti, più che di un uso incolto e semicolto (B. Migliorini parla di «schema semidotto»; P. Janni preferisce invece parlare di «livello semidotto» e di «mezza cultura») 19, opterei per la formula di ‘ipercorrettismo colto’ attribuendo proprio allo strato alto di fruizione e uso della lingua la responsabilità di aver prima creato e poi reso esclusivo e normativo un tipo morfologico ipergrecizzante come quello di cataclisma, sisma, ecc.
7. A questo punto ci si potrebbe domandare quando sia avvenuto un tale cambio di prospettiva nella norma, per cui forme etimologiche fino ad allora accettate, come cataclismo, non furono più possibili nell’uso corrente e vennero sostituite sistematicamente da quelle di sapore grecizzante in -a. Una risposta chiara e perentoria necessiterebbe di un ampio sussidio documentario che va oltre i limiti di questa ricerca: dai primi sondaggi effettuati pare tuttavia che il fenomeno in questione sia attivo particolarmente verso la fine dell’Ottocento. Molto significativa risulta a tal riguardo la testimonianza citata sopra del Nòvo dizionario del Petrocchi (1887), che definisce cataclismo come forma più popolare di cataclisma. Altrettanto sintomatico di tale fattore colto e ipercolto divenuto norma nella lingua contemporanea si dimostra il comportamento linguistico di D’Annunzio, il primo (sembra) ad impiegare forme rigrecizzate come aforisma per l’etimologico aforismo (cfr. DELI, s.v.), auleda per l’originario auledo (dal gr. αὐλῳδός), e nello stesso tempo a preferire terminazioni inedite e culte come esegete e stilite rispetto ai più comuni esegeta e stilita 20.
Affiora insomma anche in questo particolare fenomeno morfologico quella tendenza, presente in varie correnti della lingua contemporanea e attiva particolarmente tra l’Ottocento e il primo Novecento, orientata alla conservazione e alla trasmissione mnemonico-oculare dell’originaria forma colta della parola quale mezzo per suscitare l’«évocation du milieu» 21: e ciò benché in questo caso particolare essa vada al di là dei precisi limiti segnati dall’ambiente linguistico-culturale evocato e s’intrecci (almeno per quel che riguarda l’italiano) con fenomeni di conguaglio e pareggiamento grammaticale anch’essi ben noti e intensamente operanti nella lingua del tempo.
Per arrivare ad una conclusione provvisoria: non è probabilmente senza significato che il riassorbimento dei grecismi in -o nel gruppo di quelli in -a, più specificamente e suggestivamente connotati, si trasformi in norma vincolante proprio nel momento in cui si generalizza la tendenza della lingua al livellamento su piani medio-alti 22. Appare comunque indubitabile che all’origine del riassestamento morfologico esista un fattore ipercorrettivo che, sistemando l’intera serie su un piano di più rilevata dignità formale, ne riallinea contemporaneamente i componenti entro una struttura morfologica più compatta e più sicuramente identificabile 23.
17 Tra i sostantivi masch. greci in -o dell’it. antico V. NANNUCCI (Teorica dei nomi nella lingua it., Firenze, Baracchi, 1858, pp. 95-100) cita idolatro, sodomito, eremito, pianeto, sofisto, scismo, spermo, legisto, asmo, despoto, ipocrito, evangelisto, argonauto, aeropagito, ecc.; su tali forme greche che «presentavano nell’italiano antico una desinenza normalizzata in -o» v. anche L. SERIANNI, Grammatica it., Torino, UTET, 1989, p. 111. Lo studio fondamentale sui maschili greci e latini in -a rimane sempre quello di B. Migliorini citato alla n. 19.
18 Anche in spagnolo, in forma meno accentuata che nell’italiano, si manifesta una «tendencia general analógica» che interessa alcuni sostantivi derivanti da maschili greci in -ος realizzati ora con -o ora con -a (cfr. aedo, -a; analfabeto, -a; autodidacto, -a; autómato, -a; corego, -a; estratego, -a; exarco, -a; hermafrodito, -a; pediatro, -a; polemarco, -a; poligloto e polígloto, -a; psiquiatro, -a, parásito, -a; ecc.): v. lo studio di A. ROSENBLAT, Cultismos masculinos con ‘-a’ antietimológica, in «Filología» (Homenaje a Amado Alonso. Fac. de Filos. y Letras, Univ. de Buenos Aires, Inst. de Filología hisp.), V, 1959, pp. 35-46. La tendenza al passaggio da -o ad -a dei grecismi è già latina: accanto a citharoedus (dal gr. κιϑαρῳδός) si trova nelle iscrizioni latine citharoeda, con -a ricostruita sui numerosi grecismi in -a dal gr. -ης. Dall’articolo del Rosenblat, in particolare, si ricava che l’ipotesi dell’influenza francese sui tipi con -a non etimologica era già stata avanzata ai primi del Novecento: «Cuervo, en sus Apuntaciones de 1907, criticaba aeda como traslado del francés aède (debido a equivalencias como poeta-poète)» (p. 36); per lo spagnolo tale ipotesi è stata poi ripresa anche da M. FERNÁNDEZ GALIANO, Helenismos, in Enciclopedía lingüística hispánica, II, Madrid, Consejo superior de investigaciones científicas («Elementos constitutivos del español»), pp. 51-77, a p. 73. Dallo studio del Rosenblat, tuttavia, emergono numerose indicazioni che fanno supporre piuttosto «la influencia italiana» operante direttamente sui tipi analfabeta e autodidacta, il primo attestato sin dal 1887 in una traduzione di un testo italiano, il secondo «tan usado en la Argentina, de donde probablemente se expandío» (p. 41), sino a diventare forma corrente del castigliano contemporaneo (cfr. Vox-Dicc. gen. ilustr. de la lengua esp., Barcellona, Bibliograf, 1987).
19 Cfr. B. MIGLIORINI, I nomi maschili in -a, in ID., Saggi linguistici, Firenze, Le Monnier, 1957, pp. 53-108, specialm. pp. 58-60: «Accanto agl’indizî di una reazione popolare ai maschili in -a, si ha viceversa uno schema semidotto che tende ad affibbiare a tutti i nomi di agente di sapore greco la terminazione -a. Sono nell’uso corrente analfabeta, archiatra (odontoiatra, pediatra, zooiatra), autodidatta, parassita, alloglotta, poliglotta, stratega (in luogo di analfabeto, archiatro, ecc.), neofita alterna con neofito, e m’è anche occorso di vedere proselita, rapsoda, trageda»; cfr. P. JANNI, Sisma, in ID., Il nostro greco quotidiano, cit., pp. 178-181. In parziale contrasto con tali posizioni, il Rosenblat nell’art. cit. parla di «-a anti-etimológica, o más propriamente -a ultraculta» (pp. 35-36) e di «-a ultracorrecta» (p. 41), connettendo il fenomeno morfologico con la «tendencia esdrujulista» dei tipi púdico, vértigo, rúbrica, e sim., accolti dalla pronuncia colta (o ipercolta), e più in generale con la «inclinación hiperculta o ultraculta» dello spagnolo contemporaneo. Il fenomeno non riguarda naturalmente solo lo spagnolo: una tendenza siffatta interessa tutte le lingue europee di cultura, italiano compreso.
20 Cfr. B. MIGLIORINI, Saggi linguistici, cit., p. 58 e n. 4 e p. 60 n. 1; in partic. sui nomi greci in -ma cfr. le pp. 61-62 dove sono documentate forme incipienti dell’it. contemporaneo quali idiotisma e sillogisma; P. JANNI, Il nostro greco quotidiano, cit., p. 180, attesta pleonasma. Quanto agli ess. del D’Annunzio, aforisma (per il quale G. Folena parlava giustamente di ‘ipergrecismo’: cfr. «Quaderni di retorica e poetica», II, 1986, p. 9) compare nel Trionfo della morte (1894), v. GDLI e DELI, ed è forma che si è imposta nell’it. novecentesco (dove tuttavia si assiste negli ultimi tempi ad un ritorno colto dell’originario aforismo); auleda è un allotropo colto di aulèdo (lat. auloedus, dal gr. αὐλῳδός); cfr. anche aulète («un giovane aulete, o sonatore di flauto, accompagnava la fanciulla», Panzini), dal gr. αὐλητής, con le varianti aulèta (Pascoli), aulèto (si veda s.v. aulète il Vocabolario della lingua it. dell’Accad. d’Italia, 1941).
Un rapido sondaggio condotto su alcuni dizionari sincronici di fine Ottocento, messi a confronto col vocabolario dell’Accademia d’Italia, mostra obiettivamente una progressiva normalizzazione novecentesca dei tipi ipercolti con -a, che sostituiscono in molte parole greche la originaria -o etimologica: il Novo voc. della lingua it. secondo l’uso di Firenze (1870-1897) ha, oltre cataclisma e cataclismo, analfabèta e analfabèto, poliglotta e poliglotto; solo -o invece in aforismo, archiatro, neòfito, parasito, proselito, parasillogismo, sillogismo, rapsodo; il Nòvo diz. univ. del Petrocchi (1887-1891) ha -a/-o in analfabèta e analfabèto, parassita e parassito, solo -o invece in aforismo, aulòdo, poliglòtto, prosèlito, neòfito, rapsòdo, stratègo (sia «Valente nella strategia», sia «Duce»), tragèdo, cardiopalmo, ecc. Le forme in -a appaiono già normalizzate nel sopra menzionato Voc. della lingua it. dell’Accad. d’Italia (1941) nelle parole seg.: autodidatta, aforiśma (aforiśmo), analfabèta (disus. analfabèto), catacliśma (catacliśmo); ma sussiste ancora -o in aèdo, archiatro (archiatra), cardiopalmo (cardiopalma), alloglòtto (ma cfr. alloglotta nel Diz. mod. del Panzini, 19316), ecc.
21 Una tendenza simile si è verificata in forme macroscopiche nella moda ottocentesca delle grafie greco-latine dei nomi classici, diffusasi dalla Germania e praticata specialmente negli scritti di filologi classici, archeologi, storici dell’antichità: cfr. Phaistos, Phaestus, Phaestos (per Festo); Oidipus, Oidipode (per Edipo); Heracles (Eracle), Artemis (Artemide), Theocrito, Hesiodo, ecc.; alla ricerca di precisione scientifica degli archeologi e dei filologi che praticavano la traslitterazione diretta dei nomi greci per scopi strumentali, fanno riscontro le caratteristiche grafie culte del Pascoli (adoperate specialmente nelle antologie di poesia lirica ed epica Lyra ed Epos, diffusissime nelle scuole), impiegate con finalità essenzialmente ‘evocative’ del mondo greco-romano: cfr. Maecenate, Hermeia, Herme, Aeolia (ma non Graecia), Alcaeo, Sappho, Aphrodite (ma nel verso Afrodite), Hortensio, Hesiodo (ma non Homero, né Horazio), ecc.; altri materiali si possono trovare in R. SCIAVA, La grafia italiana dei nomi greci, in «Atene e Roma», XXII, 1919, pp. 228-233 e in B. MIGLIORINI, La lingua italiana nel Novecento, a cura di M.L. Fanfani, con un saggio introduttivo di Gh. Ghinassi, Firenze, Le Lettere, 1990, pp. 75-77.
22 L’incidenza dei fattori colti nella regolamentazione del vocabolario è fenomeno presente anche nelle età precedenti alla nostra: esempi di rideterminazione etimologica sono frequenti specie a partire dall’epoca umanistica e rinascimentale. Anche il caso di -a non etimologica (o -a morfema ‘ipergrecizzante’) rientra a pieno titolo nella cd. pseudoetimologia colta, la cui casistica e ripercussioni sull’uso corrente sono trattate in sintesi dall’articolo di G. GOUGENHEIM, La fausse étymologie savante, in «Romance Philology», I, 1948, pp. 277-286.
23 Osserva R. Gusmani che «l’integrazione morfologica non si limita necessariamente a stabilire analogie e identificazioni tra i modelli dei prestiti e le categorie grammaticali indigene, ma può anche comportare un rimaneggiamento della terminazione della parola straniera che viene assimilata a quella di categorie di termini affini. Tale rimaneggiamento è alle volte ancor più radicale, potendo consistere nell’adattamento di un intero suffisso o addirittura nell’aggiunta di un morfema caratteristico della lingua che accoglie il prestito. Si tratta allora di una forma d’integrazione non solo più vistosa, ma anche più profonda, in quanto ha di mira ― al di là dell’adeguamento del nuovo termine ai preesistenti schemi morfologici ― la sua parziale mimetizzazione, raggiunta attraverso l’inserimento in una categoria di parole formalmente e funzionalmente già ben caratterizzata» (Saggi sull’interferenza linguistica, Firenze, Le Lettere, 19862, pp. 61-62).