Lorenzo Federici ha scritto: dom, 04 set 2022 20:10
«bàgherre», [...] per quanto una consonante geminata in quella posizione possa esserci [...] mi sembra comunque difficile da pronunciare [...]
In effetti è un fatto un po' strano: le parole sdrucciole con penultima sillaba chiusa in italiano sono poche, suonano "difficili" e se le incontrassimo scritte senza conoscerne la pronuncia probabilmente le accenteremmo sulla penultima; allo stesso tempo però è una modalità di adattamento tipica toscana (
làpisse,
sèmelle, ecc.). Non conosco bene la cosa; altri sicuramente possono dirci di più.
Lorenzo Federici ha scritto: dom, 04 set 2022 20:10
il DiPI per «gli» riporta la possibilità di dire soltanto /ʎ/ nonostante il suono /ʎ/ sia autogeminato [...]
Il
DiPI, però, è un vocabolario più descrittivo che normativo; il
DOP non prevede eccezioni («Quando è in mezzo a due vocali, ha pronunzia sempre doppia [
l'l']», ed. 2010, p. XL).
Lorenzo Federici ha scritto: dom, 04 set 2022 20:10
L'adattamento che mi sembrerebbe più italiano degli altri sarebbe «baghère» (o «baghèro», comunque spostando l'accento), ma a questo punto, visto che non è nemmeno un termine troppo comune, perché non completare l'opera cambiando la «b» con «v» [...] e aggiungendo una «i» intervocalica?
Continuo a non capire il perché di «completare l'opera», dato che, oltre che corroborati dall'uso, fonotatticamente
bàghere e
bàghero sono già completamente italiani, non meno dei suoi proposti
vaghière o
vaghièro (a meno che mi sfugga qualcosa, ma sono termini tanto semplici che mi sembrerebbe strano). Se —ipotizzo— lei vuole coniare un termine lessicalmente trasparente unendo
vag(
are) a
-iere o
-iero, questo è un altro discorso, distinto dall'adattamento.