Teo ha scritto: lun, 12 dic 2022 5:54
Mi sembra un tantinello esagerato dire che la Crusca sarebbe addirittura un agente del Nemico (!), solo sulla base di codesto articoletto di Sara Giovine.
Ah, mica solo per questo.
Il fatto è che il termine "bromance" appartiene alla più bassa gergalità, non tanto perché sia scurrile, che non lo è, ma perché ammicca ed allude ad
una certa sottocultura, in mancanza della quale il termine perde di ogni gusto e di significato. Infatti, certe parole del parlar popolare, specialmente quelle specifiche di un qualche gruppo sociale, spesso non hanno una denotazione precisa e peculiare, ma giustificano la propria esistenza grazie alla forte connotazione, ai sentimenti che evocano ed alle impressioni che suscitano.
Ora, in altri tempi la testimonianza di tali termini sarebbe stata molto scarsa e la Crusca non se ne sarebbe curata, perché al massimo si sarebbero potuti leggere incisi su qualche muro di periferia o scritti a pennarello sulla porta di qualche latrina. Oggigiorno, invece, esiste un mezzo di comunicazione informale di massa, la rete, il quale fornisce ampia documentazione scritta per qualsiasi termine volgare e gergale, anche il più infimo, anche il più insulso. Come womance che sembra
coniato dai Monty Python.
Già il fatto che si manchi di individuare questo aspetto, cioè l'ambito culturale in cui il termine è spuntato ed ha allignato, mi pare una svista imperdonabile ed un vizio di fondo per tutta l'analisi proposta, ma non è il solo problema. L'altro problema è che cosa renda tale termine meritevole di considerazione di fronte alla valanga di gergalismi, forestierismi e dialettismi che la rete rigurgita e le comunità giovanili e, più ancora, giovanilistiche adottano fugacemente fino alla prossima moda. Le scuse addotte di rilevanza psicologica o sociale non stanno in piedi ad una analisi appena meno superficiale, anche
perché, se davvero l'intento è lessicografico, se ne potrebbe cogliere l'occasione per analizzare il vocabolario di una certa sottocultura, invece che estrapolarne un termine per montarvi sopra inani elucubrazioni. Anche volendo, benevolmente, sostenere che lo scopo dell'articolo sia l'erudizione, l'erudizione non è scienza e l'erudizione senza scienza è fine a sé stessa.
L'attenzione posta sul termine, infatti, mi pare un vezzo mutuato da preferenze personali, più che dalla pretesa di seguire lo studio sistematico, quindi "scientifico", della diffusione di certi vocaboli. Tanto per dire, "
piglianculo" è un termine usato da Vittorio Imbriani, da Leonardo Sciascia, da
Ali G e nessuno se lo... ah no, scusate, stavo per usare un termine che in questa accezione non è registrato dal Treccani.