«Bromance»

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Ferdinand Bardamu
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Re: «Bromance»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

brg ha scritto: dom, 11 dic 2022 17:59Per favore, questa è una discussione che andrebbe liquidata con due grasse risate.
Concordo.
brg ha scritto: dom, 11 dic 2022 17:59Volete un termine italiano per "bromance"? Cameratismo...
Sí, è un ottimo equivalente, ma non in tutti i contesti. Negli esempi giornalistici riportati sopra, riguardanti il rapporto fra politici, è semplicemente intesa, amicizia, o anche concordia. E parlando di persone comuni o di personaggi di pellicole o racconti, non è nulla di diverso da un’amicizia profonda o fraterna.
Teo
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Re: «Bromance»

Intervento di Teo »

Mi sembra un tantinello esagerato dire che la Crusca sarebbe addirittura un agente del Nemico (!), solo sulla base di codesto articoletto di Sara Giovine. Dopo aver attaccato la Treccani (e a ragion veduta! Il vocabolario attuale è poco più di uno Zingarelli minore, spacciato per grande opera: sì, una grande opera lessicografica dove non si trovano vocaboli come aporia, eleatismo e contrattualismo...), vorrei invece spezzare una lancia a favore dell'Accademia: non mi sembra che il suo sia un atteggiamento irenista o, peggio ancora, di difesa dei forestierismi. La scheda lessicografica su "bromance" è ampia, circostanziata, documentata e anche scientificamente abbastanza rigorosa. Ma va oltre, e propone anche sostituti italiani, ossia "amore fraterno" o il meno comune "intimità omosociale", rilevandone i limiti. Che cosa altro dovrebbe fare? Alcuni di voi arrivano a sostenere che parlando di questo sostantivo (che non vuol dire promuoverlo) la Crusca avrebbe uno scopo di "pianificazione sociale" e non linguistico. Evidentemente chi parla così non ha le idee chiare su quello che deve essere il compito di un lessicografo scientifico (e l'Accademia ne è composta), ossia registrare e valutare TUTTI i neologismi e i forestierismi, anche per criticarne la diffusione. Facevano così anche i puristi del passato, da Fanfani a Rigutini, da Puoti a Panzini. Sarebbe singolare comportarsi diversamente, nel timore che la menzione di un termine possa contribuire alla sua diffusione.
Ma forse qui qualcuno vorrebbe che la Crusca aggiungesse qualche bella invettiva nello stile del Lessico dell'infima e corrotta italianità di Pietro Fanfani e Costantino Arlia, del tipo: "orrido anglicismo da fuggirsi"; "francesismo ripreso dai puristi"; "gallicismo da biasimare". Andiamo, sarebbe solo ridicolo e non sortirebbe nessun effetto.
Teo Orlando
brg
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Re: «Bromance»

Intervento di brg »

Teo ha scritto: lun, 12 dic 2022 5:54 Mi sembra un tantinello esagerato dire che la Crusca sarebbe addirittura un agente del Nemico (!), solo sulla base di codesto articoletto di Sara Giovine.
Ah, mica solo per questo.

Il fatto è che il termine "bromance" appartiene alla più bassa gergalità, non tanto perché sia scurrile, che non lo è, ma perché ammicca ed allude ad una certa sottocultura, in mancanza della quale il termine perde di ogni gusto e di significato. Infatti, certe parole del parlar popolare, specialmente quelle specifiche di un qualche gruppo sociale, spesso non hanno una denotazione precisa e peculiare, ma giustificano la propria esistenza grazie alla forte connotazione, ai sentimenti che evocano ed alle impressioni che suscitano.
Ora, in altri tempi la testimonianza di tali termini sarebbe stata molto scarsa e la Crusca non se ne sarebbe curata, perché al massimo si sarebbero potuti leggere incisi su qualche muro di periferia o scritti a pennarello sulla porta di qualche latrina. Oggigiorno, invece, esiste un mezzo di comunicazione informale di massa, la rete, il quale fornisce ampia documentazione scritta per qualsiasi termine volgare e gergale, anche il più infimo, anche il più insulso. Come womance che sembra coniato dai Monty Python.
Già il fatto che si manchi di individuare questo aspetto, cioè l'ambito culturale in cui il termine è spuntato ed ha allignato, mi pare una svista imperdonabile ed un vizio di fondo per tutta l'analisi proposta, ma non è il solo problema. L'altro problema è che cosa renda tale termine meritevole di considerazione di fronte alla valanga di gergalismi, forestierismi e dialettismi che la rete rigurgita e le comunità giovanili e, più ancora, giovanilistiche adottano fugacemente fino alla prossima moda. Le scuse addotte di rilevanza psicologica o sociale non stanno in piedi ad una analisi appena meno superficiale, anche
perché, se davvero l'intento è lessicografico, se ne potrebbe cogliere l'occasione per analizzare il vocabolario di una certa sottocultura, invece che estrapolarne un termine per montarvi sopra inani elucubrazioni. Anche volendo, benevolmente, sostenere che lo scopo dell'articolo sia l'erudizione, l'erudizione non è scienza e l'erudizione senza scienza è fine a sé stessa.
L'attenzione posta sul termine, infatti, mi pare un vezzo mutuato da preferenze personali, più che dalla pretesa di seguire lo studio sistematico, quindi "scientifico", della diffusione di certi vocaboli. Tanto per dire, "piglianculo" è un termine usato da Vittorio Imbriani, da Leonardo Sciascia, da Ali G e nessuno se lo... ah no, scusate, stavo per usare un termine che in questa accezione non è registrato dal Treccani.
valerio_vanni
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Re: «Bromance»

Intervento di valerio_vanni »

brg ha scritto: mar, 13 dic 2022 2:46 L'attenzione posta sul termine, infatti, mi pare un vezzo mutuato da preferenze personali, più che dalla pretesa di seguire lo studio sistematico, quindi "scientifico", della diffusione di certi vocaboli. Tanto per dire, "piglianculo" è un termine usato da Vittorio Imbriani, da Leonardo Sciascia, da Ali G e nessuno se lo... ah no, scusate, stavo per usare un termine che in questa accezione non è registrato dal Treccani.
Ruggero de Ceglie lo usa copiosamente ;-)
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