Il Dizionario di esotismi di Jacono cita gongo nell'uso di Marco Ramperti, che a parer suo «[n]on è grafia da ripudiare».gòng s. m. [dal fr. gong, voce malese di origine onomatopeica]. – Strumento musicale a percussione (detto anche, meno comunem., tam-tam), costituito da un disco concavo di bronzo con il bordo ripiegato, di grandezza varia, che si tiene sospeso su uno speciale supporto e che viene percosso con una mazza di legno avente l’estremità ricoperta di feltro o di sughero. Originario dei paesi del sud est asiatico, da dove fu importato in Cina agli inizî del 6° secolo d. C., è di largo impiego nella musica sacra e profana, nelle cerimonie magiche e per trasmettere messaggi. In Occidente è stato variamente utilizzato: in orchestra per ottenere effetti di colore, in case signorili o in alberghi per annunciare che il pranzo è servito, in competizioni sportive (spec. nel pugilato) per annunciare l’inizio e la fine di una ripresa (il termine si usa anche, brachilogicamente, per indicare la fine stessa della ripresa: il g. ha diviso i due avversarî).
In una traduzione pubblicata nel 2021 ho usato un plurale gonghi:
In portoghese gongo, in ispagnolo gongo (o batintín).In quel vasto alto silenzio, sale piccolo ed impavido
su una strada tortuosa il rumor della crociata.
Grandi gonghi gemon mentre lungi esplodono i cannoni,
sta avanzando don Giovanni, va a combattere la guerra,
crocchian rigide bandiere nelle raffiche notturne
nel buior vïola-nero, nel lucor dorato-sporco, [...]
PS. Qualche esempio d'uso dal corpo gugoliano:
Il tam-tam, i gonghi, i flauti cinesi, e tutti gli strumenti di gran voce, tanto da fiato che da corda o di rame, facevano un fracasso spaventevole; [...] (Fonte)
[...] è proprio col martellamento a caldo che si fabbricano i gonghi. Il procedimento chinese consiste nel fondere dischi di un metallo composto di 80 parti di rame e 20 di stagno. Scaldati poscia al rosso cupo, quei dischi sono battuti, [...] (Fonte)
Ma ciò che vi ha di strano si è che al mattino quando gli operai entrano nello stabilimento devono spogliarsi completamente, rivestendosi poi di abiti appartenenti alla zecca. Compiuta la giornata, suona il gongo ed allora si presenta nuovamente lo strano spettacolo degli operai che depongono gli abiti della zecca [...] (Fonte)
Siccome la cucina si trovava fuori dalla casa, in uno stabile annesso, e Margherita non poteva sentire la voce del suo curato, egli l'avvisava de' bisogni con qualche colpo picchiato sopra un gongo cinese sospeso presso il muro, dietro a lui. (Fonte)
In effetti, anche se le attestazioni non sono moltissime, si trovano comunque in un buon numero e una buona varietà di testi diversi, e sparse su un lasso di tempo piuttosto ampio: peccato che gongo non sia stato registrato, nemmeno nel GDLI.