Certo, i materiali sono cambiati e anche i mezzi, ma i concetti, in sé, sono uguali (si veda anche l’accezione tipografica, ad esempio nel De Mauro). E ovviamente non si *matricizzerà neanche un ciddí, semplicemente si copierà, si duplicherà, s’inciderà, ecc. O sbaglio tutto?Il Battaglia ha scritto:Matrice 20. Disco-matrice (anche semplicemente matrice): copia metallica di un disco in positivo, cioè con i solchi in rilievo, che ne riproduce uno precedentemente inciso in incavo, dalla quale si ricavano, in numero praticamente illimitato, le copie definitive per il commercio, comprimendo fra due matrici un foglio di resina vinilica termoplastica.
«Master[izzare]»
Moderatore: Cruscanti
«Master[izzare]»
Che senso ha? Se il master è «l’originale da cui vengono riprodotti in serie dischi, cd, cassette e sim.» (GRADIT), e il suffisso -izzare vale «rendere, ridurre in un dato stato», masterizzare significherebbe ‘rendere originale ciò che non è’, visto che il risultato è una copia. Ma prima di tutto, non c’è bisogno alcuno della parola master, basta matrice:
Master è parola di diffusione nulla rispetto a masterizzatore.
I CD o DVD si possono tranquillamente scrivere (meno comune incidere, spero inesistente burnare), anche se spesso si masterizzano (sempre meno, forse).
Il problema è insomma come chiamare lo strumento: «unità incisione/scrittura dischi»?
Ma anche tenerlo cosí non è un dramma.
I CD o DVD si possono tranquillamente scrivere (meno comune incidere, spero inesistente burnare), anche se spesso si masterizzano (sempre meno, forse).
Il problema è insomma come chiamare lo strumento: «unità incisione/scrittura dischi»?
Ma anche tenerlo cosí non è un dramma.
Può darsi, ma se è abbastanza preciso per francesi, spagnoli e portoghesi non vedo perché noi dovremmo respingerlo (e neanche si bruciano, i ciddí, eppure in inglese si usa to burn). Comunque è già nell’uso, come testimoniano questi esempi trovati in rete:Federico ha scritto:Un simile termine non si diffonderà mai: presta troppo il fianco alle critiche di imprecisione, visto che i dischi casalinghi non vengono minimamente incisi.
I prodotti 26 a 29 di questo sito vengono chiamati Incisori DVD.MovieFactory si prende carico di tutto, dalla creazione di capitoli e di frammenti video fino all'incisione su DVD+R/RW, DVD-R/RW, VCD e SVCD.
Il primo software permette di creare dei menu e di ordinare i capitoli del vostro filmato prima di inciderlo su di un DVD, mentre VideoStudio permette di catturare i vostri video e di montarli.
Inoltre (la fonte è questa):
Naturalmente, se si preferisce scrittore, nulla di male. Basta che non mi si dica che è piú preciso d’incisore.Compact Disk Read-Write
E' un disco ottico a lettura/scrittura (di tipo WMRM, Write Many/Read Many), nel quale le informazioni sono memorizzate utilizzando una radiazione LASER attenuata che incide i valori binari "0" e "1" in modo reversibile su una superficie sensibile riflettente di colore blu scuro ed adatta alla riscrittura.

Bah, io sapevo invece che i dischi fatti in caso vengono proprio bruciacchiati e niente piú; a me va benissimo incidere (è un'estensione semantica parallela all'evoluzione dei materiali, nulla di piú): dico solo che purtroppo l'Italia è piena di pusillanimi che lo casseranno senza appello.Marco1971 ha scritto:Può darsi, ma se è abbastanza preciso per francesi, spagnoli e portoghesi non vedo perché noi dovremmo respingerlo (e neanche si bruciano, i ciddí, eppure in inglese si usa to burn).Federico ha scritto:Un simile termine non si diffonderà mai: presta troppo il fianco alle critiche di imprecisione, visto che i dischi casalinghi non vengono minimamente incisi.
Infatti ho detto subito cheMarco1971 ha scritto:E chi cassa incisore cassa anche scrittore.
Mentre «scrivere» un CD/DVD non è un problema.Il problema è insomma come chiamare lo strumento.
Forse noi.Marco1971 ha scritto:Se una società importante decidesse di chiamarlo focacciatore o fragolatrice e l’immettesse nell’uso, non lo casserebbe anima viva.

Concordo in pieno. Voglio però segnalare la presenza alquanto diffusa nell'area iblea del verbo bruciare per indicare l'atto del masterizzare.Federico ha scritto:Master è parola di diffusione nulla rispetto a masterizzatore.
I CD o DVD si possono tranquillamente scrivere (meno comune incidere, spero inesistente burnare), anche se spesso si masterizzano (sempre meno, forse).
Il problema è insomma come chiamare lo strumento: «unità incisione/scrittura dischi»?
Ma anche tenerlo cosí non è un dramma.
Sí, appunto; non credo che l'influenza dell'inglese to burn possa essere tale da scalzare quest'altra accezione o quantomeno smorzarla a sufficienza per permetterne la coabitazione con una quasi opposta.Marco1971 ha scritto:Per il Devoto-Oli, invece, bruciare un CD significa:rovinare un CD-Rom nel corso della masterizzazione rendendolo cosí inutilizzabile.
La reticenza è relativa alla scrittura casalinga, che appunto consiste di una semplice bruciacchiatura del supporto e non certo di una sua incisione: non nego certo la legittimità dell'analogia ed estensione (che trovo naturalissima e faccio mia); dico solo che è normale che possa essere rigettata da taluni, anche non inclini agli esotismi, per (una probabilmente malintesa) precisione o anche solo semplicità.Marco1971 ha scritto:Felice di costatare che ha accettato almeno incidere, dopo qualche reticenza.
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