Sollevare per... "provocare"?
Moderatore: Cruscanti
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Sollevare per... "provocare"?
Ogni volta che leggo sui giornali o sento in servizi radiotelevisivi frasi del tipo "le parole del ministro hanno sollevato violente polemiche", sobbalzo sulla poltrona.
Se non cado in errore, sollevare significa, propriamente, spostare verso l'alto: sollevare un peso; sollevare il viso. Adoperare, quindi, sollevare nell'accezione di suscitare, provocare (polemiche) mi sembra un uso improprio del verbo e in buona lingua, a mio avviso, è da evitare. La stessa considerazione per quanto attiene al verbo "elevare" usato nel significato di suscitare e simili.
Che cosa ne pensano gli amici del Forum?
Se non cado in errore, sollevare significa, propriamente, spostare verso l'alto: sollevare un peso; sollevare il viso. Adoperare, quindi, sollevare nell'accezione di suscitare, provocare (polemiche) mi sembra un uso improprio del verbo e in buona lingua, a mio avviso, è da evitare. La stessa considerazione per quanto attiene al verbo "elevare" usato nel significato di suscitare e simili.
Che cosa ne pensano gli amici del Forum?
Attendo anch’io il parere degli amici del foro. Intanto dico la mia, siccome non riesco mai a stare zitto. 
O si considera che certe parole, per ragioni da chiarire, debbono essere e rimanere monosemiche, o si considera la storia di migliaia di parole, i cui significati si sono evoluti per metafora, ecc. Nel caso specifico, siamo nell’accezione 12 (su 35) del verbo sollevare nel Battaglia:

O si considera che certe parole, per ragioni da chiarire, debbono essere e rimanere monosemiche, o si considera la storia di migliaia di parole, i cui significati si sono evoluti per metafora, ecc. Nel caso specifico, siamo nell’accezione 12 (su 35) del verbo sollevare nel Battaglia:
Dal senso concreto ai vari sensi traslati c’è, mi pare, l’intramontabile facoltà umana a creare associazioni.Sollevare 12. Portare all’attenzione o alla discussione un problema, una questione, in partic. nell’ambito di un organismo collegiale di natura politico-istituzionale; esaminare, discutere un argomento.
B. Cerretani (1475-1524): Sollevato queste cose il parlamento, da l’altra banda si fé danari in diversi modi, che levassi il pensiero del Consiglio grande e che si ristrignessi con la casa de’ Medici. [...]
– Avanzare un’obiezione, una protesta; provocare dubbi, perplessità, stupore, discussioni; opporre difficoltà, ostacoli; originare discordia, contrasti, divisioni; fomentare scandali.
Fausto da Longiano (sec. XVI): Or tornando a questi buffoni, dico ch’io gli mando e gli ho rilevati là per grandi scandali che sollevavano qua.
– Suscitare una passione, l’entusiasmo.
Salvini (1653-1729): Ne’ petti negra bile / bollendo, agli uomin fa smarrire il senno / e rabbia ne solleva.
Rischierò di farla rivoltare sulla poltrona pur un’altra volta dicendole che personalmente m’auguro che un’«anarchia» dotta e consapevole regga ancora a lungo le redini della semantica. Questo non solo colle accezioni formalmente registrate sui dizionari, ma pure con bisticci e incesti di significato che per primi arricchiscono la nostra lingua.
Non posso non confidarvi il mio selvaggio amore per chimici della lingua quali Márquez o Verga (su quest'ultimo la questione è aperta), ma ancor piú è interessante ricordare pionieri della lingua quali Shakespeare e l’Alighieri; il primo di questi due signori guadagnò al proprio vocabolario il titolo di piú vasto a quel tempo, ma è buffo notare come parte di quel rinomato lessico fosse stato coniato dal poeta stesso e vieppiú lo è se consideriamo che di queste sue creazioni, assai sono sopravvissute al giorno d'oggi.
Sí, lo ammetto: sono fin troppo democratico
. Benvenute le repliche!
Non posso non confidarvi il mio selvaggio amore per chimici della lingua quali Márquez o Verga (su quest'ultimo la questione è aperta), ma ancor piú è interessante ricordare pionieri della lingua quali Shakespeare e l’Alighieri; il primo di questi due signori guadagnò al proprio vocabolario il titolo di piú vasto a quel tempo, ma è buffo notare come parte di quel rinomato lessico fosse stato coniato dal poeta stesso e vieppiú lo è se consideriamo che di queste sue creazioni, assai sono sopravvissute al giorno d'oggi.
Sí, lo ammetto: sono fin troppo democratico

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Il linguista Aldo Gabrielli, un "padre della lingua" scrive: Sollevare, nelle locuzioni come 'sollevar grida', 'sollevare incidenti', 'sollevare obbiezioni o questioni' e simili, ripete il mal uso di 'elevare'.Bue ha scritto:Aggiungo: dire che sollevare va usato solo nel senso di "spostare verso l'alto" e non per significare suscitare, quando l'etimologia di quest'ultimo è proprio "spingere verso l'alto", suona un poco bizzarro!
Spesso il significato che si dà alle parole si discosta dall'etimologia.
Cordialmente
Secondo ogni evidenza, caro Fausto, il Gabrielli si ravvide, se nel suo Grande dizionario illustrato della lingua italiana in due volumi registra senza commento queste accezioni:
E si noti che i doviziosi esempi dell’accezione 6 non sono d’autore, ma di pugno dello stesso Gabrielli.Aldo Gabrielli ha scritto:sollevàre 2. tr. fig. Rivolgere, innalzare, levare. Sollevo gridi, e chiaramente il dico (CHIABRERA); Alla bugiarda pronuba Non sollevate il canto (MANZONI); Sollevare una preghiera a Dio. [...]
6. tr. fig. [...] Far sorgere, provocare, generare, suscitare. Quella comunicazione del presidente sollevò le piú vive proteste dell’assemblea; Era risoluto a rivelare ogni cosa a rischio di sollevare uno scandalo; Se la disposizione sarà approvata, solleverà un putiferio; Ogni nota del solista sollevava applausi a non finire. // Far presente, mettere in vista, per lo piú in tono polemico. Sollevare una questione; Non fa che sollevare obiezioni; L’avvocato della difesa ha sollevato numerose eccezioni procedurali.

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NE PRENDO ATTO. Grazie.Marco1971 ha scritto:Secondo ogni evidenza, caro Fausto, il Gabrielli si ravvide, se nel suo Grande dizionario illustrato della lingua italiana in due volumi registra senza commento queste accezioni:E si noti che i doviziosi esempi dell’accezione 6 non sono d’autore, ma di pugno dello stesso Gabrielli.Aldo Gabrielli ha scritto:sollevàre 2. tr. fig. Rivolgere, innalzare, levare. Sollevo gridi, e chiaramente il dico (CHIABRERA); Alla bugiarda pronuba Non sollevate il canto (MANZONI); Sollevare una preghiera a Dio. [...]
6. tr. fig. [...] Far sorgere, provocare, generare, suscitare. Quella comunicazione del presidente sollevò le piú vive proteste dell’assemblea; Era risoluto a rivelare ogni cosa a rischio di sollevare uno scandalo; Se la disposizione sarà approvata, solleverà un putiferio; Ogni nota del solista sollevava applausi a non finire. // Far presente, mettere in vista, per lo piú in tono polemico. Sollevare una questione; Non fa che sollevare obiezioni; L’avvocato della difesa ha sollevato numerose eccezioni procedurali.
Senza contare le assonanze che ci sono in questo caso fra polemica e polverone; la lingua rispecchia il pensiero, e queste contaminazioni sono non solo naturali, ma anche produttive.
Negarne la legittimità equivarrebbe a eliminare dal vocabolario decine di migliaia di accezioni, colpendo soprattutto le parole (in particolare i verbi) piú usate.
Questo sarebbe non solo un impoverimento della lingua, ma addirittura una negazione della sua funzione principale, che è quella di concretare e facilitare il pensiero umano e l'astrazione (mediante simbolizzazione) dell'ambiente, che è costituita proprio di comparazioni, associazioni di idee e assonanze, cosí che in realtà un simile purismo arriva a contraddire la caratteristica principale del pensiero umano, cioè ciò che ci distingue dalle bestie: non esagera chi portando alle estreme conseguenze certe affermazioni ribatte scherzando che dovremmo allora comunicare ancora con grugniti.
Negarne la legittimità equivarrebbe a eliminare dal vocabolario decine di migliaia di accezioni, colpendo soprattutto le parole (in particolare i verbi) piú usate.
Questo sarebbe non solo un impoverimento della lingua, ma addirittura una negazione della sua funzione principale, che è quella di concretare e facilitare il pensiero umano e l'astrazione (mediante simbolizzazione) dell'ambiente, che è costituita proprio di comparazioni, associazioni di idee e assonanze, cosí che in realtà un simile purismo arriva a contraddire la caratteristica principale del pensiero umano, cioè ciò che ci distingue dalle bestie: non esagera chi portando alle estreme conseguenze certe affermazioni ribatte scherzando che dovremmo allora comunicare ancora con grugniti.
Ultima modifica di Federico in data lun, 25 set 2006 21:13, modificato 1 volta in totale.
Fretta di andare a cenare e sovrapposizione di varie frasi e parole alternative nella mente.Marco1971 ha scritto:Troppa furia, Federico: equiparrebbe? E rileggere prima di mandare?
Comunque quello era un discorso generale, non certo riferito a Fausto Raso, che pur essendo conservatore (il che non è un peccato) è opportunamente moderato nel sostenere le proprie posizioni.
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Vorrei ribadire la mia posizione, sebbene nota ai piú: non sono certo di manica larga, anzi alcuni mi definirebbero severissimo. Anch’io mi sono formato, in parte, alla scuola del Gabrielli per cosí dire; ma quando «veggiamo sotto gli occhi» che tali e tali forme e costrutti hanno avuto circolazione pressoché ininterrotta, da secoli, nella nostra letteratura, per quale motivo dovremmo ascoltare certo purismo? Io seguo sempre quell’uso consacrato dalla grande tradizione, senza però «infanfanarlirmi» (coniazione mia estemporanea
), rifiutando, verbigrazia
, come si faceva nell’Ottocento, una parola come confettura, ecc.
P.S. Non ho dimenticato la mia promessa riguardante il libro di Mauro Magni. Me ne occuperò a ottobre, quando avrò maggior tempo, aprendo un filone ad hoc.


P.S. Non ho dimenticato la mia promessa riguardante il libro di Mauro Magni. Me ne occuperò a ottobre, quando avrò maggior tempo, aprendo un filone ad hoc.
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