Aggettivi per «Instagram» e «Telegram»
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- Lorenzo Federici
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Aggettivi per «Instagram» e «Telegram»
Se per Facebook l'unica opzione possibile è, nonostante la grafia discutibilissima, facebookiano dato che prosopobiblico (come si trova in rete nelle pagine in latino) risulta aulico o comunque difficilmente comprensibile dal parlante medio, per Instagram, Telegram e le altre (future?) piattaforme il cui nome finisce in -gram non ha più senso riconoscere l'elemento etimologico -gramma e farne quindi instagrammatico e telegrammatico?
Nel foro ho trovato instagrammiano in un paio d'interventi del 2020, ma è un po' lo stesso problema che abbiamo con YouTube: calco (in questo caso totale, in quel caso parziale) o adattamento (quindi /m/ geminato e suffisso -iano)?
In particolare nel caso di Instagram, essendo molto più nota come piattaforma, si trova instagrammatico in alcune pagine in rete.
Nel foro ho trovato instagrammiano in un paio d'interventi del 2020, ma è un po' lo stesso problema che abbiamo con YouTube: calco (in questo caso totale, in quel caso parziale) o adattamento (quindi /m/ geminato e suffisso -iano)?
In particolare nel caso di Instagram, essendo molto più nota come piattaforma, si trova instagrammatico in alcune pagine in rete.
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Re: Aggettivi per «Instagram» e «Telegram»
Treccani alla sezione "neologismi" segnala già l'uso degli aggettivi "instagrammabile" e "instagrammabilità", quindi anche "instagrammatico" sarebbe coerente.
Faccio sempre molta fatica con quel gruppo -nst- , ma questo è un altro dicorso...
l'origine è un marchio, quindi l'adattamento pone deiproblemi. Del resto, anche il citato agggettivo da face-book, perché non semplicemente fesbucchiano? no, perché si altera il marchio, suppongo...
https://www.treccani.it/magazine/lingua ... mabile.xml
https://www.treccani.it/magazine/lingua ... &lettera=I
Faccio sempre molta fatica con quel gruppo -nst- , ma questo è un altro dicorso...

l'origine è un marchio, quindi l'adattamento pone deiproblemi. Del resto, anche il citato agggettivo da face-book, perché non semplicemente fesbucchiano? no, perché si altera il marchio, suppongo...
https://www.treccani.it/magazine/lingua ... mabile.xml
https://www.treccani.it/magazine/lingua ... &lettera=I
- Lorenzo Federici
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Re: Aggettivi per «Instagram» e «Telegram»
Instagrammare, ora che ci penso, prende la parola e ci aggiunge -are alla fine, senza fare considerazioni sull'etimologia. Quindi potrebbe essere preferibile instagrammico (o, per coerenza con facebookiano, instagrammiano) a instagrammatico? Non ne ho idea.
Re: Aggettivi per «Instagram» e «Telegram»
Io per me uso, quando ne sento il bisogno, istagrammatico, senza -n-. Se dobbiamo fare una scelta "consapevole", come l'inserimento di quell'-at- per foggiare bene la parola secondo il contesto italiano, allora mi pare sensato farlo bene del tutto.
Per Facebook, se costretto penso che andrei con fesbucchiano o varianti, più o meno frequenti (fesbuchiano, feisbuchiano, feisbucchiano*).
Naturalmente molto dipende dal contesto. In un contesto informale li userei tranquillamente. In un libro da pubblicare, invece bisogna saper soppesare vari fattori... (e avere un editore di mente aperta
). Frequentemente si dovrà ripiegare sull'espressione estesa, di Facebook, d'Instagram.
Sono particolarmente allergico ai composti ibridi tipo facebookiano, che mi mandano in crisi dal punto di vista grafico: dato che io uso sistematicamente il corsivo per i forestierismi, mi troverei costretto a qualcosa di corsivato a metà, «facebookiano». Capite bene perché voglio evitarli...
(Abbiamo un filone sul tema).
[*Secondo Google, quest'ultima è la più frequente; un po' strana con /-kk-/ ma /-ei-/.]
Per Facebook, se costretto penso che andrei con fesbucchiano o varianti, più o meno frequenti (fesbuchiano, feisbuchiano, feisbucchiano*).
Naturalmente molto dipende dal contesto. In un contesto informale li userei tranquillamente. In un libro da pubblicare, invece bisogna saper soppesare vari fattori... (e avere un editore di mente aperta

Sono particolarmente allergico ai composti ibridi tipo facebookiano, che mi mandano in crisi dal punto di vista grafico: dato che io uso sistematicamente il corsivo per i forestierismi, mi troverei costretto a qualcosa di corsivato a metà, «facebookiano». Capite bene perché voglio evitarli...

Si dice anche programmare, anagrammare, diagrammare...Lorenzo Federici ha scritto: dom, 02 lug 2023 20:27 Instagrammare, ora che ci penso, prende la parola e ci aggiunge -are alla fine, senza fare considerazioni sull'etimologia. [...]
[*Secondo Google, quest'ultima è la più frequente; un po' strana con /-kk-/ ma /-ei-/.]
- Lorenzo Federici
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Re: Aggettivi per «Instagram» e «Telegram»
Anagrammatico e anagrammare, instagrammatico e instagrammare, ha senso. Per quanto riguarda insta-, abbiamo anche installare. Essendo un termine molto specifico e relativo a un marchio, non vedo troppo il bisogno di far sparire il nesso /-nst-/. Diverso il caso di /fei̯zb-/ che diventa /fezb-/, non essendoci altri /-ei̯zb-/ in italiano.
Re: Aggettivi per «Instagram» e «Telegram»
Ma visto che le piacciono le coerenze e le analogie, ricordiamo che quell'insta- viene (presumo...) da instant, che in italiano è istante. 

- Lorenzo Federici
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Re: Aggettivi per «Instagram» e «Telegram»
Ci avevo pensato. La mia paura, più che altro, è questa: se fesbucchiano è chiaramente adattato, in quanti capirebbero che istagrammatico è una scelta consapevole?
Re: Aggettivi per «Instagram» e «Telegram»
Se uno scrive due o tre volte Instagram con n ma istagrammatico senza, credo si capisca in fretta... 

Re: Aggettivi per «Instagram» e «Telegram»
Poiché nessun altro si è fatto avanti, faccio io il savonarola.
Mancano gli aggettivi relativi a quasi tutte le piattaforme sociali, e quindi?
Ci sono casi nei quali i benefíci di crearne superano i costi che crearne implica? Chessò, per uno scritto di psicopatologia che volesse denunciare qualche tendenza a «spartire» aspetti della propria vita tra le varie piattaforme sociali, secondo la natura propria di ciascuna di queste, capirei la necessità di una nomenclatura adatta. Ma nella maggior parte dei casi, credo, basterà l'uso delle preposizioni (su, di). Inoltre, anche l'argomento della «ricchezza», laddove si volesse addurre, sarebbe alquanto insidioso: si tratta di «ricchezza» o, piuttosto, di appiattimento? Il gusto per la prosa pseudoscientifica, sintomo d'un crescente bisogno di credibilità, non è forse un «morbo» del linguaggio contemporaneo al pari dell'introduzione di anglicismi? Non ne è, anzi, spesso una concausa?
Riconosco di avere anch'io contribuito al problema con questo intervento e, in certo senso, me ne spiaccio.
Mancano gli aggettivi relativi a quasi tutte le piattaforme sociali, e quindi?

Riconosco di avere anch'io contribuito al problema con questo intervento e, in certo senso, me ne spiaccio.
G.B.
Re: Aggettivi per «Instagram» e «Telegram»
Mah, non mi sembra che Lorenzo abbia parlato di «necessità»…
Sono parole che la gente usa spontaneamente, nel parlato sicuramente più che nello scritto, e può essere interessante ragionare di quale sarebbe il modo migliore di foggiarle, anche se poi, per discorsi più ampi come quello che fa lei, potremmo preferire non usarle. La questione può essere interessante da discutere a entrambi i livelli (forma della parola, utilità della parola).
In qualche caso, anche se personalmente si disapprova, si potrebbe essere costretti: se, per esempio, dovessi riportare per iscritto verbatim un dialogo in cui qualcuno dice /feizbukkja̍no/, dovrò decidere quale grafia impiegare.
Un'altra possibilità ancora, che mi era passata di mente benché l'abbia usata diverse volte, è faccialibresco, a partire dal calco [volutamente bruto e «antinobilitante», almeno per me] Faccialibro per Facebook.
Sono parole che la gente usa spontaneamente, nel parlato sicuramente più che nello scritto, e può essere interessante ragionare di quale sarebbe il modo migliore di foggiarle, anche se poi, per discorsi più ampi come quello che fa lei, potremmo preferire non usarle. La questione può essere interessante da discutere a entrambi i livelli (forma della parola, utilità della parola).
In qualche caso, anche se personalmente si disapprova, si potrebbe essere costretti: se, per esempio, dovessi riportare per iscritto verbatim un dialogo in cui qualcuno dice /feizbukkja̍no/, dovrò decidere quale grafia impiegare.
Dimenticavo: non le sfugga il Prosopologo coniato dal nostro Infarinato!

Un'altra possibilità ancora, che mi era passata di mente benché l'abbia usata diverse volte, è faccialibresco, a partire dal calco [volutamente bruto e «antinobilitante», almeno per me] Faccialibro per Facebook.
Re: Aggettivi per «Instagram» e «Telegram»
Chi? Il fatto che qualche giornalista abbia adoperato uno o due di questi aggettivi non può esser prova d'un uso spontaneo (= «panitaliano»).
Spontanea (= «potenziale») è piuttosto la suffissazione, ma ciò vale per qualsiasi suffisso produttivo e certo non è spontaneo (= «inosservato») l'effetto suscitato nell'interlocutore, per via della natura neologica di questi aggettivi e —dirà casomai l'uditore piú avveduto— innecessaria.
Be', chiaro.G. M. ha scritto: mar, 04 lug 2023 10:14 In qualche caso, anche se personalmente si disapprova, si potrebbe essere costretti: se, per esempio, dovessi riportare per iscritto verbatim un dialogo in cui qualcuno dice /feizbukkja̍no/, dovrò decidere quale grafia impiegare.
G.B.
Re: Aggettivi per «Instagram» e «Telegram»
«Chi?». Direi in generale persone con una conoscenza dell'italiano nella media e con un po' di spirito creativo, di uso duttile del mezzo linguistico, oppure anche persone non creative che si limitano a riprendere quello che hanno letto o sentito altrove. Clicchi qualcuno dei collegamenti dati sopra e vedrà che sono parole usate da persone diverse in contesti informali, non solo giornalisti.G.B. ha scritto: mar, 04 lug 2023 10:57 Chi? Il fatto che qualche giornalista abbia adoperato uno o due di questi aggettivi non può esser prova d'un uso spontaneo (= «panitaliano»).
Spontanea (= «potenziale») è piuttosto la suffissazione, ma ciò vale per qualsiasi suffisso produttivo e certo non è spontaneo (= «inosservato») l'effetto suscitato nell'interlocutore, per via della natura neologica di questi aggettivi e —dirà casomai l'uditore piú avveduto— innecessaria.
Per «spontaneo» intendevo solo dire che sono termini che vengono naturali, si presentano alla mente quasi da soli, senza riflessione. Non credo che chi usa in quei contesti le parole che abbiamo citato si fermi nella scrittura per interrogarsi sulla parola in questione (esempi: 1, 2, 3)... che è una cosa forse spontanea per noi ma enormemente meno per l'italiano medio.

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