«Karma»

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SamueleBozzato
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«Karma»

Intervento di SamueleBozzato »

Il "karma" è un termine sanscrito. La parola è traducibile grossolanamente come agire, azione, e indica presso le filosofie orientali la legge di causa-effetto, simile alla legge di attrazione introdotta dalla fisica quantistica. Io lo adatterei in carma, seguendo l'esempio dei portoghesi: infatti loro lo hanno integrato come carma.
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G. M.
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Re: «Karma»

Intervento di G. M. »

Piacevolmente, se ne trovano attestazioni in libri anche recenti:

A questo determinismo assoluto e meccanico si oppone la legge di causalità morale: cioè il carma. Il carma così inteso non ha più l'antico valore di atto rituale o magico. Esso è un'altra cosa [...] (Fonte)

[...] converrà dire prima di ogni altra cosa che s'era molto riflettuto sul carma e riflettendoci si era finito con il vederlo sotto nuova luce, con il raddolcire soprattutto l'implacabile inviolabilità delle sue leggi su cui poggiava l'antico Buddhismo. Il carma, a poco a poco, non fu più inteso come un meccanismo necessario che conduce a fatale maturazione l'atto compiuto [...] (Fonte)

[...] il carma è alquanto complesso, perché è un insieme di propensioni, di impulsi, di volizioni, che caratterizzano la persona umana, dando ad essa un'inconfondibile singolarità [...] (Fonte)

Qui ci sono alcune attestazioni di carmico per karmico.
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Carnby
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Re: «Karma»

Intervento di Carnby »

Vero, però un indologo direbbe che carma non è karma perché nelle trascrizioni del sanscrito c sta per un fonema diverso /c, kç/ rispetto a /k/. Il problema si pone soprattutto se uno scrittore, per enfasi, lo mettesse in corsivo e in tal modo si potrebbe scambiare per una «vera» parola sanscrita.
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Re: «Karma»

Intervento di G. M. »

Carnby ha scritto: sab, 29 lug 2023 18:50 Vero, però un indologo direbbe che carma non è karma perché nelle trascrizioni del sanscrito c sta per un fonema diverso /c, kç/ rispetto a /k/. Il problema si pone soprattutto se uno scrittore, per enfasi, lo mettesse in corsivo e in tal modo si potrebbe scambiare per una «vera» parola sanscrita.
Visti i libri sopraccitati, evidentemente non tutti gl'indologi la pensano così (abbiamo qualche speranza! :D).

In generale, comunque, il problema sarà risolto da un uso rigoroso del corsivo; questo si deve a me (notate la nota 5 :wink:).

Circa l'uso del corsivo per enfasi, in un contesto che possa dare un'ambiguità del genere, mi sembra un caso talmente raro che possiamo considerarlo trascurabile ai fini pratici.
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Re: [FT] «Al netto di» 🤮

Intervento di Infarinato »

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G. M. ha scritto: sab, 29 lug 2023 19:48 In generale, comunque, il problema sarà risolto da un uso rigoroso del corsivo; questo si deve a me (notate la nota 5 :wink:).
Basta con al netto di, però! :P
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G. M.
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Re: [FT] «Al netto di» 🤮

Intervento di G. M. »

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Infarinato ha scritto: sab, 29 lug 2023 19:55 Basta con al netto di, però! :P
Mi scusi, non ho capito... :oops: Ho inteso usare l'espressione col significato indicato da Marco —in senso figurato, chiaramente ('sottraendo', 'a prescindere da')—, non in quello disapprovato ('alla luce di').

Nel senso che l'indicazione di scrivere i termini in corsivo o in tondo va seguìta se non ci sono altre necessità grafiche che abbiano la priorità (come il corsivo per i titoli dei libri).
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Re: [FT] «Al netto di» 🤮

Intervento di Infarinato »

Fuori tema
G. M. ha scritto: sab, 29 lug 2023 20:12 Mi scusi, non ho capito... :oops: Ho inteso usare l'espressione col significato indicato da Marco —in senso figurato, chiaramente ('sottraendo', 'a prescindere da')—, non in quello disapprovato ('alla luce di').
Non dico che l’abbia usato in modo sbagliato, ma è pur sempre un burocratismo di stampo commerciale; insomma, è lingua di plastica o calviniana antilingua, che dir si voglia.
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G. M.
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Re: [FT] «Al netto di» 🤮

Intervento di G. M. »

Fuori tema
Ah, va bene! La ringrazio, allora. :) (Peccato perché come espressione non mi dispiaceva... :mrgreen:) Cercherò di ricordarmene.
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