Calcolatore è troppo collegato nella mente al concetto di calcolo, cioè operazione matematica, e quindi mi è sempre sembrato non comprensivo delle operazioni che svolge un "computer", questo per lo meno a partire dagli anni '85-'86, quando per scrivere la tesi di laurea riuscii a mettere le zampette sulla tastiera di una di queste macchine, appena acquistata dall'Istituto per l'uso degli studenti. Non lo usavo per "calcolare", al massimo lui elaborava dei grafici, per il resto ero io a elaborare un testo.
Oltre a ciò, c'era l'avversione verso l'idea che la "calcolatrice" (femmina) facesse l'aritmetica, il "calcolatore" (maschio) arrivava a occuparsi di funzioni statistiche e cose da ricerca scientifica...

Ordinatore... mmh... no no no, un "ordinatore" in casa non lo vorrei mai, sto bene nel mio disordine creativo!!!
Computiere invece mi ricorda troppo il computatore nelle traduzioni della "Macchina della Realtà", romanzo ucronico ambientato in un'Inghilterra vittoriana in cui già esiste una proto-tecnologia informatica... cioè, sembra un termine coniato per rendere l'idea di un macchinario tecnologico antesignano, qualcosa da romanzo di Giulio Verne, in cui occorre far capire che tipo di oggetto è ma non si vuole usare un termine che apparirebbe anacronistico.