«Vieni sú»
Moderatore: Cruscanti
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«Vieni sú»
L'insegnante del figliolo di un mio amico ha sottolineato, con la fatidica matita blu, un "su" avverbio con tanto di accento nell'espressione "vieni sú". A mio avviso l'insegnante ha "toppato" ravvisando un errore inesistente. Su, avverbio, si può accentare per distinguerlo dal su preposizione: vieni sú (avverbio); metti la giacca su (preposizione) quella sedia. Il su avverbiale ha una "sonorità" piú marcata del su preposizione e questa "sonorità" si può rimarcare con l'accento: sú.
Alcuni vocabolari, tra cui il Dop, fanno questa distinzione. La grammatica, insomma, non considera errore l'accento sul sú avverbiale: mettere o no l'accento dipende esclusivamente dal gusto di chi scrive.
Alcuni vocabolari, tra cui il Dop, fanno questa distinzione. La grammatica, insomma, non considera errore l'accento sul sú avverbiale: mettere o no l'accento dipende esclusivamente dal gusto di chi scrive.
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Secondo me la maestra ha fatto bene: non so che età abbia il «figliolo», ma mi permetto di supporre che il suo personale gusto linguistico sia ben poco sviluppato (senza contare che probabilmente avrebbe accentato anche su preposizione).
Perciò, è naturale che la maestra imponga il proprio gusto, o meglio la propria convenzione, che personalmente condivido coi piú, non ravvisando la necessità di distinguere fra i due usi della stessa parola (e infatti non si sente nemmeno il bisogno di distinguere fra sopra avverbio e sopra preposizione, ammesso che si trovasse il modo).
Perciò, è naturale che la maestra imponga il proprio gusto, o meglio la propria convenzione, che personalmente condivido coi piú, non ravvisando la necessità di distinguere fra i due usi della stessa parola (e infatti non si sente nemmeno il bisogno di distinguere fra sopra avverbio e sopra preposizione, ammesso che si trovasse il modo).
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Non si trattava della maestra, cortese amico, ma dell'insegnante di lettere di una quarta ginnasiale...Federico ha scritto:Secondo me la maestra ha fatto bene: non so che età abbia il «figliolo», ma mi permetto di supporre che il suo personale gusto linguistico sia ben poco sviluppato (senza contare che probabilmente avrebbe accentato anche su preposizione).
In tal caso forse è stata troppo drastica, ma comunque non ha torto: ultimamente si tende a mettere gli accenti ovunque (perciò anche correggere la tendenza colpendo un caso dubbio non è disdicevole).Fausto Raso ha scritto:Non si trattava della maestra, cortese amico, ma dell'insegnante di lettere di una quarta ginnasiale...
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Voglio essere maligno: a mio avviso l'insegnante (di oggi) non è a conoscenza della "norma" grammaticale che dà la facoltà di accentare o no il sú avverbiale.Federico ha scritto:In tal caso forse è stata troppo drastica, ma comunque non ha torto: ultimamente si tende a mettere gli accenti ovunque (perciò anche correggere la tendenza colpendo un caso dubbio non è disdicevole).
Ma questa non è una norma, è solo una valutazione di alcuni dizionari: la norma – sicuramente conosciuta dalla maestra che anzi voleva difenderla – è che si distinguono con una diversa accentazione omografi di significato diverso; a questo punto si inseriscono le valutazioni personali sulla necessità di questa distinzione, che l'insegnante ha correttamente considerato insufficienti (per il proprio metro), stabilendo poi di segnare come errore quel sú per contrastare la tendenza all'accento facile. Tutto questo non so quanto coscientemente.Fausto Raso ha scritto:Voglio essere maligno: a mio avviso l'insegnante (di oggi) non è a conoscenza della "norma" grammaticale che dà la facoltà di accentare o no il sú avverbiale.
Poi bisogna vedere come ha valutato questo “errore”, come l'ha commentato ecc., ma sono questioni marginali (per noi: non per l'alunno, naturalmente).
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Sí, ma salvo errore da parte mia, si riferiva all’accento grafico indicante dove cade quello tonico.Fausto Raso ha scritto:Il linguista Aldo Gabrielli soleva dire (cito a memoria) che un accento in piú, messo al posto giusto, non ha mai ucciso nessuno.
Tornando alla questione del su/sú, scrive Luca Serianni nella sua grammatica (cap. I, § 177 b):
E superfluo non vuol dire errato, come ognun sa.Superfluo invece l’accento sull’avverbio sú (per distinguerlo dalla preposizione; il contesto risolve ogni dubbio) e su dò verbo (per distinguerlo dalla nota musicale; confusione molto improbabile).
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A proposito di accenti, da Luca Serianni mi sarei aspettato una dura condanna dell'uso di non accentare il sé pronome quando è seguito da stesso o medesimo. Egli, invece, scrive:Marco1971 ha scritto:Tornando alla questione del su/sú, scrive Luca Serianni nella sua grammatica (cap. I, § 177 b):E superfluo non vuol dire errato, come ognun sa.Superfluo invece l’accento sull’avverbio sú (per distinguerlo dalla preposizione; il contesto risolve ogni dubbio) e su dò verbo (per distinguerlo dalla nota musicale; confusione molto improbabile).
Senza reale utilità la regola di non accentare sé quando sia seguito da stesso o medesimo, giacché in questo caso non potrebbe confondersi con la congiunzione: è preferibile non introdurre eccezioni e scrivere sé stesso, sé medesimo. Va osservato, tuttavia, che la grafia se stesso è attualmente preponderante...
Non c’è ragione, né per lui né per alcuno, di condannare un uso innocuo, solo cervellotico e sconsigliabile. Di ben altri mali soffre la lingua.Fausto Raso ha scritto:A proposito di accenti, da Luca Serianni mi sarei aspettato una dura condanna dell'uso di non accentare il sé pronome quando è seguito da stesso o medesimo.
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"Su" interiezione
E quando su è interiezione (cosa che non tutti i dizionari ricordano) ci va l'accento?
Una frase come "venite su" con su avente valore esortativo, come va scritta:
venite su!
venite sù!
venite, su!
venire, sù!
Una frase come "venite su" con su avente valore esortativo, come va scritta:
venite su!
venite sù!
venite, su!
venire, sù!
Nell’italiano normale su non si accenta mai, qualunque sia la sua funzione. E qui basta la virgola a far riconoscere l’esortazione. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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