Buongiorno! Sempre in attesa degli esperti (), anch'io mi trovo d'accordo con le indicazioni di Lorenzos.
Vorrei aggiungere, come unica osservazione stilistica, che nella frase numero 7 vedrei meglio «nel caso». L'espressione «in caso [che]» (seguita da verbo) mi suona piuttosto sciatta e popolare; per me sarebbe da limitare a «in caso di» (seguito da sostantivo) oppure «in caso positivo/contrario/affermativo» ecc.
Aggiungo, per ampliare, che in 3 la scelta è libera, anche oltre alle due opzioni proposte: anche un volli iscrivermi o un ho voluto iscrivermi / mi son voluto iscrivere sono legittimi. Cambia soltanto la prospettiva.
Nella 4 pure, la scelta è libera, ma con la differenza che nel primo caso abbiamo il classico futuro nel passato, nel secondo un imperfetto abituale (era facile che si mettesse a ridere = era tipico e prevedibile il fatto che si mettesse a ridere in una certa e già sperimentata situazione).
In 6 sono valide entrambe: il piucchepperfetto ci rimanda in maniera deittico-anaforica ad un fatto antecedente rispetto ad un altro, a sua volta deitticamente anteriore rispetto al momento dell'enunciazione.
Ultima modifica di DON FERRANTE in data mer, 08 nov 2023 18:13, modificato 3 volte in totale.
Dario G ha scritto: mar, 07 nov 2023 15:18
Nella frase n. 8 può essere usato anche l'indicativo: dipende dal contesto.
Ha perfettamente ragione:
- Si pose all'ingresso per controllare chi entrava ed usciva
però, nella frase in esame, l'indicativo mi sembrerebbe un po' sciatto (e direi che pure il "chi passasse" non suona tanto leggiadro).
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.