Lo slughi è un grazioso levriere, dalle gambe sottili come quelle delle gazzelle, dai fianchi rilevati, dal muso lungo ed affilato, dai grandi occhi che sembrano meditabondi. Il suo mantello, rosso bragia, ricorda la sabbia del deserto. (FONTE)
Lo slughi, comunque, è il levriere arabo.
«Sloughi»
Moderatore: Cruscanti
- andrea scoppa
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«Sloughi»
È cosí piana e naturale e lontana da ogni ombra di affettazione, che i Toscani mi pare, pel pochissimo che ho potuto osservare parlando con alcuni, che favellino molto piú affettato, e i Romani senza paragone.
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Re: «Sloughi»
E infatti nel GRADIT:
Nel Battaglia l'adattamento assurge addirittura a voce primaria rispetto alle grafie forestiere.
sloughi /'zlugi/ (slou·ghi) s.m.inv. ES ar. TS cinof. [1898; ar. slūgī /'slu:gi:/, var. del class. salūqī, da Salūq, nome di una città araba] ➛ levriero arabo VAR. slughi
levriero arabo loc.s.m. TS cinof., razza di cani diffusa nel Nordafrica, con pelo raso e fine, di colore fulvo talvolta con maschera nera | cane di tale razza SIN. sloughi
slughi /'zlugi/ (slu·ghi) s.m.inv., var. ➛ sloughi
Nel Battaglia l'adattamento assurge addirittura a voce primaria rispetto alle grafie forestiere.
Re: «Sloughi»
Anche perché -ou- non è una buona traslitterazione dell’arabo dialettale slūgī; incidentalmente deriva da salūqiyy ‘levriero’, che indica però una razza canina differente (il «saluki»).
- Lorenzo Federici
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Re: «Sloughi»
Ammetto di averlo letto slaghi, non conoscendo il termine, pensando che fosse inglese in qualche modo.
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