Il Lexicon di Egger ha Rabatum, e Rabatenses gli abitanti.Rabat (arabo ar-Ribāṭ) Città capitale del Marocco (1.846.661 ab. nel 2017, considerando l’intera agglomerazione urbana), situata sulla costa atlantica alla foce dell’uadi Bou Regreg, di fronte a Salé, alla quale è collegata per mezzo di un grandioso ponte e con la quale forma un unico agglomerato urbano; capoluogo della regione di R.-Salé-Zemmour-Zaer (9580 km2 con 2.366.494 ab. nel 2004). Fino al 1956 fu la capitale amministrativa del protettorato francese. Urbanisticamente è caratterizzata dalla coesistenza di due quartieri, l’uno antico, dall’aspetto tradizionale, e l’altro moderno, dall’aspetto europeo, con ville e giardini; l’espansione più recente è avvenuta in direzione SO, verso Casablanca. Centro commerciale con porto fluviale e sede di alcune industrie (tessile, alimentare, delle ceramiche; lavorazione tradizionale dei tappeti e delle pelli), R. svolge soprattutto funzioni amministrative. Nodo stradale e stazione ferroviaria sulla linea Tangeri-Marrakech, dispone di un aeroporto internazionale. R. è pure sede di un’università e di altre istituzioni culturali, tra cui biblioteche e musei.
La città nacque in ricordo della vittoria riportata nel 1195 dagli Almohadi su Alfonso VIII di Castiglia ad Alarcos (il nome originario è infatti Ribāṭ al-Fatḥ «fortezza della vittoria»). Fu fondata dal califfo almohade Ya‛qub al-Manṣūr, che la cinse di mura, provviste di porte monumentali. Grandiosi sono i resti della cosiddetta moschea di Ḥassān (1196-97), che, probabilmente a causa delle sue vaste dimensioni, restò incompiuta, come il minareto. La moschea presenta una planimetria originale: oltre a una sala ipostila con ventuno navate ortogonali al muro della qibla e tre a essa parallele, presenta due corti rettangolari che interrompono le navate trasversali, delle quali è sconosciuta la funzione.
Presso R., nel 14° sec. sorse Chella, necropoli dei sultani Merinidi.
Orbis Latinus ha Rabatensis.
In italiano trovo vari adattamenti. Nelle Navigazioni di Ramusio c'è Rabat ma anche Rabato:
Rabato
Rabato è vna grandiſſima città, laqual fu edificata ne tempi moderni da Manſor, Re & pontefice di Marocco ſopra il lito del mar oceano. & da canto, cioè dalla parte di leuante, paſſa il fiume di Buragrag [...]La Citta di Rabato appreſſo la Marina edificata dal Re Manſor.
(Delle navigationi et viaggi, 2ª ed., vol. I, Stamperia de Giunti, Venezia, 1554)
...e in un punto Rabatto.
Rabata:
Questa fabbrica singolare si crede costruita nel secolo XI secondo il disegno di quel celebre Geber, cui si attribuisce l'invenzione dell'Algebra, e il disegno di due altre torri consimili, una a Marocco, e l'altra a Rabata. (F. Milizia, Opere complete, tomo III, 1827)
Rabatta:
Ritornato poi che fu Iacubbe a Marocco, sorpresovi da una fiera malattia, dove non valse soccorso d'arte, se ne moriva, (venendo seppellito il suo corpo a Rabatta, città da lui fondata, e dove anch'oggi si vede il suo monumento) [...] (L. Galibert, Storia d'Algeri, 1846)
Rabate:
Il traffico di Fez coi porti di mare e specialmente con Rabate, e quello che si fa per mezzo delle carovane [o caravane, non leggo bene] con Tunisi, Kahira e Sudan, le mantengono l'aspetto di una fiera perpetua. [...] (Il mondo illustrato, 1847)
Mi pare che quasi tutte le lingue del mondo usino più o meno la forma Rabat, con adattamenti solo minimi (es.: lettone Rabāta, lituano Rabatas).