Un barlume di speranza? («SUE»)

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Lorenzo Federici
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Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di Lorenzo Federici »

Tra le liste candidate alle elezioni europee 2024, troviamo Stati Uniti d'Europa. Curiosamente, l'acronimo usato dai giornali e dalle pagine d'informazioni è stato SUE (scritto anche Sue) e non —com'era invece più che prevedibile— USE, sul modello di USA. Che i giornalisti abbiano finalmente imparato a la lingua italiana?
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G. M.
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Re: Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di G. M. »

L'ho notato anch'io con piacere, non solo nell'uso giornalistico ma anche dei singoli utenti nelle reti sociali, che ho seguìto molto ultimamente, interessandomi di politica (e appartenendo a quell'area). :)

Faccio quest'osservazione perché invece, nel caso della sigla UE, su Facebook vedo parecchi utenti che scrivono spesso EU come se fosse normale in italiano (e ogni volta per me è un grande «ma perchééé?»), benché la sigla all'inglese nei giornali e nell'uso istituzionale sia piuttosto rara.
brg
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Re: Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di brg »

Non voglio sembrare arrogante, ma l'idea che qualcuno potesse pensare di accorciare "Stati Uniti d'Europa" in USE è del tutto pellegrina.
Lorenzo Federici ha scritto: mar, 11 giu 2024 23:51 Che i giornalisti abbiano finalmente imparato a la lingua italiana?
Non c'entra proprio nulla. Lo ribadisco, i giornalisti, come tutti o quasi gli altri, usano quello che è usato, cioè imitano e copiano: USA si può copiare, EU si può copiare, USE no, semplicemente perché non esiste, né esiste qualcosa che possa essere abbreviato in USE.
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G. M.
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Re: Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di G. M. »

Non capisco perché faccia quest'affermazione in tono tanto netto... certo, se si può «copiare» esattamente dagli anglofoni la cosa è più facile, ma il fenomeno degli pseudoforestierismi (qui nemmeno del tutto pseudo-) è ben noto e non marginale, ne abbiamo parlato tante volte.

Comunque, le basta una rapida gugolata per trovare esempi di USE in italiano, in contesti e registri vari:

La china presa dal "processo di integrazione europea" è chiaramente quella di dar vita a uno Stato federale sul modello degli USA e subordinato a questi: gli "Stati Uniti d'Europa" (USE) sarebbero la colonia preferita degli USA e per questo gli inglesi ne sono usciti. Ma, appunto, uscire si può. (Fonte)

L’INCOMPATIBILITA’
TRA COSTITUZIONE ITALIANA
ED EVENTUALE COSTRUZIONE DEGLI “U.S.E.
(“STATI UNITI D’EUROPA”)

(Fonte)

Come si può constatare dalle non numerose fonti storiografiche (salvo attingere alle specialistiche o alla documentazione d’epoca di Gallica, sito informatico della Biblioteca di Francia) il ricordato Congresso ginevrino sollevò espressamente la questione – e qui sta il punto – della realizzazione degli Stati Uniti d’Europa2. Gli USE come obiettivo non solo idealmente, bensì concretamente, politicamente perseguito. Gli USE ritenuti indispensabili per assicurare ai popoli europei una pace duratura e irreversibile, purché fondata appunto sulla libertà, ovvero su istituzioni pienamente democratiche preventivamente introdotte in tutti gli stati del continente. (Fonte)

Dopo Berlino isoliamo i vari Farage e rilanciamo gli USE (Fonte)

Perché gli USE, sono un progetto impossibile. [...] Il coefficiente di difficoltà, nella creazione e soprattutto sopravvivenza degli USE, sarebbe superiore a quello della fondazione di una colonia umana su uno dei satelliti di Saturno. (Fonte)
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G.B.
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Re: Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di G.B. »

Non pare utile leggere o prevedere i fenomeni sempre e solo sotto la lente della anglomania. Credo di poter interpretare cosí il «tono» dell'intervento di brg.

Per altri versi, mi domando se non sia un anglicismo la stessa espressione (plurisecolare) «Stati Uniti d'Europa» (ne sono quasi certo), quando nulla avrebbe vietato di dire Unione degli Stati Europei e, quindi, USE. Ma comprendo anche che un tale uso della parola anglicismo sia poco ortodosso (qui).
G.B.
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G. M.
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Re: Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di G. M. »

G.B. ha scritto: gio, 13 giu 2024 18:42 Per altri versi, mi domando se non sia un anglicismo la stessa espressione (plurisecolare) «Stati Uniti d'Europa» (ne sono quasi certo), quando nulla avrebbe vietato di dire Unione degli Stati Europei e, quindi, USE. Ma comprendo anche che un tale uso della parola anglicismo sia poco ortodosso (qui).
Non so se ho capito bene il suo commento, ma mi pare che l'espressione sia sempre stata intesa proprio come un esplicito riferimento al nome della federazione vascintoniana (esempio famoso), quindi, se vogliamo, un anglicismo.

Sia chiaro che nell'àmbito è un'espressione «per intendersi», o farsi intendere dal pubblico generalista, più che un'idea di nome formale per un eventuale stato unico europeo. Nell'epoca odierna, al contrario, l'influenza soverchiante su di noi degli Stati Uniti «per antonomasia» spinge molti federalisti a discostarsi dai formalismi del vicino oltreatlantico; e molti desiderano una federazione europea [anche] proprio per ridurre la nostra condizione di subordinazione e poter trattare da pari a pari coi SUA («autonomia strategica», come si dice per non urtare troppo gli alleati :mrgreen:), e oggi anche colle altre potenze emergenti del pianeta: e quindi non si desidera più un nome che a molti oggi sembrerebbe in sostanza uno sgradevole copincolla da colonia culturale. Nell'Ottocento, quando l'Europa dominava ancora il mondo e gli Stati Uniti avevano una connotazione diversa dall'attuale, ovviamente questi elementi non c'erano, o erano diversi e ridotti.

Per le stesse ragioni, se devo parlare del concetto, io non uso praticamente mai Stati Uniti d'Europa, ma parlo piuttosto di federazione europea, Europa federale, e simili. :)
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G.B.
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Re: Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di G.B. »

G. M. ha scritto: gio, 13 giu 2024 21:50
G.B. ha scritto: gio, 13 giu 2024 18:42 Per altri versi, mi domando se non sia un anglicismo la stessa espressione (plurisecolare) «Stati Uniti d'Europa» (ne sono quasi certo), quando nulla avrebbe vietato di dire Unione degli Stati Europei e, quindi, USE. Ma comprendo anche che un tale uso della parola anglicismo sia poco ortodosso (qui).
Non so se ho capito bene il suo commento, ma mi pare che l'espressione sia sempre stata intesa proprio come un esplicito riferimento al nome della federazione vascintoniana (esempio famoso), quindi, se vogliamo, un anglicismo.
Non conoscevo l'esempio di Hugo. Grazie.
G.B.
Avatara utente
G. M.
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Re: Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di G. M. »

Di niente. :)
brg
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Re: Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di brg »

Per favore, cerchiamo di appigliarci ad un barlume di ragionevolezza, prima che di speranza.

Sull'importanza della connotazione nei nomi ho già speso abbastanza parole su queste pagine, quando ho sostenuto lo scorporo delle discussioni di onomastica dal resto dei forestierismi. Bene, c'è una differenza chiarissima a livello di connotazione, tra un'entità politica di ambito sovranazionale, attualmente solo immaginata, che si chiami "Stati Uniti d'Europa" ed una compagine elettorale di ambito meramente italiano che si chiama "Stati Uniti d'Europa". La prima ha un parallelo naturale in un'altra entità politica, reale, che si fa chiamare, per ragioni comprensibili, U.S.A., mentre la seconda no, non ha paralleli logici, né un nome abbreviabile in U.S.E. per una qualche chiara ragione. D'altra parte esiste già un partito, detto democratico, espressamente creato come parallelo italiano di un ben noto partito statunitense, pertanto anglofono, che viene comunemente abbreviato in P.D. (pron. "piddì"), invece che con qualche sigla di stampo inglesizzante. Non deve pertanto sorprendere che, se non si abbrevia albionicamente il "piddì", che pure ha un diretto parallelo statunitense, non si debba abbreviare in tal guisa nemmeno il "S.U.E.", che tale parallelo diretto non l'ha. Infatti, nelle sparute attestazioni di "S.U.E." si legge:
SANDRA MASTELLA SORPASSA GIORGIA MELONI NEL BENEVENTANO MA IL S.U.E. NON SUPERA IL QUORUM
[...] una forza moderata e riformatrice come il Sue può essere determinante in una stagione nuova [...]
Si dice spontaneamente "il S.U.E.", cioè il partito degli Stati Uniti d'Europa, e non "i S.U.E.", ovvero dei fantomatici Stati Uniti d'Europa, che non esistono. Questo perché la differenza di connotazione tra le due entità è evidente ed influenza la percezione del nome, nel suo uso e significato: nel caso dell'entità politica esso è descrittivo, nel caso della lista elettorale è solo evocativo. Potrei andare avanti, però finisco che fa bello.
Avatara utente
G. M.
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Re: Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di G. M. »

La sua analisi mi trova d’accordo, dal punto di vista logico… ma di nuovo trascura il fatto fondamentale che l’anglicismo, come abbiamo visto tante volte, spesso e volentieri straborda dai limiti «logici» con cui analizziamo e desideriamo una lingua sensata. :wink: Dal che il nostro piccolo piacere che qui non sia strabordato.

Comunque, forse si convincerà che non vaneggiamo con un'attestazione esplicita:

La prima puntata della nostra nuova rubrica dedicata ai sondaggi dall’Italia e dal mondo: questa sera le prime rilevazioni sulla lista USE (Bonino-Renzi), i sondaggi sulla Basilicata, la nuova media sondaggi e le presidenziali in Slovacchia. (Fonte)
✺✺✺ (cancellato)

Re: Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di ✺✺✺ (cancellato) »

G. M. ha scritto: gio, 20 giu 2024 11:16forse si convincerà che non vaneggiamo con un'attestazione esplicita:

La prima puntata della nostra nuova rubrica dedicata ai sondaggi dall’Italia e dal mondo: questa sera le prime rilevazioni sulla lista USE (Bonino-Renzi), i sondaggi sulla Basilicata, la nuova media sondaggi e le presidenziali in Slovacchia. (Fonte)
Probabile refuso, perché lo stesso redattore di Bidimedia un mese dopo, in altro articolo, scrive regolarmente "SUE":
https://sondaggibidimedia.com/diretta-b ... i-perugia/
Avatara utente
G. M.
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Re: Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di G. M. »

Certamente possibile, com'è possibile, e secondo me del tutto probabile, che abbia scritto USE proprio come anglicismo e che successivamente si sia adeguato all'uso che ha visto essere maggioritario. :wink:
Avatara utente
Lorenzo Federici
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Re: Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di Lorenzo Federici »

Sono d'accordo col fatto che il SUE partito sia diverso dai SUE ipotetica entità governativa, la differenza è abbastanza evidente, ma il problema degli anglicismi e degli pseudanglicismi è che molto spesso seguono il cuore e non il cervello. Un nome come Stati Uniti d'Europa, a prescindere da ciò che indica, fa leva su tutta una serie d'aspetti che associamo alla cultura nordamericana e agli Stati Uniti d'America e vuole avere su chi sente il nome, in quanto nome d'una lista, un impatto prima emotivo e poi logico e razionale. La sigla USA è la sigla che più associamo istintivamente agli Stati Uniti d'America, quindi il parallelo USE almeno istintivamente è più che comprensibile. Ovvio che poi, da un punto di vista logico, non ha senso.
✺✺✺ (cancellato)

Re: Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di ✺✺✺ (cancellato) »

Se mai esisterà uno Stato di Stati confederati, un nome pronto c’è già - che ha già cambiato significato nel tempo e può continuare a farlo - ed è UE, Unione Europea o al più Federazione Europea. Il Manifesto di Ventotene usa due volte quest'ultimo nome e una volta quello di Stati Uniti d'Europa.
Si potrebbe ironicamente aggiungere che Unione Europea resta oltretutto il nome più ideologicamente equidistante, se si pensa alla Росси́йская Федера́ция, ossia la Federazione Russa.

https://it.wikisource.org/wiki/Manifesto_di_Ventotene
brg
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Re: Un barlume di speranza? («SUE»)

Intervento di brg »

Lorenzo Federici ha scritto: gio, 20 giu 2024 12:39 La sigla USA è la sigla che più associamo istintivamente agli Stati Uniti d'America, quindi il parallelo USE almeno istintivamente è più che comprensibile.
Non sono d'accordo. Il salto logico da fare è ben più ampio di quello illustrato: "USA" è ormai diventato un termine autonomo, che sempre ormai viene scritto senza punti e spesso viene pure erroneamente usato come aggettivo, sinonimico di "Stati Uniti d'America". In pratica sia l'espressione "USA" che "Stati Uniti d'America" sono significanti autonomi, se così si può dire, per lo stesso significato. Quindi il passaggio da "USA" a "Stati Uniti d'America" non è immediato, ma bisogna prima afferrare il concetto e, poi, da quello passare al sinonimo. Operazione tutt'altro che scontata e che mi fa dire che, al contrario di quanto da lei detto, ad essere istintivo è l'accorciamento in "S.U.E.", mentre quello in "U.S.E." richiederebbe una serie di salti logici non proprio probabili per tutta una serie di ragioni, che vanno dall'opportunità di applicare l'abbreviazione, alla voglia di farlo.
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