«Kasher», «kosher»

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
Avatara utente
G. M.
Interventi: 3032
Iscritto in data: mar, 22 nov 2016 15:54

«Kasher», «kosher»

Intervento di G. M. »

Treccani:
kāshērkaašèer〉 (anche kašerkašèr〉 e, nella pron. degli ebrei ashkenaziti, košer o kōshērkòšer〉) agg., ebr. – Propriam., idoneo, giusto, puro, termine con cui sono qualificati i cibi permessi agli Ebrei perché conformi alle prescrizioni rabbiniche, in contrapp. ai cibi ṭaref (v.), che sono quelli non consentiti: carne, vino k., ecc.; sono considerati kāshēr, per es., i ruminanti a unghia flessa e piede biforcuto, i pesci con pinne e squame (e, all’opposto, ṭaref i molluschi, i crostacei, i piccoli volatili). Il termine è spesso adattato in ital in kashèr; per estens., si parla anche di ristoranti kasher, di macellerie k., e con ulteriore estens. di persona k., osservante delle prescrizioni ebraiche (o, metaforicamente, persona buona).
Il GDLI ha anche i semiadattamenti kascèr e koscèr, con -sc- per -sh-.

Il De Mauro fa un passo ulteriore con cascèr.

Tempo fa avevo pensato di adattarlo in cascèro. Che piacere quando ieri, per caso, ho trovato proprio questa forma messa a lemma nel TLIO! :D
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 18 ospiti