Ovvero e oppure
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E allora il Gabrielli contraddice proprio sé stesso (e comincio a dubitare della serietà del DLM, del 1965, mentre il suo Grande Dizionario Illustrato della Lingua Italiana in due volumi è del 1989). Finché non mi si forniranno attestazioni autorevoli di queste forme plurali (assenti dal Battaglia e dalla LIZ), continuerò a ritenerle sospette.
Non convincono molto nemmeno me, e per quel che vale non le ho mai incontrate; ma se si può scrivere pur che siano o purché siano, l'univerbazione in purchessiano seppur poco usata (e quindi probabilmente da non registrare) non dovrebbe essere ritenuta inaccettabile, penso.
È vero che l'univerbazione diventa la norma solo quando un'espressione è molto usata, e fino a quel momento può addirittura essere fortemente rifiutata (come come nel caso di daccordo), ma di per sé è solo una grafia diversa (corrispondente alla pronuncia) di un gruppo di parole non disgiungibile, perciò c'è una certa discrezionalità.
È vero che l'univerbazione diventa la norma solo quando un'espressione è molto usata, e fino a quel momento può addirittura essere fortemente rifiutata (come come nel caso di daccordo), ma di per sé è solo una grafia diversa (corrispondente alla pronuncia) di un gruppo di parole non disgiungibile, perciò c'è una certa discrezionalità.
Tra purchessia e purché sia c’è una differenza sintattica e semantica, per questo non è auspicabile univerbare purché sia quando significa ‘a patto che sia’.
Verremo domenica, purché sia bel tempo.
Mi accontento d’un pasto purchessia.
*Verremo domenica, purchessia bel tempo.
*Mi accontento d’un pasto purché sia. (Esempi del DISC)
Purchessia è aggettivo indefinito; purché [sia] è congiunzione. Una distinzione diversa, ma che giustifica la differenza di forma, è quella tra sennonché e se non che.
Verremo domenica, purché sia bel tempo.
Mi accontento d’un pasto purchessia.
*Verremo domenica, purchessia bel tempo.
*Mi accontento d’un pasto purché sia. (Esempi del DISC)
Purchessia è aggettivo indefinito; purché [sia] è congiunzione. Una distinzione diversa, ma che giustifica la differenza di forma, è quella tra sennonché e se non che.
Ma questi sono soltanto gli usi prevalenti: purché sia può benissimo essere una subordinata introdotta dalla congiunzione condizionale purché, che una volta che perda qualunque separazione dal resto della frase si può assimilare a un attributo (e univerbare in quanto tale, come è norma attuale).Marco1971 ha scritto:Purchessia è aggettivo indefinito; purché [sia] è congiunzione. Una distinzione diversa, ma che giustifica la differenza di forma, è quella tra sennonché e se non che.
Questo per dire solo che in teoria nessuna di queste univerbazioni o separazioni è impossibile, e cioè che come dice lei è "solo" questione di auspicabile o meno, cioè di comprensibilità e immediatezza dello scritto.
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- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Riapro questo filone perché ho visto che purchessiano si trova in molti libri:
Francesco Protonotari - 1932
... ma inammissibili, e rese più antipatiche pel vezzo di esaltare al sommo
della scala i cultori purchessiano della critica estetica o psicologica — fra i
quali, naturalmente, sarebbero compresi essi in prima fila — come i privilegiati
...
books.google.it
Giornale storico della letteratura italiana: Volume 101
1933
ma inammissibili, e rese più antipatiche pel vezzo di esaltare al « sommo della
scala i cultori purchessiano della critica estetica o « psicologica — tra i
quali, naturalmente, sarebbero compresi essi « in prima fila — • come i ...
books.google.it Tommaso Landolfi - 1963 - 211 pagine
... di significati etc.; sicché resta una palese sproporzione o discrepanza tra
gli scopi purchessiano e il mezzo, e delle due l'una: o rinunciare alla lingua e
cercarsi un altro mezzo, o usarla come Dio comanda. ...
books.google.it Lungo la vita di Giovanni Pascoli:
Maria Pascoli, Giovanni Pascoli, Augusto Vicinelli - 1961 - 1069 pagine
... vanno in calzoni corti e calze fuori come i preti di costà; i preti invece
hanno i calzoni lunghi come costà gli uomini purchessiano. Ho concluso che i
preti vogliono sempre...
Francesco Protonotari - 1932
... ma inammissibili, e rese più antipatiche pel vezzo di esaltare al sommo
della scala i cultori purchessiano della critica estetica o psicologica — fra i
quali, naturalmente, sarebbero compresi essi in prima fila — come i privilegiati
...
books.google.it
Giornale storico della letteratura italiana: Volume 101
1933
ma inammissibili, e rese più antipatiche pel vezzo di esaltare al « sommo della
scala i cultori purchessiano della critica estetica o « psicologica — tra i
quali, naturalmente, sarebbero compresi essi « in prima fila — • come i ...
books.google.it Tommaso Landolfi - 1963 - 211 pagine
... di significati etc.; sicché resta una palese sproporzione o discrepanza tra
gli scopi purchessiano e il mezzo, e delle due l'una: o rinunciare alla lingua e
cercarsi un altro mezzo, o usarla come Dio comanda. ...
books.google.it Lungo la vita di Giovanni Pascoli:
Maria Pascoli, Giovanni Pascoli, Augusto Vicinelli - 1961 - 1069 pagine
... vanno in calzoni corti e calze fuori come i preti di costà; i preti invece
hanno i calzoni lunghi come costà gli uomini purchessiano. Ho concluso che i
preti vogliono sempre...
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Vedo, caro Fausto. Secondo me, una forma come questa – che avverto come falsamente arcaizzante –, priva d’una corposa documentazione nella letteratura (nessun’occorrenza nella LIZ[a], ignota al Battaglia), va guardata con sospetto. Ne sconsiglierei senz’altro l’impiego nell’italiano normale d’oggi.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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