Ah, sí, non ci avevo pensato. Ha piena ragione, secondo me. L’unico problema è che – come in tutti i casi – gl’italiani non danno importanza a queste cose (come lei sa). Ma noi continueremo la nostra battaglia.
Ultimamente, un utente iscrittosi di recente ha parlato di *tread per thread. Lo evidenzio non per far torto all’utente in questione, ma solo perché questo costituisce un esempio tipico della mentalità imperante: «non importa come si scrive, basta che sia straniero».
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
best practice /ingl. best pr'æktɪs ‖ in it. bɛst pr'ɛktis/ loc. s.f.invar.AMMIN. Buona pratica, la migliore pratica (➝ PRATICA): la best practice italiana nella prevenzione del tumore al seno ‖ La linea guida ricavabile da tale esperienza e da casi analoghi
AMMIN.buona pratica (o la migliore pratica), la procedura più efficace nella gestione di un'attività o nello svolgimento di un processo, derivante dall'esperienza che ha fornito i migliori risultati relativamente agli obiettivi fissati; best practice: le dieci buone pratiche della programmazione aziendale
L'anglicismo best practice è entrato in italiano sul finire del Novecento ed è stato utilizzato in diversi ambiti (aziendale, sanitario, educativo, governativo, ecc.) per indicare le procedure che hanno permesso di ottenere i risultati migliori. La locuzione ha come equivalenti in italiano buona pratica, la migliore pratica o anche buona prassi, la migliore prassi, tutte espressioni già usate in vari siti e testi italiani in sostituzione della voce inglese.
Zingarelli:
best practice /bɛst'praktis, ingl. ˌbɛst'præktɪs/ [...] loc.sost.f.inv.● in vari ambiti, metodologia sperimentata come la migliore nella gestione di un'attività o nell'esecuzione di un processo
buone pratiche, metodo migliore, procedura ottimale (calco sull'ingl. best practice)