Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

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G. M.
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Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

Intervento di G. M. »

Continuando da quest'intervento e da uno scambio che ho avuto con alcuni membri del fòro (@Valente, @Il Dottor Mannaro) qualche giorno fa, mi chiedo se sia mai stata compilata, in tempi recenti, una lista di falsi amici, fra italiano e inglese, per cui si osserva una tendenza alla risemantizzazione del termine italiano, che si allinea al significato di quello inglese. Se non è stata fatta, la inizio io:
  • applicare ~ apply 'candidarsi';
  • confidente, confidenza ~ confident 'sicuro, disinvolto, fiducioso', confidence 'sicurezza, disinvoltura, fiducia';
  • consistente, consistenza, inconsistente, inconsistenza ~ consistent 'coerente', consistency, -e 'coerenza', inconsistent 'incoerente', inconsistency 'incoerenza';
  • sottomettere ~ submit 'sottoporre'.
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Infarinato
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Re: Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

Intervento di Infarinato »

…Solo due appunti veloci: in inglese apply for vale piuttosto «fare domanda per» che «candidarsi a», e consistent etc. significa «costante» oltre che «coerente».
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Millermann
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Re: Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

Intervento di Millermann »

Grazie dello spunto: questo filone capita proprio a fagiolo per parlarvi di un caso che, proprio l'altro giorno, mi ha fatto strabuzzare gli occhi: stavo leggendo sul Sole 24 Ore un articolo a proposito del discusso inserimento "obbligato" di un assistente di IA nelle applicazioni di Meta, quando noto la seguente affermazione, attribuita a Gabriele Faggioli, un responsabile scientifico del Politecnico di Milano:
«Se l'aggancio obbligato all'app verrà ritenuto non corretto le autorità dovranno intervenire per obbligare Meta a disporlo».

Come sarebbe, «a disporlo»? :shock: È già stato "disposto" nell'applicazione, mi sembra; semmai, quello che si vorrebbe poter fare è rimuoverlo!

Mi chiedo come sia possibile non riuscire piú a distinguere i significati delle parole italiane da quelli dei falsi amici in altre lingue! Ma vabbè, forse in questo caso è comprensibile: ormai i rifiuti si «dispongono» ordinatamente nei diversi contenitori della raccolta differenziata! :lol:
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Re: Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

Intervento di Infarinato »

Ho notato «traduzioni» tremende di questo tipo nel doppiaggio di recenti serie televisive e di pellicole cinematografiche di un certo pregio, dove non sussistevano nemmeno particolari esigenze di sincronismo labiale. Cercherò di recuperarli…
Valente
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Re: Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

Intervento di Valente »

Si potrebbe costruire una scala per arrivare alla luna per quanti ce ne sono. Il più noto è processare che dall'ambito giuridico è passato a un'area semantica totalmente diversa. Realizzare anche ha assunto un significato diverso, così come realizzazione, soprattutto tra i giovani vedo che viene sempre più usata col significato di intuizione, accorgimento piuttosto che di concretizzazione. Solito cede il posto a usuale, ovviamente lo zampino dell'inglese lo si sente da chilometri.
Il Dottor Mannaro
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Re: Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

Intervento di Il Dottor Mannaro »

Ultimamente leggo e sento spesso culto al posto di setta, senz'altro dall'inglese cult; altrettanto sciaguratamente diffuso mi pare ingaggio come traducente di engagement laddove avrebbe tutt'altro significato; mi chiedo se ci sia da rassegnarsi poi su severo, particolarmente diffuso in ambito medico in luogo di grave
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Re: Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

Intervento di Infarinato »

Il Dottor Mannaro ha scritto: mar, 22 apr 2025 9:59 [M]i chiedo se ci sia da rassegnarsi poi su severo, particolarmente diffuso in ambito medico in luogo di grave
Di severo nel senso di «grave» s’è già discusso qui;)
EdoSecco
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Re: Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

Intervento di EdoSecco »

Aggiungo alcuni casi che trovo tremendi:

"scrollare" per indicare il gesto di scorrere lo schermo del telefono, adattato dal verbo inglese "to scroll" dimenticandosi che in italiano significa "agitare, scuotere";

"popolare" col significato di compilare una tabella con dei dati, italianizzando il verbo inglese "to populate".

"decade" per dire dieci anni in luogo dell'ovvio "decennio", sull'influsso dell'omografo inglese.

Tra l'altro mi fanno molto ridere quelli che dicono "Ehhh ma nell'italiano del '500 'confidente che', 'decade' e 'schedulare' già si usavano", sì, perché chi oggi li usa lo fa perché recupera l'uso rinascimentale, sì, proprio, non è per nulla un ritorno dall'inglese, no.
Ultima modifica di EdoSecco in data sab, 26 apr 2025 15:16, modificato 2 volte in totale.
EdoSecco
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Re: Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

Intervento di EdoSecco »

Un'altra, sentita da un collega:

"referenza" per tradurre "reference" - questa parola inglese significa per lo più menzione, citazione, riferimento, richiamo; non sempre va adattato con 'referenza' che di solito si usa per l'informazione sulle capacità di una persona

A parte che specialmente quando si è in ambito di intrattenimento (film, fumetti, serie televisive) soprattutto da chi ha meno di 30-35 anni ormai sento solamente dire cose come "una bellissima reference" o "avete notato la reference?" quando sarebbe normale dire citazione.
L'itanglese sta proprio entrando nei cervelli.
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Carnby
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Re: Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

Intervento di Carnby »

EdoSecco ha scritto: sab, 26 apr 2025 15:08 Tra l'altro mi fanno molto ridere quelli che dicono "Ehhh ma nell'italiano del '500 'confidente che', 'decade' e 'schedulare' già si usavano", sì, perché chi oggi li usa lo fa perché recupera l'uso rinascimentale, sì, proprio, non è per nulla un ritorno dall'inglese, no.
E questo cosa c’entra? Decade significa ‘insieme di dieci cose’, tra cui, sì, anche dieci anni, come scriveva per esempio il Carducci. Il fatto che oggi decade nel senso di ‘decennio’ sia ritornato di moda per via dell’inglese (e, in misura molto minore, anche dello spagnolo), non vuol dir nulla: il suo uso è pienamente legittimo. Dato però che abbiamo una parola più specifica, è meglio, questo sì, usare decade nel senso di ‘dieci giorni’ e decennio nel senso di ‘dieci anni’ (e magari deca nel senso di ‘dieci libri’, come faceva il Machiavelli). La ricchezza lessicale è sempre un vantaggio.
EdoSecco
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Re: Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

Intervento di EdoSecco »

Carnby ha scritto: lun, 05 mag 2025 20:32 Il fatto che oggi […] sia ritornato di moda per via dell’inglese […] non vuol dir nulla…
La penserò sbagliata (non sono l'unico, ad ogni modo), ma nella mia testa invece vuol dire moltissimo, che devo dirvi.

Comunque il punto principale del messaggio era l'ironia che volevo fare sulle persone che, pur di difendere certi usi, vanno appositamente a cercare queste informazioni che fino a quel momento ignoravano completamente, dando per scontato l'uso italianizzato di modi di dire provenienti dall'inglese (ad esempio un tizio su Facebook mi ha detto di essere andato a cercare col lanternino queste cose appositamente per darmi contro, e per dirla gentilmente non era certo un accademico).
brg
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Re: Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

Intervento di brg »

Usare "decade" per "decennio" è abbastanza raccapricciante.

Nell'uso storico si diceva: "prima decade del secolo", "ultima decade dell'ottocento" ecc., ovvero è ovvio che si parli di anni, perché si specifica. Poiché la decade è un raggruppamento generico, usarlo specificando che cosa componga la decade o meno fa una grande differenza. Dire che si usava storicamente, senza specificare come si usasse storicamente è fuorviante.
EdoSecco
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Re: Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

Intervento di EdoSecco »

Vi riporto un'osservazione magistrale letta in rete in cui si parlava di un argomento simile: in quel caso si discuteva di schedula/schedulare, reintrodotto in italiano sulla base dell'inglese (to) schedule.
[…] sia chiaro, schedula sostantivo esiste, direttamente dal latino. La schedula si organizza, si consulta ecc.
Non è una questione di "Lo hanno usato LORO [gli inglesi, ndr], non vale più il termine latino" ma "deriva dal latino ma comunque in italiano è introdotto dopo aver subìto una trasformazione nel contesto anglofono. Abbiamo già sinonimi dello stesso termine derivati direttamente o formati nel contesto italofono? Perché non ci è importato alcunché del termine latino finché non ci è stato presentato dalla cultura economicamente egemone?".
Ultima modifica di EdoSecco in data lun, 19 mag 2025 0:40, modificato 1 volta in totale.
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Re: «Schedula»

Intervento di Infarinato »

EdoSecco ha scritto: dom, 18 mag 2025 16:43 Vi riporto un'osservazione magistrale…
«Magistrale» addirittura? Mi sembra invece un’osservazione piuttosto banale, fatta millantamila volte in questa piazza negli ultimi vent’anni. Tra l’altro è anche poco chiara (o perlomeno è poco chiaro lo stralcio da Lei riportato). Certo, il latinismo schedula esisteva già da secoli in italiano, nelle accezioni (oggi perlopiú desuete) del GDLI, però, e in quella, poi estesasi negli ultimi anni, del Treccani
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Re: Falsi amici fra inglese e italiano con tendenza alla risemantizzazione

Intervento di Carnby »

Fuori tema
EdoSecco ha scritto: dom, 18 mag 2025 16:43 Perché non ci è importato alcunché del termine latino finché non ci è stato presentato dalla cultura economicamente egemone?
Francamente ne ho le tasche piene della «cultura economicamente egemone» et similia. E qui mi taccio, anche perché è una cosa che ha più a che vedere con la politica che con la lingua o la linguistica.
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