Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Spazio di discussione dedicato alla storia della lingua italiana, alla sua evoluzione e a questioni etimologiche

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Navi
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Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Intervento di Navi »

Com’è noto, l’italiano tradizionale di base toscana non accetta l’uscita in «u» atono e in piú d’un caso, confrontandosi con questa terminazione in termini stranieri, li ha adattati spostando l’accento tonico sull’ultima sillaba. Alcuni esempi: cudú, iglú*, indú, urdú, vudú, zulú. Da qualche tempo mi sono però accorto che tutti questi termini, oltre che dall’uscita, sono accomunati dall’essere tutti termini bisillabici e, per quanto rimugini la questione, non riesco a trovarne con un maggiore numero di sillabe. :?

Vorrei quindi sottoporre agli utenti del fòro il seguente quesito: esistono termini stranieri con piú di due sillabe e uscenti in «u» atono che sono stati adattati mutando la sede dell’accento? o, in altre parole: l’adattamento del tipo -̀u in -ú ha coinvolto solamente bisillabi?

Ringrazio in anticipo chi avrà la pazienza di rispondere. :D


*Ossitono in lingua eschimese, ma in italiano il termine è giunto attraverso l’inglese, dove la parola è parossitona.
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Carnby
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Re: Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Intervento di Carnby »

Non è il massimo, ma Xanadu /ˈzænəduː/ in Quarto potere di Orson Welles fu adattata in Candalù.
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G. M.
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Re: Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Intervento di G. M. »

Mi viene in mente ingl.Malibu > Malibù, ma l'/-uː/ finale all'orecchio italiano può favorire la percezione d'un'accentazione tronca; o forse ci è venuto dallo spagnolo (Malibú).

Per urdù, il Treccani scrive che viene «dall’indost[ano] urdū», che all'orecchio italiano suona alquanto tronco.

Per vudù, sempre il Treccani scrive (sottolineatura mia) che ci viene «attrav[erso] l’ingl[ese] voodoovùuduu› e il fr[ancese] vaudouvodù», quindi anche qui il lavoro di spostamento dell'italiano è piuttosto ridotto.
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Navi
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Re: Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Intervento di Navi »

G. M. ha scritto: mer, 03 set 2025 9:11Per vudù, sempre il Treccani scrive (sottolineatura mia) che ci viene «attrav[erso] l’ingl[ese] voodoo ‹vùuduu› e il fr[ancese] vaudou ‹vodù›», quindi anche qui il lavoro di spostamento dell'italiano è piuttosto ridotto.
Avevo già considerato che alcune di queste pronunce fossero riconducibili all’influenza della lingua francese. Riguardo ai termini già menzionati, una breve ricerca in rete conferma che tre di questi sono passati in italiano dal francese: per il GDLI cudú viene dal francese coudon, indú da hindou, zulú da zoulou. Inoltre in francese si dice iglou e ourdou, che potrebbero benissimo spiegare l’accentazione tronca d’iglú e urdú.

Mi viene dunque il dubbio che l’unica modalità con cui l’italiano ha adattato e adatta tuttora, almeno nel parlato, le parole uscenti in «u» atono sia colla riduzione in «o» chiuso.
Carnby ha scritto: mer, 03 set 2025 0:06 Non è il massimo, ma Xanadu /ˈzænəduː/ in Quarto potere di Orson Welles fu adattata in Candalù.
Un’adattamento realizzato trasformando l’iccase in ci, con parallelo cambio di sillaba per il di e un’aggiunta del tutto ingiustificata di un elle è quantomeno «insolito». :P Se poi si considera che non ci sono attestazioni di Candalú indipendenti da Quarto potere, mi pare quasi certo che i traduttori non si resero conto che il riferimento fosse a una città reale (mediata dalla celebre e bellissima poesia di Coleridge) e scelsero di sostituire quello che pareva loro un nome di fantasia con un nome di fantasia.
Fuori tema
Un antichissimo adattamento italiano di Xanadu comunque esiste:
Marco Polo, nel Milione, ha scritto:Quando l’uomo è partito di questa cittade e cavalca 3 giornate, sí si truova una cittade ch’è chiamata Giandu, la quale fee fare lo Grande Kane che regna, Coblai Kane. E àe fatto fare in questa città uno palagio di marmo e d’altre ricche pietre; le sale e le camere sono tutte dorate e è molto bellissimo marivigliosamente. E atorno a questo palagio è uno muro ch’è grande 15 miglia, e quivi àe fiumi e fontane e prati assai.
Presumibilmente piano e quindi con «u» terminale atono. :!:
Ultima modifica di Navi in data mer, 03 set 2025 13:49, modificato 1 volta in totale.
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Ferdinand Bardamu
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Re: Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Fuori tema
Navi ha scritto: mer, 03 set 2025 13:47Se poi si considera che non ci sono attestazioni di Candalú indipendenti da Quarto potere, mi pare quasi certo che i traduttori non si resero conto che il riferimento fosse a una città reale (mediata dalla celebre e bellissima poesia di Coleridge) e scelsero di sostituire quello che pareva loro un nome di fantasia con un nome di fantasia.
Nel fòro c’è un attore e doppiatore, @Il Dottor Mannaro, che può confermare, ma credo che la sostituzione —in questo come in molti altri casi nella storia del doppiaggio italiano— sia dovuta piú a ragioni di eufonia che all’ignoranza della citazione.

Peraltro, nella stessa pellicola, Rosebud, che è il nome dello slittino con cui giocava il protagonista prima di essere separato dai genitori, diventa Rosabella. Non vedo altre ragioni che la maggiore riconoscibilità della parola presso il pubblico; l’adattamento, anche qui, oblitera il riferimento dell’originale (il bocciolo di rosa, cioè l’infanzia di Kane).
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G. M.
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Re: Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Intervento di G. M. »

Navi ha scritto: mer, 03 set 2025 13:47 Un antichissimo adattamento italiano di Xanadu comunque esiste:
Marco Polo, nel Milione, ha scritto:[…] Giandu […]
Presumibilmente piano e quindi con «u» terminale atono. :!:
Raramente si trova anche riportato, o ulteriormente adattato, come Giandù.

C'è anche, più modernamente, Xanadù, in contesti vari e anche qui forse con la mediazione di francese, spagnolo, portoghese...
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Re: Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Intervento di Infarinato »

Navi ha scritto: mer, 03 set 2025 13:47 Un antichissimo adattamento italiano di Xanadu comunque esiste:
Marco Polo, nel Milione, ha scritto:[…] Giandu […]
Presumibilmente piano e quindi con «u» terminale atono. :!:
Non necessariamente: potrebbe essere semplicemente un fatto (orto)grafico. ;)
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Re: Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Intervento di G. M. »

Aggiungo che, anche se fosse da leggersi effettivamente -àndu, Marco Polo spesso non adatta pienamente i nomi esotici (ne troviamo in -t, -s, -p, -c…), quindi potrebbe doversi intendere più come trascrizione approssimativa della pronuncia da lui udita che adattamento pieno all'italiano.
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Re: Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Intervento di Infarinato »

Che, poi, non era Marco Polo a scrivere, ma Rustichello da Pisa… in francese antico! Quindi bisogna vedere di dov’era l’autore della volgarizzazione in questione, quali fossero le convenzioni ortografiche da lui adottate e quali convenzioni abbia poi seguito l’editore moderno etc. ;)
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Re: Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Intervento di G. M. »

E qui ammetto la mia ignoranza (ma mi pare che la sostanza del mio intervento precedente valga comunque). :)
Fuori tema
PS. Un benvenuto anche da parte mia, @Navi… bello il suo avatara! :)
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Re: [FT] Testo italiano del «Milione»

Intervento di Infarinato »

Fuori tema
Infarinato ha scritto: gio, 04 set 2025 11:16 Che, poi, non era Marco Polo a scrivere, ma Rustichello da Pisa… in francese antico! Quindi bisogna vedere di dov’era l’autore della volgarizzazione in questione, quali fossero le convenzioni ortografiche da lui adottate e quali convenzioni abbia poi seguito l’editore moderno etc. ;)
Il testo citato (come —si direbbe— praticamente tutte le edizioni italiane del Milione) dovrebbe basarsi sul manoscritto magliabechiano («l’ottimo»: Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, toscano, inizio XIV sec.), integrato con altri manoscritti italiani.
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Re: Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Intervento di G. M. »

Fuori tema
Navi ha scritto: mer, 03 set 2025 13:47 […] non ci sono attestazioni di Candalú indipendenti da Quarto potere […]
Giusto per completezza, in realtà un'attestazione Gugolo la trova, ma sembra riferirsi a un altro toponimo.
Tornando in tema, ecco forse un caso trisillabo: Esaù. Ma bisognerebbe conoscere la trafila etimologica.
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Re: Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Intervento di Navi »

G. M. ha scritto: gio, 04 set 2025 17:57 Tornando in tema, ecco forse un caso trisillabo: Esaù. Ma bisognerebbe conoscere la trafila etimologica.
Esaú viene dall’ebraico attraverso il greco Ἡσαῦ, Hēsaû, che in greco era un bisillabo ossitono ed era, come comune per i nomi biblici, indeclinabile. Verrebbe da pensare che il nome abbia mantenuto la propria pronuncia ossitona anche nell’occidente latino. Segnalo però che, a differenza di spagnolo, catalano e portoghese, in inglese si pronuncia /ˈiːsɔː/, che è la normale pronuncia «ecclessiastica» inglese di Esau/Hesau, accentato sulla prima sillaba come vorebbero le regole che governano ordinariamente l’accento latino. In quest’edizione poliglotta della Vulgata, dove pure il testo latino è profusamente accentato, non ci sono segni che indicano una pronuncia altro che piano su Esau. È ovviamente perfettamente plausibile che, in tempi e luoghi diversi, il latino Esau/Hesau sia stato pronunciato in entrambi i modi.

Insomma, anche qui parebbe che l’accento tronco non sia frutto di adattamento, ma sia stato arrivato in italiano insieme colla parola stessa, ma le mie competenze in fatto di lingue classiche non mi permettono di dire altro; quindi mi fermo e mi rimetto a chi è piú preparato di me.
Fuori tema
G. M. ha scritto: gio, 04 set 2025 17:57 Giusto per completezza, in realtà un'attestazione Gugolo la trova, ma sembra riferirsi a un altro toponimo.
Mi c’ero imbattuto anch’io cercando il termine su Google Libri, credo si tratti di Cande, tre paragrafi sotto si menziona Salettuol, frazione adiacente dello stesso comune.
Fuori tema
G. M. ha scritto:PS. Un benvenuto anche da parte mia, @Navi… bello il suo avatara! :)
Grazie mille. :)
Ultima modifica di Navi in data gio, 04 set 2025 19:28, modificato 4 volte in totale.
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G. M.
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Re: Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Intervento di G. M. »

Navi ha scritto: gio, 04 set 2025 19:06 Esaú viene dall’ebraico attraverso il greco Ἡσαῦ, Hēsaû, che in greco era un bisillabo ossitono [...]. Verrebbe da pensare che il nome abbia mantenuto la propria pronuncia ossitona anche nell’occidente latino. [...] Insomma, anche qui parebbe che l’accento tronco non sia frutto di adattamento, ma sia stato arrivato in italiano insieme colla parola stessa [...].
Non conosco il greco. «Bisillabo ossitono» significa pressappoco -àu̯? In tal caso uno spostamento c'è stato...
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Navi
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Re: Forestierismi in -u atono e numero di sillabe

Intervento di Navi »

G. M. ha scritto: ven, 05 set 2025 8:29 Non conosco il greco. «Bisillabo ossitono» significa pressappoco -àu̯? In tal caso uno spostamento c'è stato...
Rileggendolo mi rendo conto che il mio ultimo intervento non è stato per niente chiaro (direi anzi forviante :oops: ). Quello che mi premeva dire era che essendo αυ in greco e au in latino dittonghi, l’u di Esau/Hesau non costituiva una sillaba atona.

Sui processi che hanno portato dalla pronuncia greca a quella moderna italiana/spagnola/catalana/portoghese, ripeto, non so esprimermi.
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