«Sottostà», «si confà»

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Il poderetto di Efix
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«Sottostà», «si confà»

Intervento di Il poderetto di Efix »

A tutti i fruitori e le fruitrici di questo fòro,

mi permetto di aprire un filone in merito a un dubbio che da un po' mi assilla, sperando di non commettere scorrettezze, data la mia recente iscrizione.

Non mi è chiara la regola secondo la quale si pone l'accento sull'ultima sillaba di alcuni verbi composti, a maggior ragione dal momento che questa regola non sempre è applicata es. da soddisfare, la forma corretta sarebbe "egli soddisfà", ma è ormai quasi pienamente soppiantata dalla forma "egli soddisfa".

Ringrazio chiunque impegnerà parte del suo tempo per rispondermi, ad maiora!
Il poderetto di Efix
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Sottostà», «si confà»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Soddisfare è ormai, in buona parte della sua coniugazione, un verbo in -are. La sua composizione non è piú avvertita come tale, per via di quel prefisso poco trasparente. Non altrettanto si può dire di confare, che è usato praticamente solo nelle terze persone e per il quale non esistono forme alternative analogiche: non si può dire *confa, *confi, *confava (soddisfava è tuttora una forma da evitarsi, ma è molto comune, in specie nel parlato), ecc.

P.S. Benvenuto! :D
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