Il DOP ha l'adattamento indi.hindi〈ì-〉 agg. e s. m. [dal pers. hindī «indiano»; in hindi agg. e s. f.]. – Nome di una vasta famiglia di dialetti neoindiani, che occupa all’ingrosso il centro della pianura indogangetica, nell’Unione Indiana, di cui una varietà standardizzata è stata dichiarata lingua ufficiale; in senso stretto, indica una varietà del gruppo occidentale. Le parlate hindi sono caratterizzate da una struttura grammaticale assai semplificata, e al contrario da una notevole ricchezza del lessico, in cui confluiscono, accanto al patrimonio ereditato dal pracrito, numerose parole desunte dal sanscrito e inoltre elementi europei, arabi e persiani.
C'è stato un breve confronto:
Carnby ha scritto: mer, 06 set 2023 5:58 Secondo me «indiano» per hindi non va bene. L’hindi è una varietà «de-islamizzata» della lingua indostana.
Da non specialista, mi sembra che l'opinione di Millermann sia sensata.Millermann ha scritto: mer, 06 set 2023 9:41 Perché no? Eppure, hindi (almeno in origine) significa proprio «indiano». È vero che in India si parlano svariate altre lingue e dialetti, ma nessuna di esse si chiama indiano, per cui non v'è possibilità di confondersi (sarebbe un po' come se non potessimo chiamare «cinese» il mandarino moderno standardizzato: anche se non è preciso, è perfettamente comprensibile dal contesto).![]()