La ringrazio, caro
Marco, per avermi offerto l’opportunità di chiarire ancora una volta, a chi ci legge, il mio pensiero.
Cominciamo da una parentesi metodologica.
Marco1971 ha scritto: bubu7 ha scritto:Le trasformazioni del sistema di comunicazione (anche l’adozione dei forestierismi crudi) servono proprio a mantenere vitale l’istituto linguistico.
Se io fossi lei, avrei scritto «Questo è falso», ma non avendo cotanta presunzione, le dico solo che questo è un suo punto di vista.
Quando un’affermazione viene fatta a titolo personale è necessario condirla di espressioni attenuanti tipo:
a me sembra, questo è il mio punto di vista… Se invece un concetto è condiviso dalla quasi totalità del mondo degli studiosi (e metto il
quasi solo per un eccesso di scrupolo) si può parlare di “verità” o di “falsità scientifica” che non è una verità o falsità teologica in quanto si tratta di affermazioni suscettibili di cambiamento alla luce di nuove scoperte o sistemazioni teoriche.
Tutto questo per me è
pane quotidiano, frutto di anni di studi di filosofia della scienza, e mi viene immediato applicare queste categorie nella comunicazione.
Non mi
sembra (qui il dubbio è legittimo) che questi concetti siano altrettanto chiari a molti dei miei interlocutori.
Nel nostro caso specifico lei non può parlare di
falsità, a differenza di quanto potevo fare io nel mio precedente intervento, perché l'affermazione mia che sta considerando è condivisa, non dalla maggioranza delle persone, ma dalla quasi totalità degli storici della lingua. In tutti i libri di testo si afferma che le trasformazioni del sistema linguistico avvengono perché in questo modo il sistema minimizza le tensioni di origine endogena ed esogena (che comunque esistono sempre).
Lei può liberamente non essere d’accordo con quest’affermazione e questo sarà
un suo punto di vista; se poi riuscirà a convincere la comunità internazionale degli studiosi questo punto di vista diventerà una verità scientifica e allora potrà dire che la mia affermazione (che solo mia non è) è falsa.
Marco1971 ha scritto:Visto che lei si fa portavoce della maggioranza (coloro che supinamente si limitano alle costatazioni, che s’interessano di dinamiche, di mutazioni, e considerano fecondo l’uso di xenismi non adattati), che bisogno c’è di accanirsi, in queste stesse stanze, contro un’iniziativa come la nostra, propugnata da persone che credono in certi valori (come anche nelle rivoluzioni) e che per essi combattono, o divo bubu?
Cerco di rispondere ora alle sue domande.
Io non accetto supinamente l’invasione dei forestierismi e non ne considero necessariamente fecondo l’uso. Questo dovrebbe essere chiaro osservando le scelte lessicali dei miei interventi. Il mio uso dei forestierismi è estremamente parco. Ma, premesso che il mio atteggiamento non è di mera costatazione e accettazione supina del presente, lo studio delle tendenze e dei meccanismi linguistici rappresenta per me un interesse fondamentale.
Come conseguenza di questi studi e del mio attivo impegno nelle questioni linguistiche, critico certe scelte, a mio parere dilettantistiche, operate nell’elaborazione della lista dei traducenti.
Il purismo strutturale, in Italia, è una teoria morta, che non ha seguito nel mondo scientifico.
Gli adattamenti grafici non sono proponibili e non verranno mai accettati.
Lo stesso vale per il ricorso a termini obsoleti e per l’adozione di neologismi.
Come dicevo, l’unica strada percorribile, seppure irta di difficoltà, è quella dell’estensione di significato di parole moderne.
Veniamo a critiche più dettagliate.
Mettere in un unico calderone termini specialistici, settoriali e parole di uso comune non può che provocare un rigetto generalizzato. Lo specialista, di fronte a traduzioni di termini del proprio campo improponibili, è portato a estendere lo stesso giudizio alle proposte suggerite per altri campi specialistici e per i termini comuni.
Ma soprattutto il problema più grosso è che questa lista è stata elaborata da dilettanti, non da studiosi internazionalmente riconosciuti.
Chi sono gli elaboratori della lista?
Marco1971 cos’è? Un professore universitario di linguistica? Non credo.
E
Infarinato? Un professore ordinario di fonetica? Ho i miei dubbi.
Vi è un traduttore come
Freelancer (tra l'altro spesso critico colle scelte operate) e per il resto? Una marea di illustri sconosciuti.
Tutti sullo stesso piano, nel fare allegramente proposte o criticare quelle degli altri. Fino a raggiungere il massimo nelle “votazioni”, una testa un voto, per la scelta del traducente migliore.
Se avete elaborato questa lista per giocare, va pure bene, è un bel divertimento.
Potete anche ottenere, tramite conoscenze, una paginetta sulla Nazione e un’intervista alla Radio svizzera, ma se riuscirete ad uscire fuori e sfiorare veramente il mondo scientifico verrete massacrati. Provate a chiedere al professor Sabatini non la pacca sulla spalla ma di presentare la lista su una rivista scientifica autorevole e vedrete la sua risposta!
Marco1971 ha scritto:E se noi dovessimo riuscire nel nostro intento, lei sarebbe infelice che l’italiano subisse un’evoluzione che ne mantenesse i caratteri distintivi? O l’unico suo interesse è quello di studiare i fenomeni e poco le cale quale sia quest’evoluzione?
No, non ne sarei infelice ma neanche particolarmente felice; sono però abbastanza sicuro che la vostra lista, così com’è stata elaborata, non contribuirà significativamente a questo intento.
A me interessa invece che le persone crescano culturalmente, conoscano la storia della propria lingua e le sue caratteristiche, che non accettino, di conseguenza, passivamente né l’invasione dei forestierismi né un novello purismo slegato dalla realtà, ma operino scelte culturalmente motivate non importa se nella tradizione o rivoluzionarie.
E questo è il motivo principe che mi fa
accanire contro questa operazione: fornire ai nostri lettori un punto di vista critico che possa permettere loro di crescere culturalmente.