Ricordi
Moderatore: Cruscanti
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Tra i modi di dire del vernacolo toscano (Valdarno tra Empoli e Lastra a Signa, 1921-1946) che ogni tanto riaffioravano in bocca a mio padre, anche dopo decenni di radicamento in un'altra regione, me n'è rimasto impresso uno:
Betta e Catèra, poca differenza c'era.
Il significato è chiarissimo. Una ricerca (frettolosa?) su Google e su alcuni siti dedicati ai modi di dire toscani non ha però dato esito. Qualcuno ne ha mai avuto notizia?
Betta e Catèra, poca differenza c'era.
Il significato è chiarissimo. Una ricerca (frettolosa?) su Google e su alcuni siti dedicati ai modi di dire toscani non ha però dato esito. Qualcuno ne ha mai avuto notizia?
Aggiornamento
Proprio stamane, sfogliando in libreria un Dizionario dei proverbi italiani credo recente (mi scuso di non aver annotato il curatore), ho casualmente trovato:
Tant'è Betta quant'è Catèra
non a caso collocato sotto il lemma "zuppa" e i proverbi equivalenti a "Se non è zuppa, è pan bagnato".
Viene definito un "proverbio toscano antico". Giunto però almeno sino agli anni tra le due guerre nella variante che ricordava e citava mio padre, riportata nel mio intervento precedente.
Tant'è Betta quant'è Catèra
non a caso collocato sotto il lemma "zuppa" e i proverbi equivalenti a "Se non è zuppa, è pan bagnato".
Viene definito un "proverbio toscano antico". Giunto però almeno sino agli anni tra le due guerre nella variante che ricordava e citava mio padre, riportata nel mio intervento precedente.
Grazie Fabio, e mi scusi per il ritardo nella risposta.
Ho parecchi ricordi di conversazioni con parenti toscani del contado fiorentino, che negli anni '60 del Novecento ripetevano o rammentavano modi di dire e vocaboli ascoltati e assimilati da bambini e probabilmente oggi del tutto dimenticati. Mi chiedo se sia stato fatto un censimento di questi modi di dire, che credo sarebbe di utilità per gli storici della lingua e per gli storici senza aggettivi.
Ho parecchi ricordi di conversazioni con parenti toscani del contado fiorentino, che negli anni '60 del Novecento ripetevano o rammentavano modi di dire e vocaboli ascoltati e assimilati da bambini e probabilmente oggi del tutto dimenticati. Mi chiedo se sia stato fatto un censimento di questi modi di dire, che credo sarebbe di utilità per gli storici della lingua e per gli storici senza aggettivi.
Caro Carlo B questo sito indica una raccolta di modi di dire toscani:
http://www.simonel.com/libreria/toscana.html
Questo invece (on line) ha diversi modi di dire, anche se più che altro della Toscana centro-meridionale: www.massamarittima.info/modididire/a.htm
Solo che per me, il bello di questi detti è riuscire a scoprirne l'origine, ma per molti credo che sia veramente difficile.
Ad esempio, proprio sul secondo sito, c'è un detto che recita: sporco come un bastone da pollaio.
La spiegazione che si legge è che si intende sporco, come il bastone che serviva a mescolare il mangime delle galline. Che sporco sarà mai?
Il bastone veramente sporco del pollaio è invece quello che attraversa tutta la gabbia ad una certa altezza e che fa da "posatoio" ai pennuti; potete ben immaginare quanto (e di cosa) sia sporco.
Mentre è abbastanza facile ,intuire il significato di un detto tipo "dura quanto un gatto sull'Aurelia" , saprebbe ad esempio spiegarsi "Che c'entra il cu..o con le quarant'ore?" che sarebbe poi l'antenato del più brutto "che ci azzecca?" ora tanto di moda?
A proposito... mi fa una rabbia quando la maggior parte di voi scrive: leggete QUI (in azzurro) e cliccandoci sopra ,si va immediatamente sul sito che desiderate porre all'attenzione dei forumisti. Ma come fate?
C'è qualcuno disposto ad insegnarmelo?
Grazie per l'attenzione ed a tutti quanti, i miei migliori auguri di Buone Feste dal più profondo del mio cuore
http://www.simonel.com/libreria/toscana.html
Questo invece (on line) ha diversi modi di dire, anche se più che altro della Toscana centro-meridionale: www.massamarittima.info/modididire/a.htm
Solo che per me, il bello di questi detti è riuscire a scoprirne l'origine, ma per molti credo che sia veramente difficile.
Ad esempio, proprio sul secondo sito, c'è un detto che recita: sporco come un bastone da pollaio.
La spiegazione che si legge è che si intende sporco, come il bastone che serviva a mescolare il mangime delle galline. Che sporco sarà mai?
Il bastone veramente sporco del pollaio è invece quello che attraversa tutta la gabbia ad una certa altezza e che fa da "posatoio" ai pennuti; potete ben immaginare quanto (e di cosa) sia sporco.
Mentre è abbastanza facile ,intuire il significato di un detto tipo "dura quanto un gatto sull'Aurelia" , saprebbe ad esempio spiegarsi "Che c'entra il cu..o con le quarant'ore?" che sarebbe poi l'antenato del più brutto "che ci azzecca?" ora tanto di moda?
A proposito... mi fa una rabbia quando la maggior parte di voi scrive: leggete QUI (in azzurro) e cliccandoci sopra ,si va immediatamente sul sito che desiderate porre all'attenzione dei forumisti. Ma come fate?
C'è qualcuno disposto ad insegnarmelo?
Grazie per l'attenzione ed a tutti quanti, i miei migliori auguri di Buone Feste dal più profondo del mio cuore
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
il qual sorride a non so che Gentucca.
Caro Fabio, troverà tutte le spiegazioni qui. 

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Ecco la spiegazione del modo di dire (toscano, volgare). Scrive Carlo Lapucci:Fabio48 ha scritto:Mentre è abbastanza facile ,intuire il significato di un detto tipo "dura quanto un gatto sull'Aurelia" , saprebbe ad esempio spiegarsi "Che c'entra il cu..o con le quarant'ore?" che sarebbe poi l'antenato del più brutto "che ci azzecca?" ora tanto di moda?
Troverà altri modi di dire in questo sito http://digilander.libero.it/azzcheweb/aforismi2.htmLe quarantore sono una pratica di adorazione diffusasi nel XVI secolo, collegata al periodo di permanenza del corpo di Cristo nel sepolcro (adorazione del sepolcro). Una volta le chiese erano affollate di devoti di questa pratica e si racconta che una donna molto avvenente, sentendosi toccare affettuosamente da un fedele che le stava dietro, si volse chiedendogli bruscamente spiegazione. Il devoto, volendo spiegare che, essendo la chiesa piena, il suo gesto era stato del tutto involontario, le rispose candidamente: Sono le quarantore! Al che l'onesta popolana rispose: E che c'entra il c... con le quarantore? Frase che è diventata proverbiale.
(con la speranza di non essere redarguito dal cortese Infarinato)
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Carissimo Marco, lei è come sempre di una cortesia unica. La ringrazio infinitamente.
Gentile Fausto Raso, ringrazio anche lei per la sua cortese risposta: avevo di proposito scelto il detto delle "quaranta ore", proprio perché è uno di quei pochi dei quali sapevo l'origine.
Volevo solo fare un esempio per dimostrare come fosse poco facile dedurre la nascita di molti modi di dire: "durare quanto un gatto sull'Aurelia", converrà con me che è molto più deduttivo.
Il sito da lei suggerito ha molti modi di dire, ma purtroppo non le spiegazioni: ad esempio il detto "è un altro paio di maniche", usato comunemente, ha un'origine addirittura romantica che forse molti non conoscono.
Ecco, io ho la curiosità, probabilmente anche sciocca, di conoscere come , da dove e quando nascono questi modi di dire.
Tanti cari auguri gentile Fauso Raso ed un abbraccio a Marco.
Gentile Fausto Raso, ringrazio anche lei per la sua cortese risposta: avevo di proposito scelto il detto delle "quaranta ore", proprio perché è uno di quei pochi dei quali sapevo l'origine.
Volevo solo fare un esempio per dimostrare come fosse poco facile dedurre la nascita di molti modi di dire: "durare quanto un gatto sull'Aurelia", converrà con me che è molto più deduttivo.
Il sito da lei suggerito ha molti modi di dire, ma purtroppo non le spiegazioni: ad esempio il detto "è un altro paio di maniche", usato comunemente, ha un'origine addirittura romantica che forse molti non conoscono.
Ecco, io ho la curiosità, probabilmente anche sciocca, di conoscere come , da dove e quando nascono questi modi di dire.
Tanti cari auguri gentile Fauso Raso ed un abbraccio a Marco.
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- u merlu rucà
- Moderatore «Dialetti»
- Interventi: 1340
- Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41
- u merlu rucà
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Ringrazio e ricambio, cortese FabioFabio48 ha scritto:
Tanti cari auguri gentile Fauso Raso ed un abbraccio a Marco.
fr
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
- u merlu rucà
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Ho trovato questo nel Battaglia:
Palègro, sm. Gerg. Ant. Bara, tomba (nella locuz. Mandare al palegro: uccidere).
Aretino, 20-67: La traditora contentò uno che lo mandò al palegro con tre ferite.
= Etimo incerto.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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