Marco1971 ha scritto:Penso che Gabriele non si riferisse alla traduzione dei toponimi, ma piuttosto alla loro etimologia/storia. Sbaglio, Gabriele?
Vorrei chiarire la mia affermazione. Quando parlo di toponimi intendo quelli riconducibili ad un nome italiano storicamente presente; farò qualche esempio:
Perchè mai dovremmo chiamare città come Pola, Rovigno, Nizza, Tenda, Briga, Bonifacio, Postumia, Caporetto, Tolmino, Sesana, Zara, Spalato, Fiume, e tanti altri toponimi di monti, laghi, fiumi, o città alla straniera quando esistono nomi italianissimi per territori che sono stati anche storicamente italiani?
La trovo una assurdità, e ci leggo una deleterie ideologia antinazionale.
Per altri nomi, è caduto in disuso lì'abitudine (secondo me sana), di tradurre il nome a seconda della fonetica; ad esempio traduciamo Amburgo o Monaco, ma non Dusseldorf, ed in genere non traduciamo più i nomi delle città emergenti, che non sono stati tradotti entro la fine del XIX secolo.
Penso si debba avviare un recupero in tre tempi:
1) Chiamare, ASSOLUTAMENTE col nome italiano almeno i toponimi identificabili nella regione geografica italiana, ossia dal fiume Varo nei pressi di Nizza, al passo di Vrata nei pressi di Fiume, chiarendo in primo luogo cosa è italiano e cosa no.
2)Recuperare tutti i toponimi caduti in disuso per località straniere, ad esempio non si usa quasi più Breslavia, ma Wroclaw, o perchè no, anche Nuova York, Filadelfia invece di Philadelfia, Perpignano anzichè Perpignan, che fa tanto "chic", Città del Capo anzichè Capetown, Nuovo Messico anzichè New Mexico, Montagne Rocciose anzichè Rock Mountain, Città del Messico invece di Mexico City, la Pomerania, la Posnania e la Slesia, ecc. ecc. ecc. I nomi sarebbero tantissimi.
3) Procedere ad una lenta, progressiva, traduzione di quanto traducibile ed italianizzabile, o in alternativa recuperare la forma originaria europea, escludendo quella locale, nei casi di ex colonie. Penso a Salt Lake City che potrebbe diventare Città del Lago Salato, Provvidence in Provvidenza, o anceh i tanti nomi di città italiane trapiantati in America e altrove che vengono pronunciati alla straniera. Penso a stati che hanno cambiato inopinatamente nome, come la Rodhesia, Ceylon, Konigsberg, la Birmania, che ha recentemente cambiato (sic!) nome.
Chiaro che saranno tutte opere da far passare gradualmente, e solo con un forte appoggio del governo nazionale, regionale e degli enti locali, nonché di associazioni privati. Ma nell'attuale congiuntura, in cui chiamare in italiano perfino una città che è stata, ed è ancora almeno per storia e cultura, italiana, sembra un atto di lesa maestà, la vedo dura.
Istria, Alto Isonzo, Fiume, Cherso, Nizzardo, Briga, Tenda, Moncenisio, Monginevro, Piccolo San Bernardo, Monte Tabor, Corsica, Malta, Canton Ticino.