Salve, Monmartre. Non sono certo di capire bene le sue critiche. Provo a risponderle punto per punto così proviamo a chiarirci.
Monmartre ha scritto: mer, 20 ago 2025 12:16
Dopo aver scorso tutto il sito, aver visto che è presente del materiale settimanale, che si ribadisce il fine dell’associazione volontaristica come punto d’incontro, mi sono chiesto: ma io che ci starei a fare? È volontariato, ma non sono un esperto tale da poter fornire pareri dirimenti – al massimo potrei essere utile con domande sciocche per indurre una spiegazione –; è volontariato, ma non devo copiare versioni emendate di testi esistenti per mostrare come sarebbero meglio comprensibili in buon italiano; è volontariato, ma non mi si chiede d’impegnarmi nell’ambito lavorativo a non usare parole straniere inflazionate; è volontariato, ma io?
Tutte queste cose e altre sono naturalmente
gradite; semplicemente non sono
obbligatorie. L’associazione è di volontariato perché ciò che si fa è offerto gratuitamente e liberamente.
Circa l'«impegnar[s
]i nell’ambito lavorativo a non usare parole straniere inflazionate»... beh, diamo per scontato che chi s'iscrive all'API abbia una sensibilità linguistica simile a quella dell'associazione cui aderisce (

), e che quindi cerchi d'usare un buon italiano, nei limiti del suo carattere e delle opportunità sociolinguistiche dei contesti in cui si trova a usare la lingua.
La nostra causa è minoritaria, e per raggiungere il pubblico le attività che si possono svolgere per l'API sono molteplici e variegate, molto di più di quel poco che possiamo fare oggi con le nostre limitate risorse (tempo, denaro e volontari). Abbiamo bisogno di persone che facciano
volantinaggio, che realizzino grafiche e contenuti divulgativi, che gestiscano le nostre pagine nelle reti sociali —quelle già esistenti e le nuove che vorremmo creare—, che si occupino di contattare giornali, autorità pubbliche e personalità esterne, che ci aiutino a sviluppare l'associazione sotto gli aspetti legali, tecnici e amministrativi, che cerchino mecenati, che organizzino eventi dal vivo, e molto altro... se vuole fare delle cose, ne abbiamo davvero tantissime da assegnarle!
Quando i nuovi membri s’iscrivono, chiediamo loro se hanno interessi o competenze particolari e vogliono svolgere attività per l’associazione e, se sì, di che tipo. Quando abbiamo abbastanza persone con un interesse comune, le mettiamo insieme per costituire una squadra, un gruppo tematico, perché ci piace promuovere lo spirito di collaborazione. Ma se qualcuno vuole già mettersi all'opera in modo semiautonomo senza il bisogno d'una squadra, naturalmente non abbiamo nulla in contrario.
Monmartre ha scritto: mer, 20 ago 2025 12:16Non credo d’essere iscritto ad alcuna associazione, ma perché dovrei iscrivermi a questa? Non basterebbe che io mi registrassi? Sono registrato su decine di siti; se è soltanto per fare numero, non bastano le registrazioni?
Non capisco questa distinzione. Cosa intende per registrarsi ma non iscriversi, relativamente a un'associazione?
Monmartre ha scritto: mer, 20 ago 2025 12:16
[...] iscrivendomi – e pagando i pochi 5 euro – non vedo altri vantaggi: non avrei accesso a materiali riservati agli associati, non verrei avvertito tramite posta dell’uscita di nuovi articoli o iniziative (non ho letto di tale servizio), non potrei partecipare a feste annuali, non avrei sconti su saggi linguistici scelti… perché dovrei iscrivermi?
L'API è un'associazione di volontariato creata per servire una causa di bene pubblico; come dicevamo
più sopra, non ha per scopo di «vendere» qualcosa ai suoi iscritti. Si aderisce perché si ritiene che la causa sia buona e si vuole dare un sostegno concreto, non per averne un «vantaggio» in cambio.
Se vogliamo proprio vederla come un'operazione di
do ut des, il membro che s'iscrive acquista comunque
una serie di diritti, che sono «riservati agli associati».
Ci piacerebbe molto organizzare feste annuali, ne abbiamo parlato, ma naturalmente è una cosa impegnativa che per un'associazione piccola come la nostra richiede un certo sforzo. C'è anche da considerare che i membri sono al momento
alquanto sparsi geograficamente, e quindi per molti è più semplice vedersi telematicamente. Volevamo organizzare un raduno di persona già quest'anno; non so se ce la faremo, ma il desiderio sicuramente non ci manca.
Da anni gira il pensiero di fare una pubblicazione periodica dell'API, una sorta di rivista o quaderno in Rete... ma al momento non ne abbiamo i mezzi.
Comunque, l'API è stata fondata solo l'anno scorso! Ci siamo appena messi in piedi, se non abbiamo ancora fatto una certa cosa non significa che non la faremo mai.
Monmartre ha scritto: mer, 20 ago 2025 12:16
«L’API si propone di costituire uno spazio di riferimento, discussione e collaborazione collettiva». Ma io non ho visto niente di tutto ciò sul sito. C’è un forum? C’è una sezione a cui inviare dubbî? C’è una “saggia” lettura del mese consigliata con successiva discussione?
Non c'è un fòro dedicato, al momento non ci sembra di averne bisogno: per la discussione tecnica sulla lingua c'è Cruscate, mentre per gli scambi più leggeri sull'italiano e l'itanglese ci sono molti gruppi su Facebook, ampiamente frequentati; ne abbiamo anche
uno privato per i nostri membri.
Per qualsiasi dubbio può scrivere ai nostri
contatti.
Al momento non ci sono letture del mese consigliate. Ma, di nuovo, non perché abbiamo qualcosa in contrario a un'attività del genere, ma banalmente perché non possiamo fare tutto (oggi come oggi).
Monmartre ha scritto: mer, 20 ago 2025 12:16
In aggiunta, il sito Cruscate compare soltanto in una risposta a una domanda frequente e citato in un articolo; non compare neanche la lista dei traducenti nella sezione delle letture consigliate per alternative alle parole inglesi. Ciò mi è dispiaciuto.
Guardi
meglio.

È vero che la lista non è citata direttamente... ma non è certo stato fatto per ingratitudine verso il fòro. Comunque le cose si possono cambiare, aggiustiamo e limiamo il sito continuamente, non è fissato nella pietra.
In conclusione, mi sembra che lei come altri si aspetti che noi offriamo cinquanta cose diverse, ed è deluso perché ne offriamo solo cinque o sei... se vedesse quanto lavoro e quanta fatica sono necessari dietro le quinte per fare quello che facciamo oggi, non sarebbe così severo!
Ovviamente, se avessimo più volontari tutto sarebbe più facile e potremmo fare molte più cose.
