L'influenza è chiara; sulla possibilità di definire una nuova lingua mista o creola o anche solo una nuova varietà d'italiano (questo è il modo neutro d'intendere il termine «itanglese» o conî affini) non ho trovato grande consenso. Lei sí?G. M. ha scritto: gio, 16 gen 2025 19:55Caro G.B., qui mi stupisce. Non capisco che cosa intende. In che senso le pare una «bandierina polemica»? L'influenza enorme dell'inglese sull'italiano (non una novità di oggi ma un fenomeno in continua crescita da «decenni» se non più) mi pare un fatto innegabile; nonché —almeno per quanto ne so io— rilevato oggi concordemente dalla totalità dei linguisti professionisti, indipendentemente dal ritenerlo cosa positiva, negativa o non giudicabile.G.B. ha scritto: gio, 16 gen 2025 19:03 Io, innanzitutto, andrei cauto sulla nozione di «itanglese». Mi pare piuttosto una bandierina polemica che un'entità linguistica ben definita e scientificamente fondata.
L’Associazione per l’italiano (API)
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)
G.B.
Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Mah, qui si va nell'àmbito delle definizioni, sul quale possiamo discutere, ma sono ancora confuso, non capisco bene il nocciolo della sua critica, a che cosa mirano queste sue osservazioni. Se esiste un'anglicizzazione (e abbiamo detto che esiste, e che è ingente e in crescita, siamo tutti d'accordo), possiamo essere preoccupati per l'anglicizzazione anche se non ci fosse un consenso accademico «sulla possibilità di definire una nuova lingua mista o creola o anche solo una nuova varietà d'italiano». Per quanto mi riguarda, uso itanglese —forse sbagliando?— anche per intendere ampiamente il «fenomeno».
Circa il significato del termine, nel GDLI per itanglese leggo: «Corruzione della lingua italiana attraverso l'eccessivo uso di anglicismi».
Nel Devoto-Oli: «La lingua italiana, in quanto considerata troppo ricca di termini e locuzioni inglesi; come agg., relativo a tale lingua».
Nel Gabrielli: «scherz. La lingua italiana usata in certi contesti e ambienti, caratterizzata da un ricorso frequente e arbitrario a termini e locuzioni inglesi».
Mi pare tutto molto in linea con l'uso che facciamo in generale del termine.
Circa il significato del termine, nel GDLI per itanglese leggo: «Corruzione della lingua italiana attraverso l'eccessivo uso di anglicismi».
Nel Devoto-Oli: «La lingua italiana, in quanto considerata troppo ricca di termini e locuzioni inglesi; come agg., relativo a tale lingua».
Nel Gabrielli: «scherz. La lingua italiana usata in certi contesti e ambienti, caratterizzata da un ricorso frequente e arbitrario a termini e locuzioni inglesi».
Mi pare tutto molto in linea con l'uso che facciamo in generale del termine.
Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Che è un uso polemico, appunto, non neutro.G. M. ha scritto: gio, 16 gen 2025 21:40 Circa il significato del termine, nel GDLI per itanglese leggo: «Corruzione della lingua italiana attraverso l'eccessivo uso di anglicismi».
Nel Devoto-Oli: «La lingua italiana, in quanto considerata troppo ricca di termini e locuzioni inglesi; come agg., relativo a tale lingua».
Nel Gabrielli: «scherz. La lingua italiana usata in certi contesti e ambienti, caratterizzata da un ricorso frequente e arbitrario a termini e locuzioni inglesi».
Mi pare tutto molto in linea con l'uso che facciamo in generale del termine.
Per carità, a nulla; al massimo, a offrire qualche spunto di riflessione.G. M. ha scritto: gio, 16 gen 2025 21:40 Mah, qui si va nell'àmbito delle definizioni, sul quale possiamo discutere, ma sono ancora confuso, non capisco bene il nocciolo della sua critica, a che cosa mirano queste sue osservazioni.
G.B.
Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Ora ho capito. Sono un po' lento ma alla fine ci arrivo anch'io.

Quindi suggerisce di usare un'espressione diversa? L'associazione comunque non fa mistero di considerare negativa l'anglicizzazione.
E questo è sempre utile e fa benissimo.

Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Se vuole la mia opinione, «anglicizzazione» mi parrebbe meno fuorviante.G. M. ha scritto: gio, 16 gen 2025 22:22 Quindi suggerisce di usare un'espressione diversa? L'associazione comunque non fa mistero di considerare negativa l'anglicizzazione.
G.B.
Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Si potrebbe parlare di diglossia? L'italiano ha una posizione più subordinata rispetto all'inglese in confronto ad altri idiomi.G.B. ha scritto: ven, 17 gen 2025 8:33 Se vuole la mia opinione, «anglicizzazione» mi parrebbe meno fuorviante.
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Una precisazione: non mi riferivo alle associazioni pro lingua italiana; il mio era un discorso piú generale, riferito ad associazioni umanitarie, animaliste e cosí via.Graffiacane ha scritto: dom, 12 gen 2025 17:28 Ritengo che il vero problema sia la quota d'iscrizione; non per la somma in sé, ma perché non poche persone potrebbero pensare: «Ecco, altra gente che chiede soldi…».
Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Il Treccani definisce il termine così:jorvam ha scritto: ven, 17 gen 2025 9:49 Si potrebbe parlare di diglossia? L'italiano ha una posizione più subordinata rispetto all'inglese in confronto ad altri idiomi.
Nel nostro caso, per ora, l'inglese non è certo «l'unico usato come lingua scritta», anche se rischia di diventare preponderante in certi contesti di prestigio, accademici, scientifici, aziendali. L'italiano scritto, allo stesso tempo, è un'entità non «indipendente», e anzi quasi accessoria, secondaria, perché sempre più pieno d'inglese e apparentemente incapace di fare a meno dell'inglese.In linguistica, coesistenza, in una stessa comunità sociale, di due sistemi linguistici, di cui uno è dotato di prestigio ed è di solito l’unico usato come lingua scritta, e l’altro è considerato inferiore (si distingue perciò dal bilinguismo, che indica la coesistenza di due sistemi ben distinti e di pari prestigio).
Ci sono quindi chiare somiglianze psicologiche, ma non so se rientriamo pienamente nella definizione.
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