L'influenza è chiara; sulla possibilità di definire una nuova lingua mista o creola o anche solo una nuova varietà d'italiano (questo è il modo neutro d'intendere il termine «itanglese» o conî affini) non ho trovato grande consenso. Lei sí?G. M. ha scritto: gio, 16 gen 2025 19:55Caro G.B., qui mi stupisce. Non capisco che cosa intende. In che senso le pare una «bandierina polemica»? L'influenza enorme dell'inglese sull'italiano (non una novità di oggi ma un fenomeno in continua crescita da «decenni» se non più) mi pare un fatto innegabile; nonché —almeno per quanto ne so io— rilevato oggi concordemente dalla totalità dei linguisti professionisti, indipendentemente dal ritenerlo cosa positiva, negativa o non giudicabile.G.B. ha scritto: gio, 16 gen 2025 19:03 Io, innanzitutto, andrei cauto sulla nozione di «itanglese». Mi pare piuttosto una bandierina polemica che un'entità linguistica ben definita e scientificamente fondata.
L’Associazione per l’italiano (API)
Moderatore: Cruscanti
Re: L’Associazione per l’italiano (API)
G.B.
Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Mah, qui si va nell'àmbito delle definizioni, sul quale possiamo discutere, ma sono ancora confuso, non capisco bene il nocciolo della sua critica, a che cosa mirano queste sue osservazioni. Se esiste un'anglicizzazione (e abbiamo detto che esiste, e che è ingente e in crescita, siamo tutti d'accordo), possiamo essere preoccupati per l'anglicizzazione anche se non ci fosse un consenso accademico «sulla possibilità di definire una nuova lingua mista o creola o anche solo una nuova varietà d'italiano». Per quanto mi riguarda, uso itanglese —forse sbagliando?— anche per intendere ampiamente il «fenomeno».
Circa il significato del termine, nel GDLI per itanglese leggo: «Corruzione della lingua italiana attraverso l'eccessivo uso di anglicismi».
Nel Devoto-Oli: «La lingua italiana, in quanto considerata troppo ricca di termini e locuzioni inglesi; come agg., relativo a tale lingua».
Nel Gabrielli: «scherz. La lingua italiana usata in certi contesti e ambienti, caratterizzata da un ricorso frequente e arbitrario a termini e locuzioni inglesi».
Mi pare tutto molto in linea con l'uso che facciamo in generale del termine.
Circa il significato del termine, nel GDLI per itanglese leggo: «Corruzione della lingua italiana attraverso l'eccessivo uso di anglicismi».
Nel Devoto-Oli: «La lingua italiana, in quanto considerata troppo ricca di termini e locuzioni inglesi; come agg., relativo a tale lingua».
Nel Gabrielli: «scherz. La lingua italiana usata in certi contesti e ambienti, caratterizzata da un ricorso frequente e arbitrario a termini e locuzioni inglesi».
Mi pare tutto molto in linea con l'uso che facciamo in generale del termine.
Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Che è un uso polemico, appunto, non neutro.G. M. ha scritto: gio, 16 gen 2025 21:40 Circa il significato del termine, nel GDLI per itanglese leggo: «Corruzione della lingua italiana attraverso l'eccessivo uso di anglicismi».
Nel Devoto-Oli: «La lingua italiana, in quanto considerata troppo ricca di termini e locuzioni inglesi; come agg., relativo a tale lingua».
Nel Gabrielli: «scherz. La lingua italiana usata in certi contesti e ambienti, caratterizzata da un ricorso frequente e arbitrario a termini e locuzioni inglesi».
Mi pare tutto molto in linea con l'uso che facciamo in generale del termine.
Per carità, a nulla; al massimo, a offrire qualche spunto di riflessione.G. M. ha scritto: gio, 16 gen 2025 21:40 Mah, qui si va nell'àmbito delle definizioni, sul quale possiamo discutere, ma sono ancora confuso, non capisco bene il nocciolo della sua critica, a che cosa mirano queste sue osservazioni.
G.B.
Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Ora ho capito. Sono un po' lento ma alla fine ci arrivo anch'io.

Quindi suggerisce di usare un'espressione diversa? L'associazione comunque non fa mistero di considerare negativa l'anglicizzazione.
E questo è sempre utile e fa benissimo.

Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Se vuole la mia opinione, «anglicizzazione» mi parrebbe meno fuorviante.G. M. ha scritto: gio, 16 gen 2025 22:22 Quindi suggerisce di usare un'espressione diversa? L'associazione comunque non fa mistero di considerare negativa l'anglicizzazione.
G.B.
Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Si potrebbe parlare di diglossia? L'italiano ha una posizione più subordinata rispetto all'inglese in confronto ad altri idiomi.G.B. ha scritto: ven, 17 gen 2025 8:33 Se vuole la mia opinione, «anglicizzazione» mi parrebbe meno fuorviante.
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Una precisazione: non mi riferivo alle associazioni pro lingua italiana; il mio era un discorso piú generale, riferito ad associazioni umanitarie, animaliste e cosí via.Graffiacane ha scritto: dom, 12 gen 2025 17:28 Ritengo che il vero problema sia la quota d'iscrizione; non per la somma in sé, ma perché non poche persone potrebbero pensare: «Ecco, altra gente che chiede soldi…».
Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Il Treccani definisce il termine così:jorvam ha scritto: ven, 17 gen 2025 9:49 Si potrebbe parlare di diglossia? L'italiano ha una posizione più subordinata rispetto all'inglese in confronto ad altri idiomi.
Nel nostro caso, per ora, l'inglese non è certo «l'unico usato come lingua scritta», anche se rischia di diventare preponderante in certi contesti di prestigio, accademici, scientifici, aziendali. L'italiano scritto, allo stesso tempo, è un'entità non «indipendente», e anzi quasi accessoria, secondaria, perché sempre più pieno d'inglese e apparentemente incapace di fare a meno dell'inglese.In linguistica, coesistenza, in una stessa comunità sociale, di due sistemi linguistici, di cui uno è dotato di prestigio ed è di solito l’unico usato come lingua scritta, e l’altro è considerato inferiore (si distingue perciò dal bilinguismo, che indica la coesistenza di due sistemi ben distinti e di pari prestigio).
Ci sono quindi chiare somiglianze psicologiche, ma non so se rientriamo pienamente nella definizione.
Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Buon giorno,
scusate se torno alla domanda iniziale.
Anch’io ho pensato che fosse un’idea interessante, che il costo di 5 euro fosse piú sostenibile di quello di 20 euro, che – contrariamente alla maggioranza – la possibilità d’un bonifico fosse un’ottima cosa, ma… ma credo che non m’iscriverò poiché non ne vedo il motivo, il fine.
Dopo aver scorso tutto il sito, aver visto che è presente del materiale settimanale, che si ribadisce il fine dell’associazione volontaristica come punto d’incontro, mi sono chiesto: ma io che ci starei a fare? È volontariato, ma non sono un esperto tale da poter fornire pareri dirimenti – al massimo potrei essere utile con domande sciocche per indurre una spiegazione –; è volontariato, ma non devo copiare versioni emendate di testi esistenti per mostrare come sarebbero meglio comprensibili in buon italiano; è volontariato, ma non mi si chiede d’impegnarmi nell’ambito lavorativo a non usare parole straniere inflazionate; è volontariato, ma io?
Non credo d’essere iscritto ad alcuna associazione, ma perché dovrei iscrivermi a questa? Non basterebbe che io mi registrassi? Sono registrato su decine di siti; se è soltanto per fare numero, non bastano le registrazioni?
Se poi uno vuole registrarsi e donare, lo può fare (come fa LiberLiber e molti canali YouTube).
Se lo scopo mio non è rendermi utile, iscrivendomi – e pagando i pochi 5 euro – non vedo altri vantaggi: non avrei accesso a materiali riservati agli associati, non verrei avvertito tramite posta dell’uscita di nuovi articoli o iniziative (non ho letto di tale servizio), non potrei partecipare a feste annuali, non avrei sconti su saggi linguistici scelti… perché dovrei iscrivermi?
Scusate la prolissità della mia opinione, ma spero possa essere minimamente utile.
Piccole note
«L’API si propone di costituire uno spazio di riferimento, discussione e collaborazione collettiva». Ma io non ho visto niente di tutto ciò sul sito. C’è un forum? C’è una sezione a cui inviare dubbî? C’è una “saggia” lettura del mese consigliata con successiva discussione?
In aggiunta, il sito Cruscate compare soltanto in una risposta a una domanda frequente e citato in un articolo; non compare neanche la lista dei traducenti nella sezione delle letture consigliate per alternative alle parole inglesi. Ciò mi è dispiaciuto.
scusate se torno alla domanda iniziale.
Anch’io ho pensato che fosse un’idea interessante, che il costo di 5 euro fosse piú sostenibile di quello di 20 euro, che – contrariamente alla maggioranza – la possibilità d’un bonifico fosse un’ottima cosa, ma… ma credo che non m’iscriverò poiché non ne vedo il motivo, il fine.
Dopo aver scorso tutto il sito, aver visto che è presente del materiale settimanale, che si ribadisce il fine dell’associazione volontaristica come punto d’incontro, mi sono chiesto: ma io che ci starei a fare? È volontariato, ma non sono un esperto tale da poter fornire pareri dirimenti – al massimo potrei essere utile con domande sciocche per indurre una spiegazione –; è volontariato, ma non devo copiare versioni emendate di testi esistenti per mostrare come sarebbero meglio comprensibili in buon italiano; è volontariato, ma non mi si chiede d’impegnarmi nell’ambito lavorativo a non usare parole straniere inflazionate; è volontariato, ma io?
Non credo d’essere iscritto ad alcuna associazione, ma perché dovrei iscrivermi a questa? Non basterebbe che io mi registrassi? Sono registrato su decine di siti; se è soltanto per fare numero, non bastano le registrazioni?
Se poi uno vuole registrarsi e donare, lo può fare (come fa LiberLiber e molti canali YouTube).
Se lo scopo mio non è rendermi utile, iscrivendomi – e pagando i pochi 5 euro – non vedo altri vantaggi: non avrei accesso a materiali riservati agli associati, non verrei avvertito tramite posta dell’uscita di nuovi articoli o iniziative (non ho letto di tale servizio), non potrei partecipare a feste annuali, non avrei sconti su saggi linguistici scelti… perché dovrei iscrivermi?
Scusate la prolissità della mia opinione, ma spero possa essere minimamente utile.
Piccole note
«L’API si propone di costituire uno spazio di riferimento, discussione e collaborazione collettiva». Ma io non ho visto niente di tutto ciò sul sito. C’è un forum? C’è una sezione a cui inviare dubbî? C’è una “saggia” lettura del mese consigliata con successiva discussione?
In aggiunta, il sito Cruscate compare soltanto in una risposta a una domanda frequente e citato in un articolo; non compare neanche la lista dei traducenti nella sezione delle letture consigliate per alternative alle parole inglesi. Ciò mi è dispiaciuto.
Re: L’Associazione per l’italiano (API)
Salve, Monmartre. Non sono certo di capire bene le sue critiche. Provo a risponderle punto per punto così proviamo a chiarirci.
Circa l'«impegnar[s]i nell’ambito lavorativo a non usare parole straniere inflazionate»... beh, diamo per scontato che chi s'iscrive all'API abbia una sensibilità linguistica simile a quella dell'associazione cui aderisce (
), e che quindi cerchi d'usare un buon italiano, nei limiti del suo carattere e delle opportunità sociolinguistiche dei contesti in cui si trova a usare la lingua.
La nostra causa è minoritaria, e per raggiungere il pubblico le attività che si possono svolgere per l'API sono molteplici e variegate, molto di più di quel poco che possiamo fare oggi con le nostre limitate risorse (tempo, denaro e volontari). Abbiamo bisogno di persone che facciano volantinaggio, che realizzino grafiche e contenuti divulgativi, che gestiscano le nostre pagine nelle reti sociali —quelle già esistenti e le nuove che vorremmo creare—, che si occupino di contattare giornali, autorità pubbliche e personalità esterne, che ci aiutino a sviluppare l'associazione sotto gli aspetti legali, tecnici e amministrativi, che cerchino mecenati, che organizzino eventi dal vivo, e molto altro... se vuole fare delle cose, ne abbiamo davvero tantissime da assegnarle!
Quando i nuovi membri s’iscrivono, chiediamo loro se hanno interessi o competenze particolari e vogliono svolgere attività per l’associazione e, se sì, di che tipo. Quando abbiamo abbastanza persone con un interesse comune, le mettiamo insieme per costituire una squadra, un gruppo tematico, perché ci piace promuovere lo spirito di collaborazione. Ma se qualcuno vuole già mettersi all'opera in modo semiautonomo senza il bisogno d'una squadra, naturalmente non abbiamo nulla in contrario.
Se vogliamo proprio vederla come un'operazione di do ut des, il membro che s'iscrive acquista comunque una serie di diritti, che sono «riservati agli associati».
Ci piacerebbe molto organizzare feste annuali, ne abbiamo parlato, ma naturalmente è una cosa impegnativa che per un'associazione piccola come la nostra richiede un certo sforzo. C'è anche da considerare che i membri sono al momento alquanto sparsi geograficamente, e quindi per molti è più semplice vedersi telematicamente. Volevamo organizzare un raduno di persona già quest'anno; non so se ce la faremo, ma il desiderio sicuramente non ci manca.
Da anni gira il pensiero di fare una pubblicazione periodica dell'API, una sorta di rivista o quaderno in Rete... ma al momento non ne abbiamo i mezzi.
Comunque, l'API è stata fondata solo l'anno scorso! Ci siamo appena messi in piedi, se non abbiamo ancora fatto una certa cosa non significa che non la faremo mai.
Per qualsiasi dubbio può scrivere ai nostri contatti.
Al momento non ci sono letture del mese consigliate. Ma, di nuovo, non perché abbiamo qualcosa in contrario a un'attività del genere, ma banalmente perché non possiamo fare tutto (oggi come oggi).
È vero che la lista non è citata direttamente... ma non è certo stato fatto per ingratitudine verso il fòro. Comunque le cose si possono cambiare, aggiustiamo e limiamo il sito continuamente, non è fissato nella pietra.
In conclusione, mi sembra che lei come altri si aspetti che noi offriamo cinquanta cose diverse, ed è deluso perché ne offriamo solo cinque o sei... se vedesse quanto lavoro e quanta fatica sono necessari dietro le quinte per fare quello che facciamo oggi, non sarebbe così severo!
Ovviamente, se avessimo più volontari tutto sarebbe più facile e potremmo fare molte più cose.

Tutte queste cose e altre sono naturalmente gradite; semplicemente non sono obbligatorie. L’associazione è di volontariato perché ciò che si fa è offerto gratuitamente e liberamente.Monmartre ha scritto: mer, 20 ago 2025 12:16 Dopo aver scorso tutto il sito, aver visto che è presente del materiale settimanale, che si ribadisce il fine dell’associazione volontaristica come punto d’incontro, mi sono chiesto: ma io che ci starei a fare? È volontariato, ma non sono un esperto tale da poter fornire pareri dirimenti – al massimo potrei essere utile con domande sciocche per indurre una spiegazione –; è volontariato, ma non devo copiare versioni emendate di testi esistenti per mostrare come sarebbero meglio comprensibili in buon italiano; è volontariato, ma non mi si chiede d’impegnarmi nell’ambito lavorativo a non usare parole straniere inflazionate; è volontariato, ma io?
Circa l'«impegnar[s]i nell’ambito lavorativo a non usare parole straniere inflazionate»... beh, diamo per scontato che chi s'iscrive all'API abbia una sensibilità linguistica simile a quella dell'associazione cui aderisce (

La nostra causa è minoritaria, e per raggiungere il pubblico le attività che si possono svolgere per l'API sono molteplici e variegate, molto di più di quel poco che possiamo fare oggi con le nostre limitate risorse (tempo, denaro e volontari). Abbiamo bisogno di persone che facciano volantinaggio, che realizzino grafiche e contenuti divulgativi, che gestiscano le nostre pagine nelle reti sociali —quelle già esistenti e le nuove che vorremmo creare—, che si occupino di contattare giornali, autorità pubbliche e personalità esterne, che ci aiutino a sviluppare l'associazione sotto gli aspetti legali, tecnici e amministrativi, che cerchino mecenati, che organizzino eventi dal vivo, e molto altro... se vuole fare delle cose, ne abbiamo davvero tantissime da assegnarle!

Quando i nuovi membri s’iscrivono, chiediamo loro se hanno interessi o competenze particolari e vogliono svolgere attività per l’associazione e, se sì, di che tipo. Quando abbiamo abbastanza persone con un interesse comune, le mettiamo insieme per costituire una squadra, un gruppo tematico, perché ci piace promuovere lo spirito di collaborazione. Ma se qualcuno vuole già mettersi all'opera in modo semiautonomo senza il bisogno d'una squadra, naturalmente non abbiamo nulla in contrario.
Non capisco questa distinzione. Cosa intende per registrarsi ma non iscriversi, relativamente a un'associazione?Monmartre ha scritto: mer, 20 ago 2025 12:16Non credo d’essere iscritto ad alcuna associazione, ma perché dovrei iscrivermi a questa? Non basterebbe che io mi registrassi? Sono registrato su decine di siti; se è soltanto per fare numero, non bastano le registrazioni?
L'API è un'associazione di volontariato creata per servire una causa di bene pubblico; come dicevamo più sopra, non ha per scopo di «vendere» qualcosa ai suoi iscritti. Si aderisce perché si ritiene che la causa sia buona e si vuole dare un sostegno concreto, non per averne un «vantaggio» in cambio.Monmartre ha scritto: mer, 20 ago 2025 12:16 [...] iscrivendomi – e pagando i pochi 5 euro – non vedo altri vantaggi: non avrei accesso a materiali riservati agli associati, non verrei avvertito tramite posta dell’uscita di nuovi articoli o iniziative (non ho letto di tale servizio), non potrei partecipare a feste annuali, non avrei sconti su saggi linguistici scelti… perché dovrei iscrivermi?
Se vogliamo proprio vederla come un'operazione di do ut des, il membro che s'iscrive acquista comunque una serie di diritti, che sono «riservati agli associati».
Ci piacerebbe molto organizzare feste annuali, ne abbiamo parlato, ma naturalmente è una cosa impegnativa che per un'associazione piccola come la nostra richiede un certo sforzo. C'è anche da considerare che i membri sono al momento alquanto sparsi geograficamente, e quindi per molti è più semplice vedersi telematicamente. Volevamo organizzare un raduno di persona già quest'anno; non so se ce la faremo, ma il desiderio sicuramente non ci manca.
Da anni gira il pensiero di fare una pubblicazione periodica dell'API, una sorta di rivista o quaderno in Rete... ma al momento non ne abbiamo i mezzi.
Comunque, l'API è stata fondata solo l'anno scorso! Ci siamo appena messi in piedi, se non abbiamo ancora fatto una certa cosa non significa che non la faremo mai.

Non c'è un fòro dedicato, al momento non ci sembra di averne bisogno: per la discussione tecnica sulla lingua c'è Cruscate, mentre per gli scambi più leggeri sull'italiano e l'itanglese ci sono molti gruppi su Facebook, ampiamente frequentati; ne abbiamo anche uno privato per i nostri membri.Monmartre ha scritto: mer, 20 ago 2025 12:16 «L’API si propone di costituire uno spazio di riferimento, discussione e collaborazione collettiva». Ma io non ho visto niente di tutto ciò sul sito. C’è un forum? C’è una sezione a cui inviare dubbî? C’è una “saggia” lettura del mese consigliata con successiva discussione?
Per qualsiasi dubbio può scrivere ai nostri contatti.
Al momento non ci sono letture del mese consigliate. Ma, di nuovo, non perché abbiamo qualcosa in contrario a un'attività del genere, ma banalmente perché non possiamo fare tutto (oggi come oggi).
Guardi meglio.Monmartre ha scritto: mer, 20 ago 2025 12:16 In aggiunta, il sito Cruscate compare soltanto in una risposta a una domanda frequente e citato in un articolo; non compare neanche la lista dei traducenti nella sezione delle letture consigliate per alternative alle parole inglesi. Ciò mi è dispiaciuto.

In conclusione, mi sembra che lei come altri si aspetti che noi offriamo cinquanta cose diverse, ed è deluso perché ne offriamo solo cinque o sei... se vedesse quanto lavoro e quanta fatica sono necessari dietro le quinte per fare quello che facciamo oggi, non sarebbe così severo!
Ovviamente, se avessimo più volontari tutto sarebbe più facile e potremmo fare molte più cose.

- Millermann
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Re: L’Associazione per l’italiano (API)
In realtà, credo anch'io che, anche in un'associazione di volontariato, un riscontro concreto per chi decide d'iscriversi sarebbe ben gradito e potrebbe avere effetti positivi.G. M. ha scritto: mer, 20 ago 2025 13:31L'API è un'associazione di volontariato creata per servire una causa di bene pubblico; come dicevamo più sopra, non ha per scopo di «vendere» qualcosa ai suoi iscritti. Si aderisce perché si ritiene che la causa sia buona e si vuole dare un sostegno concreto, non per averne un «vantaggio» in cambio.
Se vogliamo proprio vederla come un'operazione di do ut des, il membro che s'iscrive acquista comunque una serie di diritti, che sono «riservati agli associati».
Non si tratta di «vendere» qualcosa ai propri associati, ma piuttosto di offrir loro un riconoscimento "palpabile" dello stato di membri dell'associazione, che sia piú gratificante d'un semplice elenco di «diritti» loro riservati.

Mi spiego meglio: ritengo che sarebbe gradito, da parte di chi s'iscrive all'API, ricevere un piccolo omaggio che possa farlo sentire parte del gruppo. Deve trattarsi, però, di un oggetto fisico, da poter toccare e ammirare (oltre che usare), ma che abbia un valore più ideale che materiale (in altre parole, non costoso).
Le faccio anche qualche esempio concreto di ciò che si potrebbe offrire (sempre a parer mio, ovviamente): per i soci ordinari (quelli che versano la cifra minima, probabilmente studenti) potrebbe bastare qualche semplice adesivo dell'associazione, da applicare allo zaino, al portatile, ai libri.
Per i soci un pochino piú "generosi" e piú maturi potrebbe, forse, essere adatta una penna personalizzata, coi colori bianco e blu dell'API, bella e sempre utile da portare con sé.
Infine, per i soci sostenitori (quelli che offrono cifre piú consistenti) io proporrei addirittura un'agenda personalizzata col logo dell'associazione, un articolo ricercato ed esclusivo, che possa invogliare qualcuno a iscriversi anche semplicemente per averlo.
I diversi omaggi spettanti agl'iscritti dovrebbero essere, garbatamente ma dettagliatamente, pubblicizzati nella pagina delle iscrizioni, insieme alle quote che danno diritto ad averli.
Adesso, qualche considerazione sui motivi che mi portano a credere che questa strategia potrebbe avere risvolti positivi per l'associazione:
1) Risponde alla domanda prima posta: «Perché dovrei iscrivermi? Che vantaggi ne avrei?» È chiaro che l'omaggio in sé non costituirebbe il vero motivo dell'iscrizione, ma una giustificazione psicologica in grado di far "scattare la molla" della decisione.
2) Supera anche un'altra difficoltà di cui s'era parlato in precedenza: la possibile reticenza a fornire i propri dati anagrafici completi, compreso l'indirizzo. In questo caso, le informazioni sarebbero considerate necessarie per poter ricevere al proprio domicilio l'omaggio.
3) Può generare un circolo virtuoso di pubblicità positiva, dovuta alla diffusione di questi oggetti: adesivi, penne e agende potranno essere notati, suscitare curiosità e da questa un passaparola spontaneo e, sperabilmente, perfino piú produttivo del volantinaggio sopra citato.
4) Senza contare che la presenza di omaggi di valore crescente potrebbe spingere, in media, chi decide d'iscriversi a versare una quota piú alta, per ricevere l'oggetto di maggior valore.

Spero che queste considerazioni non le appaiano troppo "mercatistiche", almeno per la sua concezione di associazione di volontariato. Io non credo che snaturino l'associazione, ma sentiamo anche che cosa ne pensano gli altri.

In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Re: L’Associazione per l’italiano (API)
No, non mi appaiono troppo mercatistiche. La mia contrarietà precedente era dovuta soprattutto al fatto che con le promozioni da lei proposte si sarebbero introdotte di fatto delle disparità fra i membri, e ciò mi sembrava inadatto. In questo caso, invece, si applicherebbe la stessa offerta per tutti in qualsiasi momento, quindi quel problema non ci sarebbe. E trattandosi d'oggetti di valore perlopiù simbolico, non mi sembra nemmeno che la cosa dia all'associazione un'aria troppo commerciale.
L'idea in sé mi pare interessante —io non ci avevo pensato— e la sperimenterei volentieri. Il problema è sempre lo stesso: è un'altra cosa in più da fare. Abbiamo molte belle idee... ma per ora non abbastanza gente per metterle in pratica. Vedremo se si trova qualche volontario...
L'idea in sé mi pare interessante —io non ci avevo pensato— e la sperimenterei volentieri. Il problema è sempre lo stesso: è un'altra cosa in più da fare. Abbiamo molte belle idee... ma per ora non abbastanza gente per metterle in pratica. Vedremo se si trova qualche volontario...
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