Rispolvero questo filone perché ho fatto una scoperta allucinante. Il Treccani in rete dà monolingue invariabile!
Si veda QUI
Il linguista Massimo Arcangeli, responsabile scientifico della "Dante Alighieri", accanto al plurale monolingui ammette anche la forma invariata.
Mi domando, e domando, se questa invariabilità ammessa dal linguista sia accettabile in uno scritto sorvegliato.
Il DOP,comunque, è chiarissimo, nel plurale "non -gue".
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi) «Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Ho scritto alla redazione del "Treccani", se risponderà lo comunicherò.
Ecco il testo:
«monolingue
monolìngue agg. [comp. di mono- e lingua, sul modello di bilingue], invar. – 1. Scritto o redatto in una sola lingua (contrapp. a bilingue, plurilingue, multilingue): iscrizione m.; documento, contratto m.; di opera lessicografica, che registra le parole e la fraseologia di una sola lingua, spiegandole e definendole con altre parole della lingua stessa, come per es. un vocabolario o dizionario italiano, o francese, o inglese, o russo (in contrapp. ai vocabolarî o dizionarî bilingui, che registrano, in genere senza definizione, le parole e le locuzioni di una lingua per darne la traduzione in un’altra lingua, come sarebbe, per es., un vocabolario italiano-tedesco e viceversa). 2. Di individuo o gruppo etnico che conosce e usa una sola lingua, o di luogo in cui è conosciuta e parlata una sola lingua o il solo dialetto locale: essere m.; popolazione m., zona monolingue».
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Cortese Redazione,
mi piacerebbe sapere per quale motivo “linguistico” il “Treccani” attesta “monolingue” come aggettivo invariabile quando tutti i vocabolari che ho consultato non ammettono l’ “invariabilità”. Il Dop, Dizionario di Ortografia e Pronunzia, in particolare, è chiarissimo: nella forma plurale “non -gue”.
Grato di una vostra risposta, auguro un felice anno nuovo.
Fausto Raso
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi) «Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Sì, penso anche io che sia un uso spiegabile in quanto poco sorvegliato e ammetto di averlo sempre perpetrato non pensandoci (cioè appunto, sorvegliando poco).
Comunque faccio una provocazione: perché non "unilingue"? E' coerente la derivazione latina e del resto chi direbbe "tetralingue" piuttosto che "quadrilingue"?
"Monolingua" è davvero una parola sciatta, ora che ci penso.
Sono un Fisico Teorico, non ho una preparazione linguistica degna di tale nome. Se scrivo qui è per imparare.
Provocazione non è: unilingue è registrato, ma s’adopra poco. Un esempio d’un noto linguista: Gaetano Berruto.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Di nulla! In francese, invece, unilingue compete ancora con monolingue, non so se sia cosí anche in spagnolo e portoghese. Brazilian dude ci potrà sicuramente illuminare.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
monolìngue agg. [comp. di mono- e lingua, sul modello di bilingue]. – 1. Scritto o redatto in una sola lingua (contrapp. a bilingue, plurilingue, multilingue): iscrizione m.; documento, contratto m.; di opera lessicografica, che registra le parole e la fraseologia di una sola lingua, spiegandole e definendole con altre parole della lingua stessa, come per es. un vocabolario o dizionario italiano, o francese, o inglese, o russo (in contrapp. ai vocabolarî o dizionarî bilingui, che registrano, in genere senza definizione, le parole e le locuzioni di una lingua per darne la traduzione in un’altra lingua, come sarebbe, per es., un vocabolario italiano-tedesco e viceversa). 2. Di individuo o gruppo etnico che conosce e usa una sola lingua, o di luogo in cui è conosciuta e parlata una sola lingua o il solo dialetto locale: essere m.; popolazione m., zona monolingue.
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COMMENTI
dalla Redazione
Ringraziamo l'utente per la segnalazione, la flessione corretta non prevede invariabilità.
da Redazione_Treccani- 13/01/2011 09:36:26
Monolingue (2)
La versione cartacea del "Treccani", correttamente - a mio avviso - non specifica l'invariabilità. Se ne deduce, quindi, che il plurale è "normale": monolingui. Come si spiega questa disparità di opinioni tra i due "Treccani"? A chi deve dare ascolto una persona sprovveduta? Fausto Raso
da fauras- 07/01/2011 17:55:01
Monolingue
Sono stupefatto! L'aggettivo in oggetto non è invariabile, il suo plurale è "monolingui", come i plurali di bilingue, plurilingue, multilingue (bilingui, plurilingui, multilingui). Il Dop, il Dizionario di Ortografia e di Pronunzia, è chiarissimo: monolingui. Fausto Raso
da fauras- 05/01/2011 18:25:44
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi) «Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»