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Inviato: mer, 10 nov 2010 21:09
di Marco1971
Prendiamo allora Google tutto (
pagine scritte in «italiano»): le proporzioni sono simili.
deverticalizzazione:
1450
esternalizzazione:
88.800
terziarizzazione:
27.000
outsourcing:
325.000
Per le strade si sente dire molto piú spesso
computer che
calcolatore/elaboratore, ecc. La tendenza non è solo dei giornalisti, è generale.
P.S. Non è utile riportare l’intero messaggio al quale si risponde quando è leggibile appena sopra.

Inviato: mer, 10 nov 2010 21:22
di Freelancer
Marco1971 ha scritto:P.S. Non è utile riportare l’intero messaggio al quale si risponde quando è leggibile appena sopra.

Non mi è chiaro a chi si riferisce. Non vedo nessun messaggio riportato.
Inviato: mer, 10 nov 2010 21:35
di Marco1971
Li ha tolti nel frattempo, del che la ringrazio.

Inviato: mer, 10 nov 2010 21:45
di Freelancer
Comunque computer e outsourcing sono ben diversi. Solo lei e pochi altri si rifiutano di usare computer, mentre nessuno viene guardato strano se usa esternalizzazione.
Inviato: mer, 10 nov 2010 22:04
di Decimo
Freelancer ha scritto:Solo lei e pochi altri si rifiutano di usare computer…
Bah, molti professori universitari —per primi i professori d’Informatica dei politecnici di Milano e Torino— usano
calcolatore, e non suscitano alcuna ilarità.
E le dirò di piú: il vocabolo non è confinato all’àmbito accademico; abbiamo
calcolatore anche in questa recentissima [e nota]
guida all’uso di LaTeX.
Inviato: mer, 10 nov 2010 22:14
di Freelancer
Decimo ha scritto:Bah, molti professori universitari —per primi i professori d’Informatica dei politecnici di Milano e Torino— usano calcolatore, e non suscitano alcuna ilarità.
Ma il Politecnico di Torino non è quello in cui hanno istituito corsi di laurea in lingua inglese?
Inviato: mer, 10 nov 2010 22:15
di Decimo
E quale sarebbe la correlazione, scusi?

Inviato: mer, 10 nov 2010 22:25
di Freelancer
Lei segue i corsi universitari di questi professori e gli ha sentito dire immancabilmente calcolatore? Ha registrato le loro conversazioni private quando parlano del loro PC e gli ha sentito sempre dire calcolatore?
Inviato: mer, 10 nov 2010 22:44
di Marco1971
Decimo le risponderà quando potrà. Io, per me, voglio chiederle: perché contesta il fatto che, in moltissimi casi, l’anglicismo è piú comune e diffuso del corrispondente termine italiano (quando esiste)?
Inviato: mer, 10 nov 2010 22:55
di Dario90
Marco1971 ha scritto:Prendiamo allora Google tutto (pagine scritte in «italiano»): le proporzioni sono simili.
deverticalizzazione: 1450
esternalizzazione: 88.800
terziarizzazione: 27.000
outsourcing: 325.000
Per le strade si sente dire molto piú spesso computer che calcolatore/elaboratore, ecc. La tendenza non è solo dei giornalisti, è generale.
Sicuramente tale situazione scoraggiante non è aiutata da politici che sembrano di preferire l'anglicismo all'equivalente italiano. Il termine "welfare" spesso mi faceva arrabbiare molto.
Re: Una domanda su "outsourcing"
Inviato: mer, 10 nov 2010 22:56
di Dario90
Infarinato ha scritto:…a rigore
outsource significa «subappaltare il lavoro ad altri», e quindi
outsourcing è
esternalizzazione (o anche
deverticalizzazione, ma mi sembra un traducente meno trasparente),
non delocalizzazione.
Delocalizzare può essere un modo di esternalizzare, ma concettualmente sono due cose distinte.
Ho capito. Grazie!
Inviato: mer, 10 nov 2010 22:56
di Freelancer
Marco1971 ha scritto:Decimo le risponderà quando potrà. Io, per me, voglio chiederle: perché contesta il fatto che, in moltissimi casi, l’anglicismo è piú comune e diffuso del corrispondente termine italiano (quando esiste)?
Non lo contesto ma non vedo motivo di stracciarsi le vesti, perché tanti usano pure
esternalizzare e derivati e penso che continueranno a usarlo.
Inviato: mer, 10 nov 2010 23:03
di Marco1971
Freelancer ha scritto:Non lo contesto ma non vedo motivo di stracciarsi le vesti, perché tanti usano pure esternalizzare e derivati e penso che continueranno a usarlo.
Per il verbo sí, senz’altro, perché non sarebbe possibile dire
outsource (la morfologia verbale sarà l’ultima a cadere, ma ci arriveremo:
io outsource, tu outsource, egli outsource, noi outsource, voi outsource, essi outsource). Per il sostantivo, invece, le attestazioni sulle quali ci possiamo fondare mettono in rilievo il predominio della voce straniera.
Inviato: mer, 10 nov 2010 23:12
di Freelancer
Marco1971 ha scritto:Per il verbo sí, senz’altro, perché non sarebbe possibile dire outsource (la morfologia verbale sarà l’ultima a cadere, ma ci arriveremo: io outsource, tu outsource, egli outsource, noi outsource, voi outsource, essi outsource).
Via, siamo seri...
Inviato: mer, 10 nov 2010 23:19
di Marco1971
Dario90 ha scritto:Sicuramente tale situazione scoraggiante non è aiutata da politici che sembrano di preferire l'anglicismo all'equivalente italiano.
Gentile Dario90, lei certo non si avrà a male se le segnalo quest’errore:
sembrare e
parere prendono
di + infinito
solo quando sono usati con soggetto impersonale:
(1) Mi sembra/par(e)
di sognare.
(2) Gli sembra/pare
di essere su un altro pianeta.
Se invece c’è un soggetto espresso, il
di è soppresso:
(3) ...
politici che sembrano _ preferire l’anglicismo...
(4)
Gianni mi sembra _ star bene.
(5)
I miei fratelli sembrano _ aver trovato un accordo.
