Per un’inchiesta su prestiti e forestierismi
Moderatore: Cruscanti
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Re: ...prestiti linguistici
Riguardo al questionario, altre due rapide osservazioni:
- La (12) mi sembra un po’ «pilotata», e quindi non proprio «demoscopicamente corretta» (immagino che con «[a]lla base di queste osservazioni» s’intenda in realtà «in base a queste osservazioni»). Inoltre, anche la logica soggiacente fa un po’ acqua: l’apprendimento di lingue straniere sicuramente «apre al mondo del lavoro e a nuovi orizzonti culturali»; l’apprendimento di singole parole straniere (per di piú spesso con significati che queste non hanno nella lingua d’origine), cioè dei forestierismi, no (…a meno che non sia debitamente accompagnato allo studio delle lingue in questione, ovviamente).
- Quanto alla (14), sul territorio italiano ci sono molte altre «minoranze linguistiche [che] non hanno un riconoscimento nella [l]egislazione nazionale» oltre a quelle da Lei citate, ergo correggerei senz’altro quell’«e sono» con un «come, per esempio».
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Mi permetto di farle notare che ha scritto i sì sempre senza accento, e che l'ordine delle risposte alle domande 6 e 7 è poco logico. Trovo inoltre che la formulazione di alcune domande [anche in abbinamento con le risposte] sia poco "fluida" e ciò, per esperienza personale, disincentiva chi è intenzionato a rispondere; comunque ho risposto.
Grazie dei suggerimenti...ho provveduto a correggere ed ho capito che fare questionari non è proprio il mio forte! Non voglio pilotarle...non so più che parole utilizzare per esprimere i concetti! Per quanto alla domanda:
12) Una parola straniera se viene utilizzata a lungo tempo tende a sostituirne una italiana. Ad esempio: oggi tendiamo a dire “Happy Hour” anziché “Aperitivo”. Imparare parole straniere apre al mondo del lavoro e a nuovi orizzonti culturali. Sulla scia di queste osservazioni, riguardo ai forestierismi sei: *
Il fatto che tende a sostituirla è ciò che ho letto in libri di linguistica, sociolinguistica, pragmatica, ecc... non è che è mia opinione, ma un discorso attestato...d'altra parte imparare più parole apre a nuovi orizzonti culturali; si é più capaci di comprendere qualcuno "altro" da noi...e nemmeno questo fatto è solo mia opinione... quindi come potrei porla in modo diverso?
Passiamo all'altra:
14) La Costituzione italiana tutela alcune minoranze linguistiche [con la legge n. 482 (1999) si tutelano: friulano, ladino, tedesco, sloveno, occitano, francese, francoprovenzale, albanese, greco, sardo, catalano e croato, (Art. 2 della legge: 1. la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene, croate, francesi, e di quelle parlanti il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo]. Altre minoranze linguistiche non hanno un riconoscimento nella Legislazione nazionale, ad esempio: Corso gallurese, Emiliano e Romagnolo, Ligure, Lombardo, Napoletano, Piemontese, Romaní, Sassarese, Siciliano, Veneto. Alcune di queste hanno forme di tutela a livello regionale. Pensi che queste ultime minoranze debbano essere riconosciute a livello nazionale? *
...l'ho modificata. Va bene così?
(sto uscendo pazza con questo questionario!)
12) Una parola straniera se viene utilizzata a lungo tempo tende a sostituirne una italiana. Ad esempio: oggi tendiamo a dire “Happy Hour” anziché “Aperitivo”. Imparare parole straniere apre al mondo del lavoro e a nuovi orizzonti culturali. Sulla scia di queste osservazioni, riguardo ai forestierismi sei: *
Il fatto che tende a sostituirla è ciò che ho letto in libri di linguistica, sociolinguistica, pragmatica, ecc... non è che è mia opinione, ma un discorso attestato...d'altra parte imparare più parole apre a nuovi orizzonti culturali; si é più capaci di comprendere qualcuno "altro" da noi...e nemmeno questo fatto è solo mia opinione... quindi come potrei porla in modo diverso?
Passiamo all'altra:
14) La Costituzione italiana tutela alcune minoranze linguistiche [con la legge n. 482 (1999) si tutelano: friulano, ladino, tedesco, sloveno, occitano, francese, francoprovenzale, albanese, greco, sardo, catalano e croato, (Art. 2 della legge: 1. la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene, croate, francesi, e di quelle parlanti il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo]. Altre minoranze linguistiche non hanno un riconoscimento nella Legislazione nazionale, ad esempio: Corso gallurese, Emiliano e Romagnolo, Ligure, Lombardo, Napoletano, Piemontese, Romaní, Sassarese, Siciliano, Veneto. Alcune di queste hanno forme di tutela a livello regionale. Pensi che queste ultime minoranze debbano essere riconosciute a livello nazionale? *
...l'ho modificata. Va bene così?
(sto uscendo pazza con questo questionario!)
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Ecco un'altra espressione tipica del linguaggio dell'Italia meridionale...S84 ha scritto:(sto uscendo pazza con questo questionario!)


«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Quindi gli 87.800 risultati in Google per sto uscendo pazza originano tutti da meridionali?
Già che ci siamo: nel linguaggio comune i siciliani usano uscire [anche] come transitivo, ad esempio esci la carne dal frigo!
Un'altra espressione che mi viene subito in mente, e che forse Fausto Raso sarebbe così gentile da dirci se è pure tipicamente meridionale, è non so dove sbattere la testa prima [per le troppe cose da fare].
Già che ci siamo: nel linguaggio comune i siciliani usano uscire [anche] come transitivo, ad esempio esci la carne dal frigo!
Un'altra espressione che mi viene subito in mente, e che forse Fausto Raso sarebbe così gentile da dirci se è pure tipicamente meridionale, è non so dove sbattere la testa prima [per le troppe cose da fare].
Ultima modifica di Freelancer in data gio, 08 mar 2012 17:05, modificato 1 volta in totale.
Non so se sia d’uso prettamente meridionale; il Treccani dice:
com., ma di uso region., u. pazzo, impazzire (esco, o me n’esco pazza se va avanti così!).
Non so dove sbattere la testa mi sembra invece panitaliano. Non so cosa ne pensi Fausto.
com., ma di uso region., u. pazzo, impazzire (esco, o me n’esco pazza se va avanti così!).
Non so dove sbattere la testa mi sembra invece panitaliano. Non so cosa ne pensi Fausto.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Concordo con Marco sull'espressione "non so dove sbattere la testa". Quanto a "uscire pazzo/a" confermo la "meridionalità" dell'espressione, confortato dal Treccani.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
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Sulla prima parte siamo d’accordo (e ne abbiamo discusso ad nauseam in questa piazza); sulla seconda, non posso dire altrettanto, a meno che «imparare piú parole [straniere]» non significhi davvero impararle, e questo non può avvenire se non si accompagna a un’adeguata riflessione linguistica, che a sua volta non può prescindere da una conoscenza non superficiale della lingua straniera in questione —o perlomeno di una lingua straniera.S84 ha scritto:12) Una parola straniera se viene utilizzata a lungo tempo tende a sostituirne una italiana. […] Imparare parole straniere apre al mondo del lavoro e a nuovi orizzonti culturali. […]
Il fatto che tende a sostituirla è ciò che ho letto in libri di linguistica, sociolinguistica, pragmatica, ecc... non è che è mia opinione, ma un discorso attestato...d'altra parte imparare più parole apre a nuovi orizzonti culturali; si é più capaci di comprendere qualcuno "altro" da noi...e nemmeno questo fatto è solo mia opinione... quindi come potrei porla in modo diverso?
A tal proposito sarebbe forse opportuno saggiare la reale competenza linguistica degl’intervistati con una domanda preliminare del tipo: «Possiedi un attestato di competenza linguistica del livello del Cambridge English: Proficiency, una laurea in lingue e letterature straniere, sei multilingue o hai risieduto all’estero [Città del Vaticano, San Marino e Canton Ticino esclusi

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Ho risposto anch'io al suo questionario.
Sulla scia di quanto detto sopra da altri membri del fòro, sarebbe stato consigliabile curare di più la forma prima di mettere le domande in linea, anche perché – anzi, soprattutto – fanno parte d'un lavoro accademico.
In bocca al lupo per la sua prova finale (alla mia università la cosiddetta tesi è solo quella dei corsi di laurea magistrale).
Sulla scia di quanto detto sopra da altri membri del fòro, sarebbe stato consigliabile curare di più la forma prima di mettere le domande in linea, anche perché – anzi, soprattutto – fanno parte d'un lavoro accademico.
In bocca al lupo per la sua prova finale (alla mia università la cosiddetta tesi è solo quella dei corsi di laurea magistrale).

Rispondo a Fausto Raso, Marco 1971, Freelancer: "uscire" lo utilizziamo sia come transitivo che non, ad esempio "esci la carne dal frigo" (tr); ma anche "sto uscendo".
"Sto uscendo pazza": penso che questa frase...si, è prettamente meridionale ma che non è utilizzata solo nel meridione, credo anche al centro (ma non ne sono sicura).
In siciliano: "Sta nìsciannu fuaddi cu sti dumanni!"
Variante di "nìsciannu": "niscennu", ossia "uscendo".
Variante di "fuaddi": "foddi" (la "d" si pronuncia con l'occlusiva post-alveolare sonora), ossia "folle", che si usa più di "pazza" in questa frase specifica.
La parola "questionario" è poco utilizzata nel dialetto; si preferisce "domande" (dumanni).
"No so dove sbattere la testa" invece si dice in tutta Italia: in siciliano la frase è "Un sacciu onni sbattiri i corna", letteralmente "Non so dove sbattere le corna"
.
Per il questionario: Andrea Russo e Infarinato le ultime domande sono state modificate, ossia "Sta nìsciannu sempri chiù fuaddi cu sti dumanni!". Grazie a tutti coloro che lo hanno compilato.
"Sto uscendo pazza": penso che questa frase...si, è prettamente meridionale ma che non è utilizzata solo nel meridione, credo anche al centro (ma non ne sono sicura).
In siciliano: "Sta nìsciannu fuaddi cu sti dumanni!"
Variante di "nìsciannu": "niscennu", ossia "uscendo".
Variante di "fuaddi": "foddi" (la "d" si pronuncia con l'occlusiva post-alveolare sonora), ossia "folle", che si usa più di "pazza" in questa frase specifica.
La parola "questionario" è poco utilizzata nel dialetto; si preferisce "domande" (dumanni).
"No so dove sbattere la testa" invece si dice in tutta Italia: in siciliano la frase è "Un sacciu onni sbattiri i corna", letteralmente "Non so dove sbattere le corna"

Per il questionario: Andrea Russo e Infarinato le ultime domande sono state modificate, ossia "Sta nìsciannu sempri chiù fuaddi cu sti dumanni!". Grazie a tutti coloro che lo hanno compilato.
- Sandro1991
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