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Inviato: mer, 21 mar 2012 12:01
di Sandro1991
Voglio proporvi questo stralcio d’una nota pellicola: dialogo italiano, dialogo inglese. (Il tutto condito da una traboccante allitterazione della «v».)

Per me è un ottimo lavoro, sia di traduzione sia di doppiaggio; sarà che capisco meglio l’italiano ma... per me, qui, vince l’Italia. :)

P.S. Per me le gratuite geminazioni della «v», non s’hanno da condannare, ché servono a sottolineare meglio l’allitterazione; non sono sicuro sul suono della «o» in persona, dovrebb’essere aperta, no? Mi pare intermedia, ma non mi sbilancio piú di tanto.

Inviato: mer, 21 mar 2012 12:16
di Infarinato
Sandro1991 ha scritto:Voglio proporvi questo stralcio d’una nota pellicola: dialogo italiano, dialogo inglese. (Il tutto condito da una traboccante allitterazione della «v».)
Qui la vera «perversione» è nel titolo: V for vendetta si traduce in «V come/di vendetta» in italiano, non *«V per vendetta»! :evil:

E poi il doppiatore chiaramente non sa come si pronuncia dramătis! (ri:evil:)

P.S. Hugo Weaving è comunque molto bravo. ;)

Inviato: mer, 21 mar 2012 20:17
di Ferdinand Bardamu
Avevo notato anch'io la pigra improprietà di *V per Vendetta come traduzione di V for Vendetta. Ormai l'inglese l'inglese sta penetrando anche a livello sintattico, vedi il caso di *indulgere in per indulgere a.

Riguardo alla nostra anglofilia odierna, vorrei evidenziare un fatto che ritengo sia rivelatore: la pronuncia dei nomi commerciali di prodotti anglosassoni: Colgate /kolˈgate/, Carefree /ˌkareˈfre/, Tide /ˈtide/, ecc. Da un lato, questo dimostra che, nel periodo in cui furono introdotti per la prima volta questi marchi, gl'italiani non sapevano l'inglese, perciò avevano bisogno di riconoscere il nome del prodotto come si pronunciava in italiano; ma, a mio avviso, dall'altro rivela, sia pure per fini commerciali, la persistenza di quel potere di «disordinare i vocaboli accattati» che fu proprio della nostra lingua. Che ne pensate?

Re: Ciglia

Inviato: gio, 22 mar 2012 0:53
di Pygoscelis
Ferdinand Bardamu ha scritto: se si rende The eternal sunshine of the spotless mind (‹L'eterno splendore della mente immacolata›) con Se mi lasci ti cancello, allora è meglio tenere l'originale.
Questo modo di fare, più che sfiducia nei confronti della lingua italiana, tradisce una certa sfiducia nella capacità intellettive degli italofoni... :evil:

:lol:

V per vendetta, in ogni caso, è davvero geniale. Come dire D per Domodossola (per treeqquattordici? :wink: )

Bello l'originale e bella la versione in italiano: grazie, Sandro1991!

Inviato: gio, 22 mar 2012 7:42
di Jonathan
Sandro1991 ha scritto:Per me è un ottimo lavoro, sia di traduzione sia di doppiaggio; sarà che capisco meglio l’italiano ma... per me, qui, vince l’Italia. :)
Per quanto riguarda il doppiaggio, secondo me la versione originale è di molto superiore.
Ferdinand Bardamu ha scritto:Riguardo alla nostra anglofilia odierna, vorrei evidenziare un fatto che ritengo sia rivelatore: la pronuncia dei nomi commerciali di prodotti anglosassoni: Colgate /kolˈgate/, Carefree /ˌkareˈfre/, Tide /ˈtide/, ecc. Da un lato, questo dimostra che, nel periodo in cui furono introdotti per la prima volta questi marchi, gl'italiani non sapevano l'inglese, perciò avevano bisogno di riconoscere il nome del prodotto come si pronunciava in italiano; ma, a mio avviso, dall'altro rivela, sia pure per fini commerciali, la persistenza di quel potere di «disordinare i vocaboli accattati» che fu proprio della nostra lingua. Che ne pensate?
Mi è capitato di sentire qualcuno ridere della pronuncia all'italiana dei nomi di quei prodotti, e ammetto che io stesso, i primi tempi che abitavo all'estero, tendevo a pronunciare ogni parola inglese il piú correttamente possibile, anche di fronte a parenti e amici italiani. Ora me ne guardo bene, e dico /kol'gate/ con una certa soddisfazione. :D

Inviato: gio, 22 mar 2012 8:56
di SinoItaliano
Qualcuno ha visto il «cinepanettone» cinese Kung Fusion* di Stephen Chow?

Insomma... nel doppiaggio italiano hanno dato volutamente una recitazione comica, con voci strane, con gli stereotipi dell'accento cinese (signola) e facendo parlare certe persone in toscano, in romanesco o in napoletano.
E sostituendo i nomi cinesi con quelli italiani (es. Marco, Giovanni) e usando panino e pandolce al posto dei cibi cinesi bao zi e man tou.

Quando lo racconto ai miei amci cinesi come è stato doppiato in Italia, loro ridono piú di chi vede il film :lol:

Insomma... queste tecniche da cabaret (passatemi il termine italiano per favore) per aumentare la comicità sono grottesche... ma visto il genere del film... vanno bene. :D

*Perché usare l'anglicismo anche nei giochi di parole?
Si poteva fare Kung Fusione, come hanno fatto gli spagnoli con Kung Fusión e i portoghesi con Kung Fusão.

Inviato: gio, 02 ago 2012 20:32
di PersOnLine
Carnby ha scritto:Nuova Iorca o Novaiorca. :) Un tempo avevo proposto, un po' schezosamente, Nuova Eboraco (dal nome latino della città inglese di York, Eburacum o Eboracum; noto inoltre che qualcun altro ci ha già pensato...). In ogni caso c'è qualche attestazione dell'aggettivo relativo novaiorchese.
Mi chiedo se qualcuno abbia mai pensato a novarchese o neorchese (visto che abbiamo i neozelandesi): parole di facile pronuncia e più corte di newyorchese.

Inviato: gio, 02 ago 2012 21:39
di Marco1971
Ma esiste già nuovaiorchese...

Inviato: ven, 03 ago 2012 22:46
di Zabob
SinoItaliano ha scritto:Qualcuno ha visto il «cinepanettone» cinese Kung Fusion* di Stephen Chow?

(...)

*Perché usare l'anglicismo anche nei giochi di parole?
Si poteva fare Kung Fusione, come hanno fatto gli spagnoli con Kung Fusión e i portoghesi con Kung Fusão.
Ma lo sa che il gioco di parole insito in Kung Fusion mi era sfuggito sino a quando non ho letto la sua proposta di rendere il titolo con Kung Fusione? E, come me, ritengo la maggior parte delle altre persone, che abbiano visto il film o meno... A tal punto arriva la nostra anglofilia, da rinunciare a tradurre anche dove il titolo tradotto ne avrebbe guadagnato!

Inviato: lun, 06 ago 2012 11:09
di domna charola
Zabob ha scritto:A tal punto arriva la nostra anglofilia, da rinunciare a tradurre anche dove il titolo tradotto ne avrebbe guadagnato!
Mi viene in mente a questo proposito il recente film "Biancaneve e il cacciatore" in cui la regina cattiva nella versione italiana mantiene il nome di "Ravenna" (con denuncia da parte dei cittadini dell'omonima città romagnola, per danno d'immagine?...): uno dei suoi poteri magici, nel film, è quello di spostarsi velocemente disintegrandosi in uno stormo di corvi, che poi si "ricompone" nel luogo di destinazione. E corvo in inglese si dice raven...
Forse era più significativo tradurre con "Corvina" o qualcosa del genere (Corvara no, perché si cade di nuovo nel turistico...)?

Inviato: lun, 06 ago 2012 11:56
di Ferdinand Bardamu
Concordo con lei: se un nome proprio si può adattare, vale la pena farlo. Anche perché, tolti i pochi che masticano l'inglese, gli spettatori non colgono il riferimento al corvo, immediato per un anglofono. Altrimenti ci guardiamo il filme in lingua originale, che ci fa anche bene. :)

Inviato: lun, 06 ago 2012 18:18
di Carnby
Marco1971 ha scritto:Ma esiste già nuovaiorchese...
Su Come parlare e scrivere meglio, diretto da Aldo Gabrielli, era scritto "sditttongato".