«Ragazzo», «fidanzato» e «compagno»

Spazio di discussione su questioni di lessico e semantica

Moderatore: Cruscanti

valerio_vanni
Interventi: 1413
Iscritto in data: ven, 19 ott 2012 20:40
Località: Marradi (FI)

Intervento di valerio_vanni »

«Ragazzo/a» e «Fidanzato/a». Il primo termine più popolare, il secondo più formale.

Negli ultimi decenni si sono aggiunti anche «Uomo/Donna» e «Compagno/a», probabilmente per descrivere le relazioni (alternative al matrimonio) tra gente più grande.

I primi due termini tendono a suggerire persone giovani.
Ultima modifica di valerio_vanni in data sab, 27 feb 2016 3:21, modificato 1 volta in totale.
Ivan92
Interventi: 1416
Iscritto in data: gio, 28 nov 2013 19:59
Località: Castelfidardo (AN)

Intervento di Ivan92 »

valerio_vanni ha scritto:«Ragazzo/a» e «Fidanzato/a». Il primo termine più popolare, il secondo più formale.
Qui vale la stessa distinzione.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5195
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

valerio_vanni ha scritto:Il Po non è un buona isoglossa per questa parola. In Romagna, quindi sotto al Po, è diffusissimo. È il termine più normale tra tutti quelli indicati.
Ha ragione. Con «sotto il Po» intendevo «fuori del Veneto»: tuttavia, il De Mauro è chiaro nell’indicare l’uso settentrionale della parola, e il Settentrione comprende l’Emilia-Romagna.

Ricordo ora che il vocabolo compare anche nei Promessi sposi: «[E]gli pensa alla morosa; ma io penso alla pelle».
Avatara utente
Millermann
Interventi: 1720
Iscritto in data: ven, 26 giu 2015 19:21
Località: Riviera dei Cedri

Intervento di Millermann »

Ivan92 ha scritto:
valerio_vanni ha scritto:«Ragazzo/a» e «Fidanzato/a». Il primo termine più popolare, il secondo più formale.
Qui vale la stessa distinzione.
E anche qui, direi.
I rispettivi termini dialettali tradizionali sarebbero «guagliuni/a» e «zitu/a» (cfr. «citto/a» del toscano).
Mentre, però, il primo è ancora usato normalmente anche dai giovani, il secondo è spesso, anche in dialetto, sostituito da fidanzato.
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Avatara utente
Ortelius
Interventi: 51
Iscritto in data: gio, 19 nov 2015 11:25
Località: Anghiari

Intervento di Ortelius »

Ho un amico di Reggio Calabria, spesso ci siamo trovati a confrontare i rispettivi parlari: mi diceva che, a differenza dell'aretino/senese citto che vale anche per ragazzo qualsiasi, la parola zitu si usa esclusivamente per riferirsi al fidanzato. Mi può confermare, caro Millermann?
Avatara utente
Millermann
Interventi: 1720
Iscritto in data: ven, 26 giu 2015 19:21
Località: Riviera dei Cedri

Intervento di Millermann »

Confermo. Anzi, le dirò di piú: oltre che per i fidanzati, «zitu/a» e «ziti» si usa(va) per indicare gli sposi, anche novelli.

A proposito: per avere un'idea piuttosto precisa delle distribuzioni regionali, può essere interessante dare un'occhiata alle tavole 63 e 64 dell'AIS. :)
In Italia, dotta, Foro fatto dai latini
Avatara utente
Carnby
Interventi: 5795
Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Intervento di Carnby »

Nel vecchio vernacolo si diceva il damo (oggi non è più usato).
valerio_vanni
Interventi: 1413
Iscritto in data: ven, 19 ott 2012 20:40
Località: Marradi (FI)

Intervento di valerio_vanni »

Ricordo che tra le generazioni più vecchie era usata una perifrasi "fare l'amore a".

Ricordo i miei nonni che parlavano di fatti accaduti quando erano giovani, e dove io direi "Il ragazzo di Tizia" loro dicevano "Quello che faceva l'amore a Tizia".
Avatara utente
Sixie
Interventi: 317
Iscritto in data: lun, 18 mag 2015 19:18
Località: Polesine

Intervento di Sixie »

Ma fra farghe l'amore a e 'ndarghe moroxa da la Maria, per esempio, c'è differenza, secondo lei, Valerio?
Poi, quando si approssimava il momento delle nozze, si diceva che si erano fatti novìssi.
We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5195
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Da me l’uomo che è fidanzato con una ragazza «el va a moroxe da ela»: moroxe, al plurale, anche se, ovviamente, non si parla d’un donnaiolo.
Cembalaro
Interventi: 94
Iscritto in data: sab, 02 nov 2013 14:46

Intervento di Cembalaro »

In napoletano c'è la perifrasi, con esclusione di ogni altro termine, fà l'ammore co ...
Vale sia per relazioni temporanee e molto giovanili che per relazioni prematrimoniali e formalizzate.

Similmente i fidanzati sono 'o nnammorato e 'a nnammorata.

Nessun termine speciale per i conviventi more uxorio.
Avatara utente
Sixie
Interventi: 317
Iscritto in data: lun, 18 mag 2015 19:18
Località: Polesine

Intervento di Sixie »

Convivere si dice conpagnar(se) : di due individui che mettono su casa senza sposarsi e perciò convivono come marito e moglie si dice che i se conpagna, inteso come un "mettersi in coppia" e allora potrebbe essere anche un cubiar(se), ma quest'ultimo con una sfumatura di ironia, se non disprezzo.

Andare moroxe da noi è percepito come un smoroxare, un amoreggiare senza impegno, quella fase iniziale, quando due si frequentano - i smoroxa - ma non sono ancora fidanzati, né ufficiosi né ufficiali.
Uno smoroxésso indica una relazione superficiale, tipica dello smoroxon, di colui che el va moroxe.
Ultima modifica di Sixie in data lun, 29 feb 2016 10:13, modificato 1 volta in totale.
We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5195
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Sixie ha scritto:Convivere si dice conpagnar(se): di due individui che mettono su casa senza sposarsi e perciò convivono come marito e moglie si dice che i se conpagna, inteso come un "mettersi in coppia" e allora potrebbe essere anche un cubiar(se), ma quest'ultimo con una sfumatura di ironia, se non disprezzo.
È sicura che si dica cosí? Mi spiego: la convivenza more uxorio è un fenomeno sociale tutto sommato abbastanza recente, per lo meno come fenomeno largamente accettato e riconosciuto. Mi pare strano che ci sia una parola in dialetto: personalmente non saprei come nominare la convivenza se non facendo ricorso a un italianismo.
Sixie ha scritto:Andare moroxe da noi è percepito come un smoroxare, un amoreggiare senza impegno, quella fase iniziale, quando due si frequentano - i smoroxa - ma non sono ancora fidanzati, né ufficiosi né ufficiali.
Uno smoroxésso indica una relazione superficiale, tipica dello smoroxon, di colui che el va moroxe.
Può darsi che m’inganni io. Dalla mia nonna, ora che ci penso, ho sentito «El volea farme l’amore», col significato che dice lei, senza alcun sottinteso sessuale. Dai miei genitori, invece, ho sentito spesso frasi come «Cuando to opà el vegnea a moroxe da mi»: cosa che, in effetti, sarebbe meglio interpretabile come «Cominciava a frequentarmi».
Avatara utente
Sixie
Interventi: 317
Iscritto in data: lun, 18 mag 2015 19:18
Località: Polesine

Intervento di Sixie »

Conpagnarse, nel significato di "mettersi in coppia" si è sempre detto di persone che, per qualche motivo, non volevano o non potevano sposarsi.
Poteva essere il caso di un vedovo con figli che si conpagnava con una donna magari non più giovane o dai trascorsi sentimentali non proprio limpidi... era un sistemarsi, naturalmente, l'amore e l'innamoramento c'entravano poco o punto.

Poi, lei lo sa caro Ferdinand, che nemmeno l'avevamo una parola per amore, amare: paradossalmente amar(se) si dice di oggetti che convergono (o combaciano) perfettamente e che si adattano a vicenda. Si dice delle ante di un armadio che le se ama, pensi un po', e di due persone che le se vòe bèn. :)

Su l'andare moroxe, al plurale, non si preoccupi, che è giusto: si dice comunemente nel veronese e nella Bassa veronese con il significato che lei indica (e che anche Dino Coltro conferma). Siamo noi polesani che facciamo una distinzione fra l'andare moroxa e il 'nàre moroxe.
We see things not as they are, but as we are. L. Rosten
Vediamo le cose non come sono, ma come siamo.
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
Interventi: 5195
Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Grazie della precisazione. :)
Sixie ha scritto:Poi, lei lo sa caro Ferdinand, che nemmeno l'avevamo una parola per amore, amare: paradossalmente amar(se) si dice di oggetti che convergono (o combaciano) perfettamente e che si adattano a vicenda. Si dice delle ante di un armadio che le se ama, pensi un po', e di due persone che le se vòe bèn. :)
Verissimo. Ma questo vale in generale per la lingua popolare, non soltanto per la nostra: nel dizionario dei sinonimi del Tommaseo si legge che «[i]l popolo non ama quasi mai, se non Dio; ma vuol bene; e il non solum diligere verum etiam amare, l’esprime col voler bene e l’aver nel cuore».
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 5 ospiti