Inviato: ven, 03 lug 2015 20:30
Buonasera! Vorrei rivolgermi a entrambi i miei cortesi interlocutori, sperando che abbiano ancora la pazienza di leggermi fino in fondo (sono un po' prolisso, lo so
)
Tornando, appunto, al motivo del mio intervento, ho potuto osservare che, in napoletano, la negazione non si riduce mai alla sola vocale (mi consenta ancora di dirlo così, per comodità
), e mi resta il dubbio se questa caratteristica del mio dialetto (che già ai tempi della scuola mi incuriosiva non poco) sia, almeno un po', insolita.
Riporto un altro esempio per spiegarmi meglio. Stavolta ne ho scelto uno che non può dar luogo a raddoppiamento per la presenza del gruppo <st>:
Sta mangiando - non sta mangiando
Sta [m:]angiannu - ô'sta [m:]angiannu
È un caso limite, è vero, tanto da dar luogo alla buffa (e incomprensibile) frase seguente:
Non sta mangiando, o sta mangiando?
Ô'sta [m:]angiannu, o sta [m:]angiannu?
(Nota: è riferito a una terza persona, da noi non si usa il "lei" di cortesia, ma il "voi")
Normalmente, la differenza fra ô, negazione, e o, disgiunzione, sarebbe evidente, poiché la seconda non dà luogo al raddoppiamento; qui, invece, si può solo, forse, cogliere la lieve sfumatura data dalla prima o, più lunga!
Per completezza, vorrei poi dire che, nella frase inversa (e più consueta):
Sta mangiando o non sta mangiando ?
non ci può essere alcun dubbio, dato che ricompare, magicamente, la prima n, ad evitare l'incontro tra le due o:
Sta [m:]angiannu o no'sta [m:]angiannu ?
Bene, se siete riusciti a leggere fin qui, spero almeno che vi siate divertiti e, anche se il mio dialetto non ha certo l'importanza del napoletano o del fiorentino, possiate apprezzare i miei sforzi nel volervelo illustrare.
Da parte mia, prometto che... imparerò, prima o poi, come si fa a inserire l'autore nelle citazioni (da terminale Android, e senza doverlo scrivere manualmente).

Giusto! L'isoglossa a cui mi riferivo è, infatti, la Cetraro – Bisignano – Melissa, convenzionalmente considerata come linea di confine tra i dialetti alto-meridionali e meridionali estremi. Per la verità, qui dalle mie parti non siamo così d'accordo su tale convenzione: i motivi addotti, infatti (ovvero la presenza o no di parole terminanti con la vocale atona scevà) sembrano molto meno significativi di altri, come il sistema verbale, per esempio. Pertanto, anche al di sotto di tale isoglossa, e fino a quella successiva (la Amantea – Crotone) ci sembra normale considerare i dialetti (cosiddetti cosentini) come ancora appartenenti all'area alto-meridionale (ma, questo, è tutto un altro tema).Si tratta della zona tra Cetraro e Diamante,
allora.
Gentile Infarinato, ho iniziato a leggere con attenzione l'articolo da lei consigliatomi, e lo trovo molto interessante ed esauriente: devo ammettere che è già riuscito a rispondere a molte delle mie domande, tanto più che prende in considerazione proprio le famiglie di dialetti che mi interessavano. Naturalmente il mio dialetto non è esattamente come il napoletano, ma ne conserva molti degli aspetti caratteristici, tranne, forse, proprio l'inflessione tipica.A tal proposito, le potrà forse interessare
l’articolo Le consonanti finali nel fiorentino e
nel napoletano di Laura Bafile.
Tornando, appunto, al motivo del mio intervento, ho potuto osservare che, in napoletano, la negazione non si riduce mai alla sola vocale (mi consenta ancora di dirlo così, per comodità

Riporto un altro esempio per spiegarmi meglio. Stavolta ne ho scelto uno che non può dar luogo a raddoppiamento per la presenza del gruppo <st>:
Sta mangiando - non sta mangiando
Sta [m:]angiannu - ô'sta [m:]angiannu
È un caso limite, è vero, tanto da dar luogo alla buffa (e incomprensibile) frase seguente:
Non sta mangiando, o sta mangiando?
Ô'sta [m:]angiannu, o sta [m:]angiannu?
(Nota: è riferito a una terza persona, da noi non si usa il "lei" di cortesia, ma il "voi")
Normalmente, la differenza fra ô, negazione, e o, disgiunzione, sarebbe evidente, poiché la seconda non dà luogo al raddoppiamento; qui, invece, si può solo, forse, cogliere la lieve sfumatura data dalla prima o, più lunga!
Per completezza, vorrei poi dire che, nella frase inversa (e più consueta):
Sta mangiando o non sta mangiando ?
non ci può essere alcun dubbio, dato che ricompare, magicamente, la prima n, ad evitare l'incontro tra le due o:
Sta [m:]angiannu o no'sta [m:]angiannu ?
Bene, se siete riusciti a leggere fin qui, spero almeno che vi siate divertiti e, anche se il mio dialetto non ha certo l'importanza del napoletano o del fiorentino, possiate apprezzare i miei sforzi nel volervelo illustrare.
Da parte mia, prometto che... imparerò, prima o poi, come si fa a inserire l'autore nelle citazioni (da terminale Android, e senza doverlo scrivere manualmente).
