Personalmente non vedo la cosa così "misteriosa".
Certo, nel parlato la componente non verbale aiuta. Il retaggio animale non è tale da permetterci di muovere la coda e le orecchie, ma di fatto facciamo anche cose simili, che facilitano. Basta un lieve ammiccare per cambiare il senso di una frase! E si parla di elementi concreti, che magari il cervello non elabora razionalmente ma che afferra benissimo per istinto (animale residuo) e per cultura (lo stesso gesto può variare di significato in culture diverse). Insomma, la comunicazione è così importante che sfruttiamo tutti i mezzi!
Però secondo me se si analizza una frase saltano fuori anche vari livelli di comunicazione verbale.
Nel caso degli orsacchiotti, c'è una struttura di base che può essere ambigua.
Il complemento retto da "con" può essere dei tipi più vari e significare quindi cose diverse:
comprare qualcosa con i soldi = per mezzo, o in cambio di
comprare qualcosa con la zia = in compagnia di
comprare qualcosa con entusiasmo = in che modo?
comprare qualcosa con gli orsacchiotti = qui si riferisce all'oggetto, qualità? (sui complementi minori mi perdo... aiuto!)
E su questa struttura, si inseriscono le parole, la coerenza fra esse, il contesto che esse suggeriscono, anche se non detto direttamente in un'introduzione.
A logica, gli "orsacchiotti disegnati" portano a fare una serie di scelte interpretative, e a preferire come più probabile una e una sola soluzione.
Quasi direi che la precisione della parola, e ancor più, delle singole parole messe in relazione fra di loro, riesce a rendere non ambigua una costruzione altrimenti "aperta".
La bizzarria secondo me sta soprattutto nelle strutture, che permettono di essere gestite nelle maniere più varie, offrendo ampie possibilità espressive, e soprattutto permettendo anche quel "giocare con la lingua" che si attua proprio quando si spinge la logica sino all'estremo: è la cosa più divertente, secondo me, perché spinge a ragionare sulla struttura profonda.
Da qui, almeno per me, è partito il clima di "gioco" alla sua proposta.
Perché è vero: la struttura della frase si presta a giochi interpretativi e creativi notevoli, e degni di essere provati.
Conoscere una lingua è anche questo! Sicuramente uno straniero che stesse imparando l'italiano, focalizzando l'attenzione sulla struttura, penserebbe anche a un pagamento in orsacchiotti. Quindi la sua ipotesi a me non pare peregrina.
E trovo divertente non tanto l'ipotesi in sè, ma il fatto che pone in evidenza l'apertura della struttura della frase usata, pronta ad adattarsi ai significati più diversi.
«Con disegnati degli orsacchiotti»
Moderatore: Cruscanti
Penso che tutti diano una spiegazione razionale dei meccanismi della lingua‚ che forse può essere l’unica vera. Io preferisco invece pensare‚ almeno per il loro primo formarsi‚ a una natura sciamanica‚ a una mediazione tra l’umano ed il mistero di un tempo tanto lontano da rendere plausibile‚ almeno a me‚ uno sconfinamento nella magia. Posso anche far sorridere; come se oggi mi ostinassi a chiamare il treno: il cavallo di ferro e di fuoco. Però credo che dei vari idiomi possiamo conoscere le regole (da noi stessi create)‚ ma i significati‚ appena al di là delle necessità di uniformare la comprensione‚ tendano a sfuggire o a confondersi‚ insomma a ritornare in quel magma dal quale i nostri remotissimi progenitori li avevano cavati. Almeno, penso così (probabilmente sbagliando).
-
- Interventi: 1782
- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
Non so. Il mio limite è che tendo a un approccio aridamente scientifico ai problemi: una parola per me è solo un insieme di suoni che convenzionalmente leghiamo a una cosa. Forse solo il nome personale, quello che conosce solo il singolo individuo, corrisponde effettivamente all'essenza intrinseca dell'oggetto che rappresenta... boh?... 

Se fosse così non potremmo fare altro che descriverci oggetti; invece, oltre a poter parlare perfino di filosofia, si riescono a ricreare e comunicare anche le sfaccettature d'uno stato d'animo. Questo è l'intento del grande scrittore e il lettore, grande anch'egli, ha il merito di riuscire a capire e sentire. Solo che userà le proprie immagini dei pensieri, non quelle dello scrittore, anche se quest'ultimo avesse usato una metafora. In somma, il mistero del codice linguistico è nella sua capacità di evocare contenuti che pur essendo necessariamente personali e diversi in chi scrive e in chi legge, tuttavia convergono. Non so se mi sono capito. \°ᴥ°/domna charola ha scritto:Non so. (...) una parola per me è solo un insieme di suoni che convenzionalmente leghiamo a una cosa.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Chi c’è in linea
Utenti presenti in questa sezione: Ahrefs [Bot], Amazon [Bot], Google [Bot] e 4 ospiti