
Raddoppiamento fonosintattico con la «z»
Moderatore: Cruscanti
Re: Raddoppiamento fonosintattico con la «z»
Eppure (ditemi se sbaglio) io sento e pronuncio come scempio il nesso 'sc' di "proboscide" e di "prosciutto": non sento uguali le /∫/ di "asciutto" e di "prosciutto". Anche il basciò del noto verso «la bocca mi basciò tutto tremante» è, a mio avviso, da leggersi con la 'sc' scempia (un po' come un romano-de-Roma che pronunci "baciò").fiorentino90 ha scritto:In realtà, [tz dz ∫ ʎ ɲ] sono pronunciati sempre lunghi in posizione intervocalica non per raddoppiamento fonosintattico, ma per proprietà intrinseche dei foni, come precisa Pietro Maturi.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Re: Raddoppiamento fonosintattico con la «z»
Questo forse per ipercorrettismo, trattandosi d’un’inusuale voce dotta…Zabob ha scritto:Eppure (ditemi se sbaglio) io sento e pronuncio come scempio il nesso 'sc' di "proboscide"…
E questo forse perché la sua pronuncia spontanea non rende in realtà l’italiano prosciutto, bensí la sua variante popolare [centrale] prociutto/preciutto.Zabob ha scritto:…e di "prosciutto": non sento uguali le /∫/ di "asciutto" e di "prosciutto".
Certo!Zabob ha scritto:Anche il basciò del noto verso «la bocca mi basciò tutto tremante» è, a mio avviso, da leggersi con la 'sc' scempia (un po' come un romano-de-Roma che pronunci "baciò").

La invito ad ascoltare, per es. questa pubblicità: due voci diverse pronunciano 3 volte la parola "prosciutto", eppure quello 'sc' non mi sembra nemmeno un po' rafforzato (al contrario di qui).
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Allora non sono io che sento male!
O quanto meno sono in buona compagnia...
Anche uno speaker di 50 anni fa (che pure pronuncia correttamente "brezza" con la 'z' dolce) tende a scempiare la 'sc' di "prosciutto" (tranne a 1:06); migliore in questo dovrebbe essere la dizione di un'altra voce, che si ode a 1:29.

Anche uno speaker di 50 anni fa (che pure pronuncia correttamente "brezza" con la 'z' dolce) tende a scempiare la 'sc' di "prosciutto" (tranne a 1:06); migliore in questo dovrebbe essere la dizione di un'altra voce, che si ode a 1:29.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Che mi dite di "nazista"? Per il Treccani in linea (v. sotto "Sinonimi e contrari") la pronuncia è /na'tsista/ (quindi 'z' aspra e scempia), per lo Zingarelli /nat'tsista/ (quindi 'z' aspra e doppia), così anche per il DOP, tuttavia la voce pronuncia questa parola con la 'z' dolce (direi doppia ma non troppo, mentre la stessa voce pronuncia "nazi" con la 'z' aspra e doppia).
Il Treccani (contrariamente agli altri due dizionari che ho consultato) fornisce per la lettera 'z' pronunce scempie (oltre che in "paziente") anche in parole come "pulizia" (/puli'tsia/) e "perizoma" (/peri'dzɔma/) – non così per "pazzia" e sim. (/pa'ts:ia/).
Il Treccani (contrariamente agli altri due dizionari che ho consultato) fornisce per la lettera 'z' pronunce scempie (oltre che in "paziente") anche in parole come "pulizia" (/puli'tsia/) e "perizoma" (/peri'dzɔma/) – non così per "pazzia" e sim. (/pa'ts:ia/).
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L'unica pronuncia possibile in buon italiano è /naʦ'ʦista/.Zabob ha scritto:Che mi dite di "nazista"?
Non va bene (pronuncia sciatta, regionale o «alla tedesca»?)!Zabob ha scritto:Per il Treccani in linea (v. sotto "Sinonimi e contrari") la pronuncia è /na'tsista/ (quindi 'z' aspra e scempia)
Va bene.Zabob ha scritto:per lo Zingarelli /nat'tsista/ (quindi 'z' aspra e doppia)
Non va bene (Canepari ha «sdoganato» la pronuncia con /ʣʣ/ ma io non sono d'accordo)!Zabob ha scritto:tuttavia la voce pronuncia questa parola con la 'z' dolce
Va bene.Zabob ha scritto:mentre la stessa voce pronuncia "nazi" con la 'z' aspra e doppia
Tollerabile, ma non consigliabile.Zabob ha scritto:Il Treccani fornisce per la lettera 'z' pronunce scempie in "paziente"
Non va bene!Zabob ha scritto:"pulizia"
Non va bene (quella corretta è /periʣ'ʣɔma/)!Zabob ha scritto:"perizoma" (/peri'dzɔma/)
Va bene.Zabob ha scritto:non così per "pazzia" e sim. (/pa'ts:ia/).
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Io mi accorgo di avere una stranezza a riguardo: dicoZabob ha scritto:Che mi dite di "nazista"?
/naʦ'ʦista/ /naʦ'ʦizmo/
ma i composti con /ʣ/
/.naʣifaʃ'ʃizmo/ e /.naʣis'kin/
Tra l'altro queste due, insieme alla parola "piezoelettrico", sono le uniche parole in cui sento che spontaneamente mi esce una zeta singola (ho qualche dubbio sul fatto che sia proprio singola, è sicuramente più corta di come mi esce in tutti gli altri casi).
Ed è abbastanza curioso il fenomeno perché in genere la zeta singola mi urta l'orecchio.
L'unica cosa che mi pare accomunare queste tre parole è che la zeta è nell'ultima sillaba della prima parte di un composto. Non so se abbia un qualche significato.
Un'altra irregolarità che ho trovato tra parola è composti è questa: dico /'monʣa/ ma /ko'loɲɲo mon'ʦeze/.
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Càpita spesso di sentir pronunciare Mon/ʦ/a, con la 'z' sorda; in effetti è la pronuncia indicata nel DOP e giustificata, secondo me, dall'etimo (comunque io dico Mon/ʣ/a e mon/ʣ/ese, anzi mon/ʣ/e/z/e).Souchou-sama ha scritto:In effetti mi càpita di sentire Mon/ʣ/a, ma mai mon/ʣ/ese…
Ultima modifica di Zabob in data lun, 01 apr 2013 9:57, modificato 1 volta in totale.
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Questa è la pronuncia usata in Médiasèt, se non sbaglio.valerio_vanni ha scritto:Un'altra irregolarità che ho trovato tra parola è composti è questa: dico /'monʣa/ ma /ko'loɲɲo mon'ʦeze/.
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
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Re: Raddoppiamento fonosintattico con la «z»
Quindi, se ho capito bene, arazzi e Carpazi rimano perfettamente, anche se il secondo si scrive con una zeta di meno. È esatto?fiorentino90 ha scritto:In realtà, [tz dz ∫ ʎ ɲ] sono pronunciati sempre lunghi in posizione intervocalica non per raddoppiamento fonosintattico, ma per proprietà intrinseche dei foni, come precisa Pietro Maturi. Infatti, sono lunghi anche all'interno di parola (aglio) o quando sono preceduti da parole ageminanti (per esempio, l'articolo determinativo).
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