Uso del pronome «lui»
Moderatore: Cruscanti
- Ferdinand Bardamu
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Credo che il suo parere, a questo punto, sia abbastanza chiaro. Ma un conto è difendere un’idea personale che si basa su ciò che si è imparato a scuola, un altro è esaminare obbiettivamente lo stato della lingua.Scilens ha scritto:Benvenuto olaszinho, sono del suo stesso parere. A scuola si dovrebbe imparare a scrivere e lo studente dovrebbe imparare ad usare entrambe le possibilità, esercitandosi di più in ciò che conosce meno.
Affermare che egli, e addirittura ella, debbano essere imposti agli alunni nei temi scolastici significa ignorare l’evoluzione della lingua; e quello di lui e lei come soggetti non è un uso recente, come abbiamo già detto sopra.
Ciò non significa che a scuola non si debba — ora sí che possiamo legittimamente usare il verbo dovere — imparare a usare egli in modo corretto, ma solo che oggi la lingua, anche nei repertori piú alti, ne può fare a meno.
Concordo, mi viene incontro.Ferdinand Bardamu ha scritto:Ciò non significa che a scuola non si debba — ora sí che possiamo legittimamente usare il verbo dovere — imparare a usare egli in modo corretto, ma solo che oggi la lingua, anche nei repertori piú alti, ne può fare a meno.

Sottolineerei in particolare quel "ne può fare a meno", "può", dunque. Del tutto in linea con gli interventi e gli esempi qui sopra. Grazie.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
- Millermann
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Salve! Vorrei entrare, in punta di piedi, in questa discussione, per esprimere anche la mia opinione. Sarà che appartengo a quella generazione che ha ancora nelle orecchie il suono di "egli", tante volte ripetuto declamando i verbi
, ma mi sembra che, oggi, un tema letterario delle superiori sia forse uno dei luoghi più adatti dove poter usare tale pronome: non serve, forse, a mostrare ciò che di letterario, aulico, classicheggiante lo studente conosce?
È, secondo me, egli stesso
che dovrebbe approfittare di tale occasione per sfoggiarlo.
Ora, se permettete, mi piacerebbe porre un'altra domanda sul medesimo argomento. Ritenete che sia, oramai, opportuno usare lui (lei) come soggetto anche nel caso di esseri inanimati, al posto di esso/essa, o anche qui è meglio ricorrere a perifrasi?
Mi riferisco, naturalmente, al parlato (di ogni livello) e allo scritto informale (ma accurato, come in questo fòro
).

È, secondo me, egli stesso

Ora, se permettete, mi piacerebbe porre un'altra domanda sul medesimo argomento. Ritenete che sia, oramai, opportuno usare lui (lei) come soggetto anche nel caso di esseri inanimati, al posto di esso/essa, o anche qui è meglio ricorrere a perifrasi?
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- Ferdinand Bardamu
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Beh, la questione verteva sull’obbligo stilistico: Olaszinho ha chiesto se non riteniamo che «uno studente debba usare egli in un tema a carattere letterario». In questo caso, naturalmente, la risposta è no. Oggi, anche nei registri formali, si può fare a meno di usare egli, come afferma il Serianni nel passo che ho riportato sopra.Millermann ha scritto:Salve! Vorrei entrare, in punta di piedi, in questa discussione, per esprimere anche la mia opinione. Sarà che appartengo a quella generazione che ha ancora nelle orecchie il suono di "egli", tante volte ripetuto declamando i verbi, ma mi sembra che, oggi, un tema letterario delle superiori sia forse uno dei luoghi più adatti dove poter usare tale pronome: non serve, forse, a mostrare ciò che di letterario, aulico, classicheggiante lo studente conosce?
Credo che egli non sia di norma usato in una frase del genere. Nelle frasi scisse, la reggente con il verbo essere esprime il tema, il dato noto: in questa funzione si deve usare lui/lei piuttosto che egli/ella.Millermann ha scritto:È, secondo me, egli stessoche dovrebbe approfittare di tale occasione per sfoggiarlo.
Le risponde il nostro Marco. L’alta formalità di esso/essa porta talvolta a usare in sua vece i pronomi dimostrativi, oppure sinonimi, perifrasi, ecc., in modo non dissimile da ciò che accade per egli.Millermann ha scritto:Ora, se permettete, mi piacerebbe porre un'altra domanda sul medesimo argomento. Ritenete che sia, oramai, opportuno usare lui (lei) come soggetto anche nel caso di esseri inanimati, al posto di esso/essa, o anche qui è meglio ricorrere a perifrasi?
Mi riferisco, naturalmente, al parlato (di ogni livello) e allo scritto informale (ma accurato, come in questo fòro).
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Con la coniugazione dei verbi a scopo didattico, però, come la mettiamo (io sono, tu sei, egli è)? Personalmente trovo assurdo il modello presentato da Wikipedia: io amo, tu ami, lui ama, ..., loro amano, dove hanno abdicato all'uso di egli/essi; negli attuali libri di grammatica che pronomi usano?
- Millermann
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Grazie, Ferdinand: sempre gentilissimo e puntuale!Ferdinand Bardamu ha scritto:Millermann ha scritto:È, secondo me, egli stessoche dovrebbe approfittare di tale occasione per sfoggiarlo.
Credo che egli non sia di norma usato in una frase del genere. Nelle frasi scisse, la reggente con il verbo essere esprime il tema, il dato noto: in questa funzione si deve usare lui/lei piuttosto che egli/ella.

In realtà, non m'ero neppure accorto d'aver scritto una frase scissa!


Comunque, la ringrazio ugualmente della spiegazione!

È vero, a chi era abituato al modo tradizionale sembra un vero e proprio "tradimento"!PersOnLine ha scritto:Personalmente trovo assurdo il modello presentato da Wikipedia: io amo, tu ami, lui ama, ..., loro amano, dove hanno abdicato all'uso di egli/essi; negli attuali libri di grammatica che pronomi usano?
Senza contare che egli sembrava più "impersonale" (si pensi al toscano «(E)gli è che...»), mentre «lui ama» mi fa pensare, inequivocabilmente, che ad amare sia un uomo!

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- Ferdinand Bardamu
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Rispondo ancora alla sua domanda portando un esempio fresco fresco, tratto dal mio stesso parlato: «E Marco, viene anche lui? … E il pavimento? È rotto anche quello?». Preciso che si tratta di due brani di una conversazione che ho avuto testé con mia moglie, in contesto molto rilassato (anche per via del caldo soffocante).Millermann ha scritto:Ora, se permettete, mi piacerebbe porre un'altra domanda sul medesimo argomento. Ritenete che sia, oramai, opportuno usare lui (lei) come soggetto anche nel caso di esseri inanimati, al posto di esso/essa, o anche qui è meglio ricorrere a perifrasi?
Mi riferisco, naturalmente, al parlato (di ogni livello) e allo scritto informale (ma accurato, come in questo fòro).
Non mi viene spontaneo adoperare lui o lei per parlare d’oggetti, perciò per questi ricorro a un pronome dimostrativo.
- Millermann
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Di nuovo grazie per il suo esempio! 
Infatti, nel parlato ormai "esso" è quasi sempre sostituito da un dimostrativo, capita anche a me. Per la verità, lo spunto per la domanda me lo aveva dato un episodio reale, verificatosi qualche giorno fa, mentre scrivevo in un altro filone di questo fòro. Parlando di lettori elettronici, mi è capitato, infatti, di scrivere (grassetto aggiunto ora):

Infatti, nel parlato ormai "esso" è quasi sempre sostituito da un dimostrativo, capita anche a me. Per la verità, lo spunto per la domanda me lo aveva dato un episodio reale, verificatosi qualche giorno fa, mentre scrivevo in un altro filone di questo fòro. Parlando di lettori elettronici, mi è capitato, infatti, di scrivere (grassetto aggiunto ora):
Ricordo ch'ero indeciso tra "anch'esso", "anche questo" e "anche lui", e che poi ho optato per quest'ultimo visto che, dato il contesto (si parlava di aggiungerlo a una famiglia, sia pure dal punto di vista della nomenclatura), l'oggetto mi appariva sufficientemente "umanizzato"!Allora, dovremmo dare un nome diverso proprio all'unico, vero lettore ("reader")? Tanto vale aggiungere anche lui alla... famiglia!

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