Inviato: mer, 15 lug 2015 23:08
Benvenuto olaszinho, sono del suo stesso parere. A scuola si dovrebbe imparare a scrivere e lo studente dovrebbe imparare ad usare entrambe le possibilità, esercitandosi di più in ciò che conosce meno.
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Credo che il suo parere, a questo punto, sia abbastanza chiaro. Ma un conto è difendere un’idea personale che si basa su ciò che si è imparato a scuola, un altro è esaminare obbiettivamente lo stato della lingua.Scilens ha scritto:Benvenuto olaszinho, sono del suo stesso parere. A scuola si dovrebbe imparare a scrivere e lo studente dovrebbe imparare ad usare entrambe le possibilità, esercitandosi di più in ciò che conosce meno.
Concordo, mi viene incontro.Ferdinand Bardamu ha scritto:Ciò non significa che a scuola non si debba — ora sí che possiamo legittimamente usare il verbo dovere — imparare a usare egli in modo corretto, ma solo che oggi la lingua, anche nei repertori piú alti, ne può fare a meno.
Beh, la questione verteva sull’obbligo stilistico: Olaszinho ha chiesto se non riteniamo che «uno studente debba usare egli in un tema a carattere letterario». In questo caso, naturalmente, la risposta è no. Oggi, anche nei registri formali, si può fare a meno di usare egli, come afferma il Serianni nel passo che ho riportato sopra.Millermann ha scritto:Salve! Vorrei entrare, in punta di piedi, in questa discussione, per esprimere anche la mia opinione. Sarà che appartengo a quella generazione che ha ancora nelle orecchie il suono di "egli", tante volte ripetuto declamando i verbi, ma mi sembra che, oggi, un tema letterario delle superiori sia forse uno dei luoghi più adatti dove poter usare tale pronome: non serve, forse, a mostrare ciò che di letterario, aulico, classicheggiante lo studente conosce?
Credo che egli non sia di norma usato in una frase del genere. Nelle frasi scisse, la reggente con il verbo essere esprime il tema, il dato noto: in questa funzione si deve usare lui/lei piuttosto che egli/ella.Millermann ha scritto:È, secondo me, egli stessoche dovrebbe approfittare di tale occasione per sfoggiarlo.
Le risponde il nostro Marco. L’alta formalità di esso/essa porta talvolta a usare in sua vece i pronomi dimostrativi, oppure sinonimi, perifrasi, ecc., in modo non dissimile da ciò che accade per egli.Millermann ha scritto:Ora, se permettete, mi piacerebbe porre un'altra domanda sul medesimo argomento. Ritenete che sia, oramai, opportuno usare lui (lei) come soggetto anche nel caso di esseri inanimati, al posto di esso/essa, o anche qui è meglio ricorrere a perifrasi?
Mi riferisco, naturalmente, al parlato (di ogni livello) e allo scritto informale (ma accurato, come in questo fòro).
Grazie, Ferdinand: sempre gentilissimo e puntuale!Ferdinand Bardamu ha scritto:Millermann ha scritto:È, secondo me, egli stessoche dovrebbe approfittare di tale occasione per sfoggiarlo.
Credo che egli non sia di norma usato in una frase del genere. Nelle frasi scisse, la reggente con il verbo essere esprime il tema, il dato noto: in questa funzione si deve usare lui/lei piuttosto che egli/ella.
È vero, a chi era abituato al modo tradizionale sembra un vero e proprio "tradimento"!PersOnLine ha scritto:Personalmente trovo assurdo il modello presentato da Wikipedia: io amo, tu ami, lui ama, ..., loro amano, dove hanno abdicato all'uso di egli/essi; negli attuali libri di grammatica che pronomi usano?
Rispondo ancora alla sua domanda portando un esempio fresco fresco, tratto dal mio stesso parlato: «E Marco, viene anche lui? … E il pavimento? È rotto anche quello?». Preciso che si tratta di due brani di una conversazione che ho avuto testé con mia moglie, in contesto molto rilassato (anche per via del caldo soffocante).Millermann ha scritto:Ora, se permettete, mi piacerebbe porre un'altra domanda sul medesimo argomento. Ritenete che sia, oramai, opportuno usare lui (lei) come soggetto anche nel caso di esseri inanimati, al posto di esso/essa, o anche qui è meglio ricorrere a perifrasi?
Mi riferisco, naturalmente, al parlato (di ogni livello) e allo scritto informale (ma accurato, come in questo fòro).
Ricordo ch'ero indeciso tra "anch'esso", "anche questo" e "anche lui", e che poi ho optato per quest'ultimo visto che, dato il contesto (si parlava di aggiungerlo a una famiglia, sia pure dal punto di vista della nomenclatura), l'oggetto mi appariva sufficientemente "umanizzato"!Allora, dovremmo dare un nome diverso proprio all'unico, vero lettore ("reader")? Tanto vale aggiungere anche lui alla... famiglia!