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Inviato: lun, 10 ago 2015 16:54
di u merlu rucà
Non so in altre regioni, ma in Liguria il suono (emesso una volta sola) indica anche disappunto.
Inviato: mer, 12 ago 2015 10:23
di Ferdinand Bardamu
Da bambino, quando leggevo
tsk-tsk, lo pronunciavo lettera per lettera. E infatti non capivo a che segno paraverbale corrispondesse, e cosa volesse dire Zio Paperone con questo suono.
Se non rischiasse di essere forse ancor meno comprensibile, io proporrei
c’: credo che il modo piú semplice per «palatalizzare» nella scrittura il segno
c isolato o in finale di parola, senza ricorrere a sequenze di grafemi non italiane, sia
c’. Sennonché questo rischierebbe di legittimare grafie come
c’ho, quindi, a questo punto, è meglio pensare a un’altra soluzione, anche francese (
tch) o inglese (
tsk).

Inviato: mer, 12 ago 2015 10:39
di Infarinato
Ferdinand Bardamu ha scritto:Se non rischiasse di essere forse ancor meno comprensibile, io proporrei
c’: credo che il modo piú semplice per «palatalizzare» nella scrittura il segno
c isolato o in finale di parola, senza ricorrere a sequenze di grafemi non italiane, sia
c’.
Ma non credo che sia codesto il suono, caro Ferdinand, anzi certamente non è se s’intende il [|(|)] dell’intervento d’apertura di Carnby…
Personalmente io lo trascriverei [pseudomorfofonologicamente] in caratteri latini
nt’ (
nt’) o anche semplicemente
t’ (
t’), ma certo definire questa una «grafia italiana» sarebbe quantomeno azzardato…
Inviato: mar, 19 gen 2016 15:00
di Carnby
Millermann ha scritto:In più, al sud e in Sicilia, è anche riscontrabile l'uso logico, come negazione (il c.d. «no greco»), e in
questo articolo appare anche una cartina dettagliata della sua diffusione. Tuttavia quest'uso, glielo dico da "praticante", è solo dialettale (o nel linguaggio dei bambini), e, come tale, sempre meno diffuso presso i giovani.
Quindi, se a una persona giovane al Sud faccio un «no greco» rischio di non essere capito? Meglio scuotere la testa come dalle mie parti?
Inviato: mar, 19 gen 2016 19:05
di Millermann
Mi faccia capire: vorrebbe provare a usare un "no greco" con un giovane del sud, in una conversazione in italiano (non regionale)?

Sarei davvero curioso di vedere l'effetto che farebbe!

Qui il no greco è percepito come dialettale o molto colloquiale: secondo me chiunque parli il dialetto (e di solito i giovani, specie nei piccoli paesi, ancora lo fanno, benché in modo sempre piú "contaminato") la capirebbe, ma qualcuno rimarrebbe forse spiazzato da un tale uso! Probabilmente tanti non lo noterebbero nemmeno; altri ci vedrebbero un tono scherzoso, e lo apprezzerebbero; qualcuno - chissà - potrebbe anche sentirsi preso un po' in giro!
Io credo che all'inizio cercherei d'interpretare quel "clic" nell'altro modo (quello emotivo/esitativo) a meno che le condizioni al contorno (suono netto e secco, leggero cenno con la testa verso l'alto, e appunto un'aria "scherzosa" da parte sua) non mi convincessero che stesse proprio cercando d'imitare quel tipo di gestualità.

Insomma: la maggior parte delle persone, anche giovani, la capirebbe. In una normale conversazione, però, non vedrei alcun motivo per non scuotere la testa "all'occidentale", proferendo un bel «no»!
