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Inviato: mer, 23 set 2015 19:17
di sempervirens
Ferdinand Bardamu ha scritto:Concordo appieno con Animo Grato. Preciso: non intendevo nemmeno io scagliarmi contro l’analisi logica in sé, ch’è anzi fondamentale, ma volevo criticare la pratica dell’etichettamento a oltranza, vana per le molte zone d’ombra della lingua.
Innanzitutto grazie per le parole incoraggianti! Sì, spirito battagliero è una definizione in cui mi riconosco. Se poi fossi anche specializzato nella materia in cui voi tutti vi trovate a vostro agio allora sarebbe ancora meglio. Ma non è cosi!
Riguardo ad alcuni complementi di classificazione ambigua ho visto che i "cugini" hanno posto rimedio a modo loro: Il complemento circostanziale. Mah! L'ho trovato qui.

Ora, il risultato potrà anche non piacere a tutti, ma almeno loro ci hanno provato. Mi piacerebbe che anche da noi si facesse qualcosa di concreto.
Mah, fate finta che non abbia detto niente! Portate pazienza!

:)

Inviato: gio, 24 set 2015 14:06
di PersOnLine
È interessante quello che dice il Treccani, al lemma circostanziale.

Inviato: gio, 24 set 2015 14:18
di sempervirens
Indubbiamente! Quello che non ho capito bene è il perché di complemento circostanziale invece di complemento di circostanza.

Inviato: gio, 24 set 2015 17:09
di Marco Treviglio
sempervirens ha scritto:Quello che non ho capito bene è il perché di complemento circostanziale invece di complemento di circostanza.
Credo sia cosí perché, non è un complemento a sé stante ma, si riferisce al nome dei singoli complementi che raggruppa.[/b]

FT: virgole

Inviato: gio, 24 set 2015 22:59
di Marco1971
Marco Treviglio ha scritto:Credo sia cosí perché, non è un complemento a sé stante ma, si riferisce al nome dei singoli complimenti che raggruppa.
Le virgole, certo, sono un segno d'interpunzione il cui uso può essere molto personale; ma la virgola dopo perché, in questa frase, non mi pare accettabile (non trattandosi di un inciso); e la seconda virgola, facoltativa, andrebbe prima del ma, non dopo. ;)

Re: FT: virgole

Inviato: ven, 25 set 2015 0:32
di Marco Treviglio
Marco1971 ha scritto:Le virgole, certo, sono un segno d'interpunzione il cui uso può essere molto personale; ma la virgola dopo perché, in questa frase, non mi pare accettabile (non trattandosi di un inciso); e la seconda virgola, facoltativa, andrebbe prima del ma, non dopo. ;)
:o La ringrazio della segnalazione, Marco! :)
So che è inusuale la virgola dopo il "perché" e il "ma", potevo scrivere la frase senza, ma la mia intenzione era di mostrare dove, nel parlato, metto le pause. È proprio errato riportarlo cosí nello scritto? Avrei dovuto usare le parentesi?
Crede che avrei fatto meglio a scriverla ristrutturandola nei modi seguenti:
a. «Credo sia cosí perché si riferisce al nome dei singoli complementi che raggruppa, non è un complemento a sé stante.»;
b. «Credo sia cosí perché, non essendo un complemento a sé stante, si riferisce al nome dei singoli complementi che raggruppa.»?
Oppure, come ho appena accennato, senza virgole?

Inviato: ven, 25 set 2015 0:50
di Marco1971
E lei farebbe una pausa tra perché e non, parlando? Se si vuole suggerire un'interruzione, allora ci stanno i puntini di sospensione (perché... non è...).

Sí, nello scritto sarebbe comunque errato: la sola virgola possibile (ma non necessaria) in questa frase è prima del ma. :)

Inviato: ven, 25 set 2015 1:01
di Marco Treviglio
Marco1971 ha scritto:E lei farebbe una pausa tra perché e non, parlando?
Ho sbagliato a spiegarmi, errore mio! Non una pausa, bensí un cambiamento d'intonazione.

Inviato: ven, 25 set 2015 1:05
di sempervirens
Marco Treviglio ha scritto:
sempervirens ha scritto:Quello che non ho capito bene è il perché di complemento circostanziale invece di complemento di circostanza.
[…] b. «Credo sia cosí perché, non essendo un complemento a sé stante, si riferisce al nome dei singoli complementi che raggruppa.»?
Ho capito. La ringrazio! E grazie anche a Marco 1972 per i gentili consigli sull'uso della virgola.

Inviato: ven, 25 set 2015 8:54
di domna charola
Marco Treviglio ha scritto: Ho sbagliato a spiegarmi, errore mio! Non una pausa, bensí un cambiamento d'intonazione.
Se fossi in scena, cioè se dovessi pensare a come articolare quella frase perché "arrivi" al pubblico, legherei "perché" e "non è un complemento", e appoggerei la voce su "non è un complemento".
Questo per rispettare la struttura delle frase, cioè le intenzioni dell'autore.
E' l'indicativo presente, cioè la forma verbale più semplice e liscia, che mi porta a scartare direttamente l'idea che i due pezzi siano distinti.

Se mi venisse lasciato un minimo di libertà interpretativa, ammetto che mi verrebbe da fare violenza sull'autore, e sceglierei la versione b, marcando bene l'inciso.
Però avrei anche cambiato l'intenzione originaria.

Nella prima stesura infatti, il concetto che si sente come più importante è che il motivo della cosa in discussione è innanzitutto che essa "non è" un complemento; nella mia reinterpretazione, passerebbe invece in primo piano il fatto che si riferisca ai singoli complementi.

Questo per lo meno in un parlato "espressivo", cioè curato e "pensato".
Nel parlare a braccio, ovviamente, credo che vincerebbe la versione più corrispondente a ciò che c'è in testa, senza stare troppo a pensarci su.
E anche l'ascoltatore probabilmente intuirebbe la medesima cosa, senza farci però troppo caso.
Probabile comunque che delle due motivazioni memorizzi più facilmente quella a cui si è data enfasi.

Inviato: ven, 25 set 2015 11:51
di Infarinato
Marco Treviglio ha scritto:
Marco1971 ha scritto:E lei farebbe una pausa tra perché e non, parlando?
Ho sbagliato a spiegarmi, errore mio! Non una pausa, bensí un cambiamento d'intonazione.
Il fatto, caro Marco, è che, per dirla col Serianni, perlopiú, in italiano [moderno], «la punteggiatura non risponde alle pause del parlato [e nemmeno ai cambiamenti d’intonazione (NdI)], ma contrassegna i rapporti sintattici esistenti tra le varie parti di una frase» (sottolineatura mia).

Inviato: ven, 25 set 2015 17:23
di Freelancer
Occorre aggiungere che con riferimento a quanto scrive Serianni nell'intervento citato da Infarinato:
Si pensi al tipico errore di inserimento di una virgola tra il soggetto e il verbo, che riproduce la pausa respiratoria. Anche quando si tratti di un soggetto espanso, cioè arricchito di attributi, avverbi, complementi indiretti, il soggetto non può mai essere separato dal predicato, anche se i ritmi del parlato potrebbero far pensare al contrario.
in una scrittura sorvegliata, di registro alto, sono ammissibili (apparenti) deroghe alla norma - ossia l'inseparabilità del soggetto (anche espanso) dal predicato - per motivi non di "parlato", cioè di "dare respiro" al periodo e a chi lo legge, ma in base a determinati motivi strutturali, come scrive Mortara Garavelli nel Prontuario di punteggiatura (la cui lettura è vivamente raccomandabile a chi voglia approfondire il tema della punteggiatura).

Riporto solo un esempio, p. 85:

Ora io credo che nell'uno come nell'altro caso, la somma di due linguaggi che non sono interamente veri, non riesce a costituire un linguaggio vero [...]
(Calvino, Una pietra sopra, p. 308)